TARTARUGHE

LETARGO...PRIMA DOPO E DURANTE


Di Kiumars Khadivi pubblicato dalla “Settimana Veterinaria”  ed Le Point Vétérinaire ItalieCon l’arrivo del caldo le tartarughe di terra cominciano a risvegliarsi. Questo fatto potrebbe mostrare dei problemi di salute che non sono stati osservati durante il periodo di letargo. Cosa può succedere durante il letargo ed il risveglio? Come bisogna comportarsi in questi casi?Le tartarughe di terra europee (Testudo Hermanni, T. Greca e T. Marginata) possono invernare in Italia in giardino o in un posto fresco a seconda della zona climatica in cui vivono e della loro età. Le differenti gestioni che vengono adottate dal proprietario della tartaruga rendono più o meno semplice il mantenimento di un monitoraggio adeguato, che permette di prevedere eventuali problemi di salute che possono insorgere durante il letargo invernale. Le tartarughe di terra che si interrano sono difficili da monitorare per diversi motivi: spesso se il giardino è ampio, è difficile trovare il nido dove si interrano, inoltre togliere una tartaruga dal suo nido e rimetterla di nuovo sotto terra potrebbe portare a stress e riinterramento errato, questo potrebbe portare all’insorgenza di danni alla salute. Le tartarughe che vengono tenute in scatole o contenitori e fatte invernare in luoghi chiusi con temperature adeguate al letargo dell’animale (Testudo Hermanni, T. Greca a 5-10°C e T. Marginata a 10-16°C) possono essere monitorate durante questo periodo con minor difficoltà e senza disturbare eccessivamente l’animale. Il letargo non sotto terra, ma in appositi contenitori a temperature monitorate è consigliabile per animali al di sotto dei 2-3 anni di età e per animali deboli o con problemi. Il monitoraggio durante questo periodo consiste nel controllo mensile dell’animale e del suo peso. Durante il periodo del letargo non devono manifestarsi dei sintomi di malattie, inoltre il peso delle tartarughe alla fine del letargo non deve essere diminuito più del 6-7%. Se si osservano dei segni di malattie o un calo eccessivo del peso è meglio interromper il sonno dell’animale ed approfondire la patologia in atto. Per evitare, o meglio per prevenire, l’insorgenza di malattie durante e dopo il periodo di letargo è utile educare i proprietari delle tartarughe di terra ad effettuare una visita di controllo prima del letargo; con esami collaterali, per esempio un esame delle feci ed un esame del sangue se il veterinario lo ritiene opportuno. Se una tartaruga entra in fase di letargo con una patologia anche lieve può risvegliarsi dopo l’inverno con la patologia amplificata e spesso cronicizzata. Per questo motivo possono sopportare un letargo senza correre rischio alla salute solo animali in buono stato di salute e in ottimo stato nutrizionale. L’animali malati o animali che hanno subito malattie prima del letargo e di conseguenza sono debilitati non dovrebbero entrare in letargo. Il risveglio dal letargo è una fase molto delicata: innanzitutto gli animali si svegliano debilitati e spesso le diverse funzioni fisiologiche si riattivano lentamente. Per svegliare le tartarughe dopo il periodo invernale o quando le temperature esterne raggiungono valori accettabili in seguito ad un letargo fatto in maniera artificiale e controllata, bisogna spostare il contenitore con la tartaruga in una zona più calda oppure, per accelerare il risveglio e la riattivazione del metabolismo, basta fare loro un bagno in acqua tiepida che aiuta inoltre a reidratare l’animale. Le tartarughe che hanno invernato all’aperto cominciano a risvegliarsi lentamente da sole, man mano che le temperature cominciano a raggiungere valori adeguati. In questo periodo primaverile le temperature sono molto variabili. I continui sbalzi di clima possono creare un abbattimento del sistema immunitario con il conseguente pericolo di insorgenza di malattie, soprattutto gli animali molto giovani che hanno subito un letargo artificiale e non sono abituati alle oscillazioni termiche, possono essere più sensibili a queste variazioni ambientali.PatologieLe patologie più frequentemente osservate dopo il letargo sono di origine respiratoria, gastrointestinale oppure traumatiche. Le malattie respiratorie sono dovute all’imunodepressione che segue immediatamente il letargo prima che si ristabilisca il metabolismo, inoltre i continui sbalzi ambientali, oltre a temperature notturne troppo basse, possono far insorgere sia malattie delle prime via respiratorie che polmoniti. Le patologie respiratorie hanno come sintomatologia la dispnea, di solito inspiratoria, ma spesso anche espiratoria. La frequenza respiratoria è spesso aumentata, si può notare che l’animale fatica a respirare ed i suoi movimenti respiratori sono più ampi. Le tartarughe respirano estendendo la testa ed aprendo la bocca durante l’espirazione. Il flusso nasale può essere presente o meno a seconda che siano interessate o meno le prime vie respiratorie. I problemi che possono portare solitamente a delle malattie del tratto gastrointestinale, dopo il periodo di letargo, sono: nella maggior parte dei casi la presenza di parassiti, mentre in altri casi la presenza di contenuto alimentare nello stomaco o nell’intestino di animali che entrano in fase di letargo. Gli animali che non vengono sverminati prima del letargo possono addormentarsi con una alta carica di parassiti. È vero che anche i parassiti in questo periodo entrano in una fase letargica, ma comunque nel risveglio possono proliferare per l’insufficiente risposta immunitaria e portare a gravi danni gastrointestinali, o addirittura ad un’occlusione per la presenza di un numero molto elevato di parassiti adulti. Oltre ai parassiti intestinali, anche materiale alimentare che sosta per tutto il periodo del letargo nel tratto gastrointestinale, può creare dei danni alla mucose per la macerazione e la degradazione e di conseguenza facilitare l’insorgenza di malattie secondarie. Questa e una patologia che difficilmente colpisce gli animali che si ritirano in modo naturale all’aperto, ma colpisce soprattutto gli animali che vengono messi a dormire in modo artificiale. In questo caso le tartarughe mangiano fino all’ultimo giorno, visto che non sentono la variazione di clima ed il metabolismo non rallenta progressivamente come nel caso del letargo naturale, quando le tartarughe vengono spostate improvvisamente nel contenitore per il sonno invernale e poste al fresco, l’intestino smette di lavorare e tutto il materiale alimentare si ferma nel canale digerente e può degradarsi. Infine le patologie che possono isorgere sono di origine traumatica, ma non dovute ad incidenti, ma in generale ad aggressioni da parte di roditori (topi e ratti). Bisogna essere molto attenti a scegliere il posto adatto dove posizionare il contenitore per il letargo, affinché la tartaruga inerme non venga disturbata da animali. Le tartarughe durante il periodo di letargo non sono per nulla reattive e possono servire come cibo per roditori, che rosicchiano le parti molli come ad esempio gli arti. Così facendo gli aggressori causano gravi mutilazioni alle tartarughe che spesso sono molto difficili da curare.Le patologie più frequentemente osservate dopo il letargo sono di origine respiratoria, gastrointestinale oppure traumatiche.Le malattie respiratorie sono dovute all’imunodepressione che segue immediatamente il letargo prima che si ristabilisca il metabolismo, inoltre i continui sbalzi ambientali, oltre a temperature notturne troppo basse, possono far insorgere sia malattie delle prime via respiratorie che polmoniti. Le patologie respiratorie hanno come sintomatologia la dispnea, di solito inspiratoria, ma spesso anche espiratoria. La frequenza respiratoria è spesso aumentata, si può notare che l’animale fatica a respirare ed i suoi movimenti respiratori sono più ampi. Le tartarughe respirano estendendo la testa ed aprendo la bocca durante l’espirazione. Il flusso nasale può essere presente o meno a seconda che siano interessate o meno le prime vie respiratorie.I problemi che possono portare solitamente a delle malattie del tratto gastrointestinale, dopo il periodo di letargo, sono: nella maggior parte dei casi la presenza di parassiti, mentre in altri casi la presenza di contenuto alimentare nello stomaco o nell’intestino di animali che entrano in fase di letargo. Gli animali che non vengono sverminati prima del letargo possono addormentarsi con una alta carica di parassiti. È vero che anche i parassiti in questo periodo entrano in una fase letargica, ma comunque nel risveglio possono proliferare per l’insufficiente risposta immunitaria e portare a gravi danni gastrointestinali, o addirittura ad un’occlusione per la presenza di un numero molto elevato di parassiti adulti. Oltre ai parassiti intestinali, anche materiale alimentare che sosta per tutto il periodo del letargo nel tratto gastrointestinale, può creare dei danni alla mucose per la macerazione e la degradazione e di conseguenza facilitare l’insorgenza di malattie secondarie. Questa e una patologia che difficilmente colpisce gli animali che si ritirano in modo naturale all’aperto, ma colpisce soprattutto gli animali che vengono messi a dormire in modo artificiale. In questo caso le tartarughe mangiano fino all’ultimo giorno, visto che non sentono la variazione di clima ed il metabolismo non rallenta progressivamente come nel caso del letargo naturale, quando le tartarughe vengono spostate improvvisamente nel contenitore per il sonno invernale e poste al fresco, l’intestino smette di lavorare e tutto il materiale alimentare si ferma nel canale digerente e può degradarsi.Infine le patologie che possono isorgere sono di origine traumatica, ma non dovute ad incidenti, ma in generale ad aggressioni da parte di roditori (topi e ratti). Bisogna essere molto attenti a scegliere il posto adatto dove posizionare il contenitore per il letargo, affinché la tartaruga inerme non venga disturbata da animali. Le tartarughe durante il periodo di letargo non sono per nulla reattive e possono servire come cibo per roditori, che rosicchiano le parti molli come ad esempio gli arti. Così facendo gli aggressori causano gravi mutilazioni alle tartarughe che spesso sono molto difficili da curare.Terapie ed interventoNel caso di insorgenza di patologie immediatamente dopo il letargo bisogna agire repentinamente, perché bisogna ricordarsi che gli animali appena svegli sono molto debilitati e potrebbero avere il sistema immunitario non ancora funzionante al cento per cento. Se i segni clinici interessano l’apparato respiratorio bisogna prime definire il sito dell’infezione, cioè se è interessato il tratto respiratorio superiore (rinite, rinotracheite), oppure il tratto profondo (bronchite, broncopolmonite o polmonite). A tale scopo può servire oltre alla visita e all’auscultazione, anche un’indagine radiografica. Nel caso di infezioni, oltre all’utilizzo di un antibiotico a largo spettro, può essere molto utile definire l’agente patogeno attraverso un lavaggio tracheopolmonare,  oppure un tampone retrofaringeo e successivamente effettuare un’antibiogramma per utilizzare antibiotici mirati. Se l’infezione è gastrointestinale, bisogna definire prima la causa. A tale scopo e per valutare la gravità della situazione può essere utile un’indagine coprologica sia al fresco che per flottazione, oltre naturalmente ad un esame radiologico. Se necessario si può effettuare un’indagine radiologica con contrasto per definire la gravità della situazione e la prognosi. A seconda del referto si utilizzeranno antimicrobici o antiparassitari adeguati. Nel caso in cui non si riuscisse a risolvere l’infezione con prodotti farmaceutici, se si rileva l’eventuale presenza di un’occlusione intestinale, poterebbe essere necessario un intervento chirurgico; per asportare la massa occludente, oppure per asportare il tratto intestinale gravemente danneggiato dal ristagno di materiale. Quando si è in presenza di traumi inflitti da roditori bisogna valutare naturalmente la gravità del danno. Dopo un’accurata pulizia, oltre ad un curettage se necessario, o meglio se possibile, potrebbe essere necessario l’impiego di antibiotici a largo spettro per combattere eventuali infezioni secondarie. Conseguentemente a ferite inferte da altri animali, le tartarughe possono subire gravi traumi psicologici, dovuti alla brutalità ed alla sorpresa di queste lesioni, che possono essere il motivo principale della difficoltà di curare il soggetto colpito. Per prevenire e limitare le patologie dovute al letargo, è sufficiente una buona educazione informativa del padrone dell’animale: consigliare di effettuare una visita approfondita prima del letargo, dove l’animale viene sverminato e valutata la capacità di poter affrontare il letargo e  appena dopo il risveglio dell’animale una visita per individuare eventuali danni o patologie a cui sono stati esposti gli animali. Naturalmente le patologie che possono insorgere dopo il periodo di letargo non si limitano solo a quelle precedentemente elencati in questa sede, ma possono essere di svariati natura. Le patologie elencate sono tra le più frequenti e possono essere molto pericolosi se non curate tempestivamente.