TARTARUGHE

DOVE COMANDANO LE TARTARUGHE


Quando ad Aldabra nasce un bambino i genitori lo "presentano" a una tartaruga, che sarà la sua protettrice fino a quando si sposerà. Questi antichi rettili, comparsi sulla Terra prima dei dinosauri e da sempre simbolo di longevità e saggezza, hanno trovato sulla piccola isola dell'Oceano Indiano, nell'arcipelago delle Seychelles, il loro paradiso. Aldabra, infatti, ospita e protegge due specie di tartarughe, una marina e una terrestre, inserite nella "Lista rossa" come animali in grave pericolo di estinzione. Si tratta della tartaruga terrestre gigante (Geochelone gigantea) che supera il metro di lunghezza e può pesare fino a 230 chili e della tartaruga embricata (Eretmochelys imbricata), che vive nelle acque costiere e depone le sue uova sulle spiagge di Aldabra. In questo piccolo atollo delle Seychelles la popolazione di tartarughe giganti, con circa 150mila individui, è la più vasta del mondo e quella di tartarughe embricate è una delle cinque più grandi esistenti sul Pianeta. Per questo l'isola è stata dichiarata Parco nazionale e gli studiosi del Centro di Ricerca di Aldabra si dedicano, insieme agli abitanti, alla salvaguardia di questi antichi ospiti. La tartaruga gigante è originaria dell'isola di Aldabra e in passato era diffusa in tutto l'arcipelago delle Seychelles. Ma fra il 1600 e il 1700 scomparve dalle altre isole a causa dello sterminio attuato dai naviganti di passaggio, che si cibavano delle sue carni. Le coste rocciose e difficilmente accessibili di Aldabra hanno però salvato la popolazione presente sull'isola. Nel 1960 le tartarughe giganti si trovarono nuovamente vicine all'estinzione: ad Aldabra fu costruita una pista d'atterraggio che mise in pericolo il prezioso e delicato ecosistema. Ma sulla base di uno studio condotto dall'Università di Cambridge, che riconosceva l'atollo dell'Oceano Pacifico come uno dei luoghi ecologicamente più ricchi del mondo, intervenne l'Unesco: nel 1982 Aldabra è stata riconosciuta patrimonio dell'umanità. Ora la tartaruga gigante è lontana dai pericoli e sull'isola la sua lunga vita, che dura più di 100 anni, scorre tranquillamente. La giornata è scandita da poche e pigre attività: un bagno nel fango per liberarsi delle zanzare e soste sotto gli alberi in cerca delle foglie di cui si nutre. La stagione più delicata è quella della riproduzione: non essendo un animale molto socievole non ama avere intorno estranei durante l'accoppiamento, che avviene fra febbraio e marzo, e la deposizione delle uova. I piccoli nascono fra i 98 e i 200 giorni dopo, a seconda della temperatura alla quale giacciono le uova: se sono esposte ad alte temperature si schiuderanno prima. Questo fattore influenza in tutte le specie di tartarughe anche il sesso dei nascituri: femmine quando la sabbia che custodisce l'uovo è calda, maschi se è fredda. Sfratto dal guscio "air-bag". Depone le uova sulla spiaggia anche la tartaruga embricata, che per dare inizio a una nuova generazione esce dalle calde acque dell'oceano Pacifico e si trascina sulla sabbia dell'isola di Aldabra. Qui cerca il luogo adatto dove scavare per mettere al sicuro i piccoli, in attesa che le uova schiudano. Questa specie, che vive anche ai Caraibi, alle Maldive e in alcune isole intorno all'Australia, deve il suo nome alla disposizione delle placche cornee del guscio, i cui margini sono sovrapposti gli uni agli altri come le tegole (embrici) di un tetto, per proteggerla più efficacemente da eventuali scontri con le barriere coralline o gli scogli. Alla particolare disposizione delle piastre deve però anche la sua "rovina". In passato è stata infatti cacciata non per le sue carni, che sono molto velenose, ma per il suo guscio, utilizzato per realizzare oggetti di vario genere.Un mercato così florido da portare all'uccisione, dal 1970 a oggi, di più di un milione di individui. Ora la caccia è stata vietata e il commercio di oggetti costruiti con il guscio di questo rettile è illegale in 130 Paesi. Ad Aldabra nessuno mette in pericolo la sua vita. L'attenzione è concentrata in particolare sulla protezione dei nidi. Le uova e i piccoli, facile preda di uccelli e mammiferi e vittime di passanti poco attenti, sono infatti molto vulnerabili. Illuminazione sotto controllo. Sull'isola molte zone sono off limits durante il periodo della deposizione. Infatti, tenendo anche conto dei turisti che visitano l'arcipelago proprio con lo scopo di vedere le sue tartarughe, è necessario evitare che il nido venga inavvertitamente distrutto. Per i neonati esiste poi un altro problema: le luci artificiali di case e locali in prossimità della spiaggia possono ingannarli e far loro sbagliare rotta. Le baby tartarughe infatti pare si orientino verso il mare seguendo il riflesso della sua superficie. Ad Aldabra, poco prima che i piccoli intraprendano il loro viaggio, l'illuminazione delle coste è tenuta sotto controllo e sguardi attenti seguono il cammino delle neonate tartarughe verso l'oceano. Qualche accorgimento, tanta passione e un ecosistema integro hanno permesso di salvaguardare le due specie di tartarughe, con la speranza che in futuro possano colonizzare altre isole e altre spiagge.