TARTARUGHE

Post N° 462


Verso novembre le testuggini avvertono la riduzione del fotoperiodo e della temperatura ed entrano in uno stato di torpore; entreranno in letargo rifugiandosi sotto terra ad una profondità di una decina di centimetri circa, per poi ricomparire a primavera quando gli stessi fattori ambientali che ha indotto il letargo assicureranno un metabolismo sufficiente alla sopravvivenza.È possibile aiutare gli animali a scavarsi la “tana” smuovendo la terra in ottobre, rendendola così più soffice; quando saranno interrati si potrà cospargere la superficie sopra l’ingresso della tana con delle foglie secche creando così uno strato spesso di materiale isolante che degradandosi assicurerà una temperatura meno rigida.È buona norma controllare che le zone dove le testuggini scelgono di andare in letargo non siano facilmente allagabili.Se qualche esemplare esita a scavarsi il rifugio sotto terra anche quando la temperatura si avvicina allo zero, è possibile porre l’animale in una grossa cassetta con foglie secche e metterlo al buio ad una temperatura di circa 5°C (ad esempio in garage). Le foglie vanno periodicamente inumidite per evitare la disidratazione dell’animale.All'arrivo della primavera, dopo circa tre mesi di letargo, la cassetta deve essere posta in un ambiente più caldo che permetterà alle testuggini di risvegliarsi. Per le testuggini nate pochi mesi prima del letargo lo stesso potrebbe rappresentare un problema; gli esemplari nati a luglio/agosto hanno il tempo necessario ad accumulare le riserve sufficienti per trascorrere l’inverno all’esterno in condizioni naturali.Alcuni esemplari meno sviluppati, meno vivaci o nati tardivamente rispetto la stagione potrebbero esitare a scavarsi il rifugio; si rende necessario prelevare questi esemplari e riporli in una cassetta riempita di foglie secche. L’operazione è praticamente identica come descritto precedentemente per le tartarughe in difficoltà. Per gli esemplari nati troppo tardivamente, in settembre ad esempio, si rende necessario allestire un terrario per mantenere gli animali in condizioni di non cadere in letargo; animali così immaturi non possono affrontare un letargo neppure se condizionate. Per mantenere la temperatura in un intervallo tra i 25 ed i 30°C è possibile utilizzare una lampada ad infrarossi mentre per assicurare una sufficiente sintesi di vitamina D si può posizionare nel terrario una lampada a spettro solare specifiche per rettili.I giovani esemplari mantenuti riscaldati avranno bisogno di alimentarsi anche durante l’inverno; sarà dunque necessario somministrare dei vegetali e mettere a loro disposizione dell’acqua.Questa pratica di mantenere le tartarughe sveglie durante la stagione fredda è assolutamente sconsigliabile per gli esemplari adulti in buono stato di salute. Solo esemplari debilitati o convalescenti possono essere privati di una fase di quiescenza così importante per la fisiologia delle testuggini adulte.Al risveglio è buona norma mettere a disposizione degli animali dell’acqua tiepida che gli stessi utilizzeranno per recuperare i liquidi persi durante il sonno. Animali particolarmente disidratati possono essere immersi in una vaschetta contenente acqua tiepida, assicurandosi che possano respirare senza difficoltà.Il sistema immunitario di questi animali è tanto più attivo quanto più la temperatura è ottimale per la specie in questione; esemplari malati o feriti non devono essere assolutamente indotti al letargo poiché lo stato patologico potrebbe aggravarsi non trovando una sufficiente resistenza da parte dell’animale debilitato. Solo a guarigione ottenuta e assicurata si potrà permettere all’animale di entrare in letargo.