TARTARUGHE

Post N° 625


La TESTUGGINE PALUSTRE EUROPEA (Emys orbicularis) è un rettile che un tempo viveva in tutte le aree umide sufficientemente ampie d' Italia. Frequenta i corsi d' acqua a lento scorrimento, gli stagni, i laghi e le paludi in cui cerca il cibo: invertebrati acquatici, piccoli pesci, anfibi e loro larve (girini), ma anche vegetali.Oggi la sua distribuzione è notevolmente diversificata a causa di molti fattori, tutti imputabili all' azione diretta o indiretta dell' uomo. Possiamo incontrarla ancora in Piemonte in pochissime aree isolate tra loro (è purtroppo estinta in Valle d' Aosta).Migliore è la situazione in Veneto ed Emilia Romagna, oltre che nelCentro-Sud (soprattutto Maremma tosco-laziale e Campania).La rarefazione si può purtroppo estendere anche a gran parte dei Paesi dell' Unione Europea, tanto che la specie è inserita nell'elenco di quelle prioritarie e meritevoli di particolare protezione.Quali le cause di questa drastica diminuzione? Innanzitutto la distruzione dell' habitat adatto: le paludi sono state prosciugate, i fiumi cementificati, le foreste lungo i corsi d' acqua stravolte daldisboscamento. C'è poi stata la persecuzione diretta con la cattura a scopi ornamentali o alimentari.Negli ultimi due decenni si è aggiunta una nuova minaccia, forse ancora più grave: la "liberazione" in Natura di una sua parente esotica, la cosiddetta "TARTARUGA DALLE GUANCE ROSSE" (Trachemys scripta elegans).
Si tratta, a detta di chi le vende, "di quell' animaletto grazioso che sembra proprio un giocattolo perfetto per i bambini: mangia poco (bastano pochi gamberetti secchi al dì), vive in poco spazio (le classiche vaschette con tanto di palma di plastica) e soprattutto costa poco".Questo è quello che la gente è indotta a pensare, ma le realtà è ben diversa: il 90% degli esemplari non supera in cattività il primo anno di vita perché si tratta di animali difficili da allevare. I pochi che sopravvivono possono raggiungere dimensioni ragguardevoli (25 centimetri di lunghezza in nemmeno dieci anni), tali da scoraggiare gli incauti acquirenti se solo questi ultimi lo sapessero!Non è nostro compito dare indicazioni dettagliate su come allevare questi animali (alimentazione corretta, acquario-terrario, temperatura, filtro e lampade per rettili, integratori vitaminici ecc.), ma dobbiamo ricordare quali siano gli aspetti non conosciuti del commercio di questa specie. E' vero che gli animali posti in vendita sono nati in cattività, ma da genitori catturati in Natura (costerebbe troppo allevare anche i riproduttori che una volta morti vengono sostituiti con altri catturati). Inoltre sono allevati in condizioni igieniche precarie (vi sono rischi enormi di salmonellosi).Immaginate poi in che condizioni arrivano milioni di neo-nati dagli USA all' Europa (di recente sono sorti allevamenti anche in Francia): dato il loro bassissimo valore all' origine, vengono stipati e muoiono a migliaia.
Nel 1997 l' Unione Europea ha emanato un regolamento (2551/97) che vieta la vendita di questa sottospecie, ma non citando le altre 12 sottospecie di Trachemys scripta e nemmeno le numerosissime specie imparentate con essa, ha semplicemente fatto spostare il mercato su animali molto simili, ma con gli stessi problemi gestionali ed ambientali. Cosa succede a quegli esemplari così fortunati da sopravvivere e diventare adulti? Il più delle volte sitrasformano in un ingombrante fardello di cui disfarsi.E quale posto migliore di un fiume o di un lago? In pochi anni in questo modo le nostre acque dolci sono diventate una seconda casa per queste tartarughe esotiche, causando incalcolabili danni alla fauna tipica dei nostri ambienti. In Piemonte le si può purtroppo osservare dappertutto, dai laghi di Avigliana (To) ai parchi cittadini (famose sono quelle della Pellerina a Torino), ai fiumi (il Po), sono rinvenibili persino in alcune zone risicole.Oltre ad essere animali estremamente dannosi per la fauna tipica delle nostre aree umide, essi possono entrare in competizione con le poche residue popolazioni di Emys orbicularis piemontesi a danno delle quali possono fungere anche da vettori di malattie e parassiti.Ci sono però alcune possibilità per chi non potesse più tenere le tartarughe: sono stati organizzati dei programmi di scambio tra privati ed esiste in Toscana un centro a cui si possono consegnare gli animali e che, per poche decine di migliaia di lire (come contributo "una tantum"), se ne prenderà cura a vita.Si tratta del Carapax, un' organizzazione che si occupa dello studio, della protezione e del reinserimento (ove possibile) delle tartarughe in Natura.Proprio per scongiurare i rischi collegati alla diffusione delle trachemys in libertà il Centro ha predisposto degli stagni recintati in cui queste tartarughe sono libere di vivere in condizioni molto simili a quelle della libertà, ma non possono diffondersi nella campagna circostante.L' indirizzo completo è:
CARAPAX SALVAGUARDIA TARTARUGHELocalita' Le Venelle, 1 C.P. 34 58024 MASSA MARITTIMA (GR)Tel. 0566940083 - Fax 0566902387 SITO INTERNET: E'ALTRI SITI CONSIGLIATI:http://utenti.lycos.it/chelon/trache1.htmwww.acquario.ge.itwww.carapax.org anche possibile contattare l'E.N.P.A. ( Ente Nazionale Protezione Animali) di Milano ( tel. 02/39267064), per consegnare a loro gli animali: provvederanno a portarle direttamente al centro. autore: Roberto MacarioFonte: http://www.wwfpiemonte.com