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Maps & Atlases - Perch Patchwork (2010)


   
       
 Pur in un periodo che ha visto parecchie uscite interessanti, pochi giorni fa mi trovavo a riflettere sui lustri che sono passati invano senza che dal versante prog-rock si battesse un colpo distintamente udibile. E mentre mi sorprendevo a ricucire in testa quegli arcani e immortali inseguimenti di chitarra e tastiere di genesisiana memoria, consideravo come solo un'infinitesima parte dei gruppi attuali osasse osare. I giovani colpe non hanno, nevvero. Che ne sanno loro di architetture complesse, nutriti come sono dalle confortanti scorciatoie di commercialissima povertà? Come possono ammettere la musica adulta nei loro interessi? Ma ecco che pochi giorni dopo queste puerili recriminazioni mi imbatto in questo lavoro dei Maps & Atlases, quattro ragazzi di Chicago (Dio ce la mantenga) che proprio perchè masticato e sputato i Genesis non si accontentano. "Perch Patchwork" è un bel passo verso quella sperimentazione e quella complessità  tecnica propria del prog piu' autentico, ma restituisce un corpo accessibile a tutti. Un chitarrismo obliquo (reso magnificamente dal vivo, see u-tube) appoggiandosi su un drumming intricato e preciso tesse la trama di queste canzoni art-pop-rock. Su tutto, a indicare il percorso a cui si rifà tutta la costruzione melodica, spiccano gli affascinanti  e poetici toni nasali del cantante-songwtriter Dave Davidson, un po' P. Gabriel e un po' Anderson, tanto per scomodare qualche nume dell'Olimpo. E le canzoni sgorgano una sull'altra, come nei veri concept di una volta. La bucolica "Will" è un buon esempio della leadership vocalistica della band; la canterburiana "Solid Ground" planerà sui cuori di chi ha consumato "Foxtrot", "If this is" splende di bellezza contraria. Pregevoli arrangiamenti avanguardistici dove  si notano tromboni, armoniche, blocchi di legno, shakers arricchiscono senza appesantire troppo il dna delle canzoni. Be' che altro aggiungere...  la già solida reputazione del gruppo sta convertendo molte giovani anime. Qualche giovane critico taccia d'eccentricità l'album. Buoni segnali entrambi..http://www.mediafire.com/?myi0ijnmglm