TRANI A GOGO'

Il rito del caffè


Vi propongo questo articolo che ho letto su Kataweb Cucina. Mi è piaciuto molto e ho imparato anche alcune cose che non sapevo...Lungo, ristretto, corretto, shakerato, freddo, moka classico, alla napoletana, americano, espresso, macchiato freddo, macchiato caldo e così via in declinazioni che specie in Italia potrebbero durare ore. Prendere il caffè è un rito, per il quale ognuno ha suoi gusti, ritmi, abbinamenti. Ma il caffè è anche un momento di incontro, intorno a una tazzina: ci si siede, si conversa, ci si conosce. E per un caffè si può invitare amici e conoscenti a casa, versione più breve e meno laboriosa di un invito a pranzo. Ma come tutti gli inviti anche questo rientra nell’ “arte del ricevere” con le sue regole di etichetta.“A cominciare – spiega Nicola Santini, esperto di galateo e insegnante di buone maniere in reality show su Sky e Rai uno – dal corredo base: una caffettiera che abbia già servito almeno 30 caffè, una lattiera, una zuccheriera, cucchiaini lucidissimi. Il tovagliolo – puntualizza – è indispensabile solo se al caffè si accompagnano dei dolcetti”. Questi non devono contenere marmellata né crema, mentre al cioccolato vanno benissimo.Una volta arrivati gli ospiti, il caffè viene sempre servito personalmente dalla padrona di casa. L’eventuale personale di servizio si limita a portare il vassoio con tutto l’occorrente. E poi arriva il momento del caffè.Santini indica un vademecum del “venite a prendere un caffè da me” dal quale, dice, non si può prescindere. Eccolo:Il caffè va servito caldissimo. Per questo deve essere versato direttamente dalla caffettiera, che deve ovviamente essere presentabile (motivo per il quale molte aziende propongono macchine da caffè dal particolare design).Il manico della tazzina sta a destra come anche il cucchiaio che sta sul piattino.Il caffè preparato con la moka quindi si versa direttamente nelle tazzine. No a portarlo all’ospite già nella tazza, tanto meno già zuccherato e mescolato: il caffè presentato già in tazza è solo quello fatto con la macchina per espresso, se questa sta in cucina. Meglio comunque la moka perché consente di servire i diversi ospiti contemporaneamente.Lo zucchero in zolletta non si prende col cucchiaino ma con le apposite pinzette, oppure anche con le dita, toccando – ovviamente – solo la zolletta che si mette nella tazza.È di moda servire il caffè con il miele: bene, purché sia di castagno, il cui aroma lega benissimo con la bevanda.Agli inviti per il caffè – presumibilmente per un dopo pranzo – si arriva puntualissimi, mai in anticipo, perché il rischio è di trovare i padroni di casa ancora a tavola, né in ritardo: si tratta di un invito di breve durata (un’ora al massimo) e si rischia di obbligare gli altri ospiti a trattenersi per non essere scortesi nei nostri riguardi.Se il caffè è servito a tavola, il piatto rimane appoggiato sulla superficie del tavolo; se è servito in salotto, con la mano sinistra si tiene il piattino e con al destra ci si serve la tazzina.Per finire due accortezze. La prima è una di quelle regole del galateo della serie “prendere o lasciare”, nel senso che se ne prende atto poi a ciascuno scegliere di dargli peso o meno: del caffè non si chiede mai il bis.La seconda è una raccomandazione per chi non si è mai accorto che certi gesti fanno tanto finto snob: giù il mignolo che tende a lasciare il resto della mano quando si alza la tazzina.Che ne pensate? Io personalmente ho sempre portato le tazzine già piene di caffè e non ho mai pensato che non fosse educato! Mi adeguerò... Ma sui tovagliolini non transigo: per me sono sempre indispensabili, anche quando non ci sono dolcetti!Su una cosa sono completamente d'accordo: non zucchero mai il caffè per gli altri e mi dà tremendamente fastidio quando gli altri lo fanno per me. E' un gusto talmente personale... Io stessa alcune volte preferisco un caffè più amaro e altre volte più dolce... Oltretutto il servizio da caffè comprende una zuccheriera e tanti cucchiaini...Buon caffè!