TARTARUGHE

INVASIONE DI TARTARUGHE NELLA DARSENA DI COMO


   
L’odiosa pratica di abbandonare, con l’arrivo dell’estate, i fidati amici a quattro zampe per potersi concedere una vacanza senza pensieri, inizia a colpire sempre di più altre specie animali. Tanto che si sta diffondendo, anche nel Comasco, l’abitudine di liberarsi di pesci esotici e tartarughe d’acqua. E per quanti abitano in riva al lago, cosa c’è di più facile che utilizzare le acque del Lario per svuotare acquari e terrari casalinghi' E in effetti si è notato un aumento, soprattutto nella darsena di Sant’Agostino a Como, del numero delle tartarughe.«È un fenomeno che conosciamo – dice Giulio Gridavilla, responsabile del dipartimento veterinario dell’Asl di Como – Le persone, così facendo, hanno lentamente dato vita a una vera colonia. Si tratta delle tartarughe di tipo californiano, che ben si adattano alle condizioni del Lario».Lo scorso anno, complessivamente, sono state oltre 16mila le tartarughe abbandonate nei torrenti e nei laghetti dei parchi pubblici italiani, in base alle stime effettuate dalla “Associazione italiana a difesa degli animali e dell’ambiente” (Aidaa). E la tendenza sembra essere confermata anche per il 2009. Per quanto riguarda la Lombardia, si preferisce “liberarle” nei parchi come quello della Villa Reale di Monza e appunto nella darsena di Como.«La presenza crescente segnalata in questi ultimi anni non è data dal fatto che le tartarughe si riproducono - continua Giulio Gridavilla - Dipende solo dall’abbandono, periodico, di nuovi esemplari nelle acque del lago».Sul problema è intervenuto Lorenzo Croce, presidente nazionale di Aidaa. «È il quinto anno che denunciamo il fenomeno degli abbandoni da parte di coloro che in vista delle vacanze decidono di disfarsi di questi animali - dice l’ambientalista - creando problemi all’ecosistema dei corsi d’acqua e dei laghetti, essendo le tartarughe animali estremamente aggressivi nei confronti delle altre specie ittiche. Tanto che spesso arrivano a provocarne la scomparsa».Numeri elevati riguardano anche la situazione dei pesci esotici. Ogni anno sono almeno 15mila gli esemplari rilasciati all’interno dei corsi d'acqua e nei laghi italiani. Ma non solo. Si calcola come siano oltre 380 le specie di pesci alloctoni (non appartenenti cioè alla fauna originaria) presenti nel bacino del Po e nel sistema dei Navigli milanesi. «Anche questo è un fenomeno esistente nelle nostre acque – aggiunge il responsabile del dipartimento di Veterinaria dell’Asl di Como - ma non è allarmante. Al di là della scorrettezza di quanti si liberano di animali solo perché fastidiosi. Si è notata la presenza di carpe o pesci rossi. Ma niente di più strano».Anche quest’anno l’Aidaa lancia una campagna contro tale fenomeno e invita a segnalare eventuali casi di abbandono.Fabrizio BarabesiFonte: http://www.corrierecomo.it