TARTARUGHE

RAPPORTI TRA TESTUDO HERMANNI HERMANNI E TESTUDO HERMANNI BOETTGERI


Queste due razze geografiche comprendono, rispettivamente, le popolazioni ad Occidente e ad Oriente del Mare Adriatico. Le popolazioni italiane appartengono quindi alla sottospecie Testudo hermanni hermanni, che differisce dalla simile Testudo hermanni boettgeri per taluni caratteri morfologici, dei quali ci occuperemo più avanti in modo dettagliato, e per le dimensioni generalmente più contenute. La sottospecie boettgeri occupa un vasto areale che, partendo dall’Istria, si estende lungo tutte le coste orientali dell’Adriatico per allargarsi nella penisola greca fino alla Romania e Bulgaria. La supposizione circa la presunta autoctonicità di questa sottospecie nel Friuli, nel Veneto ed in Emilia Romagna è stata più volte avanzata a giustificazione dei frequenti rinvenimenti, per esempio nelle zone attorno al Delta del Po, ma non sembra aver ottenuto conferme definitive. Sappiamo inoltre che numerosi esemplari provenienti dall’ex Jugoslavia sono stati importati e liberati negli anni passati nel Centro-Nord Italia, circostanza che renderebbe particolarmente difficili eventuali studi che intendessero provare quanto sopra ipotizzato sulla base della comparazione di individui nelle zone di ritrovamento e tendenti a ricercare un’eventuale uniformità morfologica. Attualmente entrambe le sottospecie sono diffusamente allevate e riprodotte con successo in cattività, per quanto quella orientale abbia dimostrato una maggiore resistenza ai climi rigidi del Nord Italia, resistenza probabilmente dovuta al fatto che si tratta per la maggior parte di esemplari provenienti da zone a latitudini più elevate (per esempio, dall'Istria o dalla Croazia).I caratteri che distinguono le due sottospecie di T. hermanni, pur di facile individuazione,  mostrano tuttavia una variabilità tale da rendere in alcuni casi ardua la sicura classificazione di esemplari di provenienza sconosciuta. Per quanto alcuni studiosi si siano dati parecchio da fare analizzando un gran numero di soggetti appartenenti a ciascuna delle due sottospecie (vedi gli “indici di Stemmler”, proposti nel 1968), appare complessivamente difficile stabilire parametri esatti che possano distinguerle, questo in parte a causa della presenza accertata di esemplari portatori di caratteri intermedi, anche non necessariamente ibridi. La livrea di Testudo hermanni boettgeri si è rivelata particolarmente variabile, specie nella colorazione del carapace, e si sono osservate anche forme con una pressoché totale assenza di pigmento nero. Al contrario la “cugina” occidentale sembra più costante nelle caratteristiche, soprattutto nella colorazione. Per questi motivi non è da escludere che future ricerche possano portare al riconoscimento di talune di queste forme locali di T.h.boettgeri come nuove sottospecie o razze geografiche, e quindi alla suddivisione di questo taxon, ipotesi sempre comunque subordinata all’individuazione di uniformità morfologiche nelle popolazioni selvatiche considerate e alla presenza di fattori ecologici e geografici che possano chiarire la natura e il grado di un eventuale isolamento riproduttivo. La descrizione che segue va quindi ponderata alla luce di queste considerazioni. Testudo hermanni hermanni presenta un piastrone con un’ estesa copertura di colore nero, tale da formare due bande continue ai lati dello stesso, a differenza di T.h.boettgeri sul cui piastrone è possibile osservare solamente macchie di colore scuro o nero disgiunte fra loro. Si segnala peraltro la presenza di esemplari appartenenti a quest’ultima sottospecie con piastrone completamente nero o con una disposizione del colore simile a quella osservabile nella forma occidentale: alcuni esemplari provenienti dal Peloponneso o dalla Croazia possono per esempio trarre facilmente in inganno date le dimensioni generalmente contenute e la colorazione scura del loro piastrone. Nel caso particolare della Grecia, la variazione morfologica nella   pigmentazione del piastrone di T.h.boettgeri segue un cline individuato nel passaggio dagli esemplari di grandi dimensioni e debolmente macchiati di nero tipici del Nord, a quelli di dimensioni più contenute e col piastrone molto scuro del Sud. La distribuzione del pigmento nero in questi ultimi è assai simile a quella tipica della nostra T.h.hermanni, quando non addirittura più estesa, data la frequenza di esemplari melanotici (dintorni di Sparta, come rilevato da  R. Willemsen, 1999).  Altro parametro utile è il rapporto fra le dimensioni della sutura pettorale e quella femorale del piastrone: si assumono appartenenti alla sottospecie hermanni gli esemplari in cui la sutura pettorale è minore della femorale; il rapporto inverso sarebbe invece tipico della boettgeri.  Proprio questo che potrebbe sembrare a prima vista il carattere più “certo”, quasi matematico, si è invece rivelato forse il più controverso. Il problema nasce infatti dall’esistenza di esemplari che presentano un rapporto uguale o vicino a uno: a tal proposito, e a sostegno della già citata difficoltà di fondo a distinguere con certezza le due sottospecie, va rilevata l’esistenza di soggetti di Testudo h.boettgeri verosimilmente “puri” la cui sutura pettorale è di dimensioni uguali (quando non leggermente inferiori) a quella femorale. Anche in questo caso, quindi, ci troviamo di fronte ad un continuum di forme caratterizzate da un’assenza di variazioni discrete (vale a dire di “salti”) che rende certamente ragione di una classificazione inferiore al rango di specie e giustifica le difficoltà che si incontrano nella collocazione tassonomica.  La presenza di una macchietta gialla sotto l’occhio può aiutare a classificare come T.hermanni hermanni un esemplare dubbio, per quanto sia possibile osservare la stessa caratteristica in T.h.boettgeri di giovane età (poi in questa sottospecie tende a sparire).  Le dimensioni della nostra h. hermanni si aggirano intorno ai 14-17 centimetri per le femmine, con punte minime e massime rispettivamente nelle popolazioni pugliesi e sarde (queste ultime possono raggiungere i 19-20 cm in grosse femmine), mentre fra le più grandi h.boettgeri non sono rari casi in cui i 20 cm vengono ampiamente superati (dimensioni massime 28-30 cm osservate in esemplari provenienti dalla Romania e dalla Bulgaria). I maschi sono più piccoli in entrambi i casi.  Va inoltre segnalato che soggetti anomali con scuto sopracaudale unico si rinvengono molto più facilmente nella sottospecie orientale: uno studio condotto da Highfield & Bayley su un campione composto da 438 esemplari di T.h.boettgeri in natura e in cattività, ha rilevato un’incidenza dell’anomalia attorno al 18%; questo carattere è inoltre trasmissibile nelle generazioni anche in forma recessiva. L’accoppiamento fra Testudo hermanni hermanni e Testudo hermanni boettgeri, sconsigliato tanto in natura (introduzione di esemplari non autoctoni) quanto in cattività (promiscuità fra esemplari delle due sottospecie) per comprensibili motivi biologici ed ecologici, porta alla nascita di ibridi fertili e dotati di caratteri più o meno intermedi fra i due genitori, ma più frequentemente, sembra, con una dominanza della livrea tipica della prima.