TARTARUGHE

L'allevamento secondo...me


Col passare del tempo (chiamarla "esperienza" mi sembra ancora eccessivo) comincio ad inquadrare i diversi "tarta-amanti" (termine rubato a Roberto Duroni del Turtleportal) e, soprattutto, ad avere un mio pensiero riguardo l'allevamento di testuggini.Non penso di essere un'esperta...diciamo solo che mi ritengo una persona pratica ed obbiettiva (solo in questo contesto),non ci vogliono lauree nè paroloni forbiti per capire le necessità di un animale.Partiamo dall'inizio:le tartarughe, come tutti sanno, appartengono alla classe dei rettili, ciò significa che sono animali a sangue freddo (il metabolismo dei rettili è insufficiente a mantenere una temperatura costante idonea alla vita dell’animale e all’espletamento di tutte le funzioni vitali quali l’alimentazione, la digestione, l’escrezione delle sostanze di scarto,per questo motivo le tartarughe necessitano di energia solare per regolare la propria temperatura: siano tartarughe palustri o terrestri o acquatiche.(E qui potrei iniziare un discorso infinito sull'errato utilizzo delle lampade UV-B ed UV-A e sui cavi riscaldanti...).Le tartarughe "comuni", le Hermanni sono originarie dell'Europa meridionale (Balcani, Italia, Francia meridionale...), vivono in una grande varietà di ambienti: foreste, boschi, prati ecc...,quindi una regola basilare nel corretto allevamento è quella di ricreare il più possibile la vegetazione che troverebbero in natura.Per questo occorre conoscere profondamente le origini delle proprie testuggini, le loro necessità e le loro abitudini.Un errorre che noto di frequente è quello di disseminare nei terrari, nei giardini e nei recinti un'accozzaglia pazzesca di piante che poco hanno a che fare tra loro...Ricordiamoci sempre che sono animali "selvatici", non vanno classificati come animali da compagnia, devono, per così dire, essere lasciate in pace, non controllate morbosamente come spesso vedo fare.Certo, la pulizia del terrario, un'alimentazione più sostanziosa di quella che troverebbero in natura è obbligatorio offrirgliela ma teniamo sempre conto che questi animali in natura se la sono sempre cavata alla grande. E per questo inorridisco quando sento persone che allevano le loro belve come fossero animali fragili, indifesi ecc. Al contrario!Io personalmente amo le testuggini proprio per il motivo contrario: se in questi 280 milioni di anni la loro evoluzione è stata pressochè nulla significa che sono state in grado di adattarsi al mutare del mondo, del clima e del tempo...sono forti, coraggiose e bellissime.I raffreddori e l'inappetenza se le sono sempre fatte passare loro, no, non sto dicendo di non curarle, ma di considerarle sempre e comunque antichissimi animali. Già noi tarta-amanti, "sbagliando" le portiamo via dai loro habitat per accudirle come fossero bambini, evitiamo quindi di indebolirle con mille attenzioni...So che probabilemnte scatenerò l'ira di tutti i rettili-ossessionati ma è così che la penso e le mie splendide belve ne sono la dimostrazione pratica: niente incubatrice, un sano letargo con temperature invernali,ore passate sotto il caldo sole estivo ed un'alimentazione corretta.Certo ogni tanto anch'io le vizio, perchè, pur sapendo che anche l'alimentazione dovrebbe rispecchiare il più possibile il loro habitat (evitando banane,anguria ed altri frutti tropicali che in un ambiente come il nostro mai troverebbero), do loro qualche "goloseria nutriente"!Ma come posso resistergli!Gaia