TARTARUGHE

EMYS ORBICULARIS


TARTARUGA PALUSTREDistribuzione: Il suo areale originario comprendeva gran parte dell'Europa, il Nord Africa e diverse regioni asiatiche; oggi però la distribuzione è discontinua ed in molti casi puntiforme; in Italia è ancora abbastanza diffusa nelle regioni centrali ed in Sardegna, localizzata o rara nel resto della penisola. Ricerche recenti hanno mostrato una minima presenza nelle regioni noroccidentali. Sono state distinte, a parte la forma tipo Emys o. orbicularis, altre due sottospeci: - Emys o. aralensis, del Lago d'Aral; - Emys o. taurica, della Crimea. Gli esemplari asiatici o mediorientali hanno di solito il guscio molto più verde e con una punteggiatura gialla più diffusa e brillante.Habitat: In tutti i corsi d'acqua, soprattutto a corso lento, in stagni, lanche e paludi, anche in lagune costiere salmastre. Abitudini prevalentemente acquatiche.Dimensioni: Il carapace è lungo in media 13-18 cm; esemplari eccezionali possono raggiungere i 35 cm; corpo appiattito con corazza subellittica liscia; zampe con unghie sviluppate e una membrana natatoria tra le dita; maschi con piastrone concavo e con coda lunga più di metà della corazza. Colorazione di fondo nero-verdastra (il piastrone giallo-verdastro) cosparsa sul dorso, sulle zampe e sul capo da punti o lineature giallastre.Riproduzione: La maggior parte degli accoppiamenti è primaverile (aprile-maggio), ma si possono avere durante tutta la stagione attiva; l'approccio tra i sessi, le parate prenuziali e l'amplesso sono simili a quelli di altre testuggini palustri: il maschio nuota insistentemente ai lati e davanti alla femmina, quando riesce a bloccarla fa vibrare dinanzi al suo muso i suoi arti anteriori toccandola con le unghie; dopo diverse repliche le sale sul dorso aggrappandosi al margine anteriore del suo carapace, così si lascia trasportare per qualche tratto mentre tenta di portare la sua apertura cloacale a contatto di quella femminile. Quando il contatto è avvenuto protrude il suo organo copulatore e inizia l'accoppiamento vero e proprio; in questa fase la femmina può scendere sul fondo o portarsi in acque basse. Scavo del nido e deposizione da fine giugno a tutto agosto; la buchetta, a breve distanza dall'acqua, è profonda 5 cm circa; ogni femmina depone da 3 a 15 uova allungate subellittiche, con guscio bianco calcareo. Schiuse dopo 60-80 giorni ma con la possibilità che deposizioni tardive schiudano la primavera successiva. Piccoli alla nascita lunghi una trentina di mm.Alimentazione: Nei neonati e nei gionani soprattutto a base di piccoli invertebrati acquatici; negli adulti opportunista, qualsiasi piccola preda caduta in acqua e debilitata, piccoli pesci, parti vegetali, pesci e anfibi moribondi o morti.Status in natura: In Italia la sua diminuzione è imputabile completamente all'uomo sia per la cattura diretta sia per l'estrema alterazione dei suoi ambienti preferenziali. Fino a qualche decennio fa veniva considerata un'animale nocivo alla pescicoltura e nelle lagune venete e romagnole veniva perseguitata con nasse e reti. Nel passato, poi, era indicata tra le carni ammissibili durante il periodo di Quaresima e forniva, a detta dei buongustai di allora, un brodo sostanzioso e gustoso. Centinaia di migliaia di testuggini venivano catturate nelle zone umide padane per essere avviate ai mercati cittadini ed esteri (specialmente in Svizzera). In tempi recenti si è verificato l'isolamento e la diminuzione delle popolazioni come conseguenza dei gravi fenomeni di inquinamento, di arginatura, di regimazione delle acque, che le impediscono l'alimentazione, l'approdo, gli spostamenti e la deposizione. Protetta secondo la Convenzione di Berna e alcune normative regionali.