TARTARUGHE

L'ORIGINE DELLE TARTARUGHE


"Circa 200 milioni di anni fa,durante il periodo Triassico, quando incominciava ormai a delinearsi all’orizzonte il tramonto del lunghissimo impero dei dinosauri, esistevano già alcuni esseri corazzati la cui linea e le cui forme si sarebbero in seguito dimostrati sufficientemente perfetti da consentire loro di giungere fino ai giorni nostri con poche trasformazioni: si trattava delle prime tartarughe.I loro fossili più antichi sono stati rinvenuti nei giacimenti del Triassico in Germania e hanno permesso di dimostrare come alcune delle caratteristiche fondamentali di questi animali, quali il cranio molto robusto e composto da un numero ridotto di ossa o l’imponente corazza protettiva, siano comuni anche agli esemplari attuali.Nonostante i numerosissimi fossili studiati e le diverse teorie enunciate dai paleontologi nel corso degli ultimi 100 anni, l’origine delle tartarughe e l’aspetto dei loro antenati più prossimi continuano a rappresentare ancora oggi un mistero.Durante il Mesozoico, ossia dai 65 ai 225 milioni di anni fa, i rettili dominavano la Terra. Avevano fatto la loro comparsa nel periodo Carbonifero, evolvendosi a partire dagli anfibi e trasformandosi nei primi vertebrati adattati alla vita in ambienti aridi. Le loro uova, a differenza di quelle degli anfibi, non avevano bisogno di essere deposte nell’acqua ed  erano avvolte da un involucro protettivo che le isolava dall’umidità (o dall’aridità dell’ambiente).I loro polmoni  ben sviluppati, l’efficienza del loro sistema circolatorio e la fecondazione interna mediante gli organi copulatori del maschio furono alcune delle caratteristiche che facilitarono la sopravvivenza di questi animali.Durante il periodo carbonifero erano comparsi sulla terra alcuni piccoli rettili (della lunghezza di circa 50 cm.)chiamati Cotilosauri  (Ordine dei Cotilosauria), che sono probabilmente gli antenati più primitivi delle nostre tartarughe e tra i quali il genere Seymouria  costituisce probabilmente il gruppo più primitivo in assoluto. Questi animali erano caratterizzati  da un tronco grosso e leggermente compresso, da una coda corta, molto larga alla base e stretta all’estremità, e da zampe anch’esse corte e provviste di cinque dita. Si ritiene che i Cotilosauri presentassero la linea laterale, fattore che dimostrerebbe la loro esistenza anfibia.Attualmente è stato universalmente accettato che il più antico rappresentante dell’ordine dei Cheloni (Chelonia) sia il genere Eunotosaurus, sebbene tra essi e i Cotilosauri rimanga un notevole vuoto nell’ambito del registro fossile. Alcuni fossili di Enotosaurus africanus  furono rinvenuti nell’Africa meridionale in vari strati del Permico ( si trattava di reperti appartenenti a esemplari in cattivo stato): nonostante fossero forniti di denti e possedessero alcune altre caratteristiche comuni a rettili più primitivi, si ha ragione di credere che siano da considerare più vicini alle attuali  tartarughe che alle forme primitive tuttora sconosciute. La ricerca dell’”anello perduto” nella catena dell’evoluzione delle tartarughe continua ancora oggi.  Qui sotto sono riportate le cartine d'Italia dove viene evidenziata la distribuzione delle tre Testudo europee (le cartine sono di qualche anno fa. Al giorno d'oggi gli esemplari in natura sono sicuramente diminuiti e quindi in alcuni punti."fonte: http://www.tartarugheterrestri.it/