Tutto Precario

LA NOBILE ARTE DEL PIZZINO RIFORMISTA


Non so se in una Repubblica sana, un esponente dell’opposizione soccorrerebbe un proprio avversario politico, fornendogli suggerimenti contro un proprio alleato grazie alla “nobile” arte del pizzino; faccio solo fatica ad immaginarlo, finché non scorro le immagini di una tranquillissima puntata di Omnibus, dove accanto a Donadi dell’Idv, siede l’anonimo Bocchino (uno di quei parlamentari dosati per ripetere le tre pappardelle imparate male a memoria, noto soprattutto per un cognome che fa pubblicità occulta all’hard) e accanto la sfera gialla del cranio di Latorre, dalemiano in tutto e per tutto nello stile. Sì, perché i dalemiani hanno sempre avuto per deformazione professionale derivata gli stessi limiti dell’originale: la difficoltà a far comprendere la loro collocazione a “sinistra”. “Dì qualcosa di sinistra, D’Alema, dì qualcosa anche non di sinistra, di civiltà, D’Alema, dì qualcosa, reagisci”. Era la battuta di una delle prime scene di un celebre film di Moretti: si è rivelata nel tempo una profezia per il Baffino e i suoi fidi. Latorre, qualcosa l’ha detto, l’ha persino suggerito a Bocchino: non era qualcosa propriamente di sinistra… forse perché certa gente di sinistra ha davvero poco. E forse ormai ha persino poco di cui preoccuparsi, visto che non c’ha più neanche elettorato: logica conseguenza di chi ha poche idee, tutte confuse e gradisce far della politica il consorzio degli inciuci e delle scalate bancarie. Mi viene da ridere quando i “soloni” di turno ribadiscono che “D’Alema è il politico più intelligente della sinistra italiana”: non hanno tutti i torti, in fondo, se intelligente è sinonimo del più azzeccato “furbo”. Del resto, scegliersi gli stallieri ebeti, è una mossa astuta: nel pattume si emerge sempre. E si può stare simpatici ai compagni di partito e a Berlusconi contemporaneamente, senza solleticare il benché minimo beneficio del dubbio. È la magia del “riformismo” italiano, quello che dice basta ad ogni contrapposizione ideologica, per non capire cosa vuole dalla vita. Quello di gente come Latorre, che beccato con le mani nella marmellata, parla di “leggerezza”, ma non dimostra alcuna vergogna. Quello della nobile arte del pizzino in soccorso dell’avversario in difficoltà (“aiutare chi è rimasto indietro” scriveva BellaChioma sui manifesti elettorali di qualche anno fa… il capo chiede e i legionari eseguono). Quello di gente come D’Alema, politico di professione, che si esalta per una banca vicina ai Ds e non trova nulla di male a “dialogare” in un certo modo con l’avversario. No, no, francamente nulla di male.