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Allenamento velocità e rapidità

Post n°4 pubblicato il 20 Febbraio 2009 da taekwondosbt
 

taekwondo

Rapidità e velocità sono concetti simili ma non identici; con il termine rapidità si fa infatti riferimento alla capacità di reagire ad uno stimolo nel minor tempo possibile e/o di eseguire con la massima velocità movimenti di singoli segmenti corporei contro scarsa resistenza.

Velocità è invece un concetto fisico generalmente riferito all'intero corpo che esprime il rapporto tra la distanza percorsa (spazio) ed il tempo necessario per percorrerla (V=S/T).

La rapidità dipende soprattutto dalla funzionalità del sistema nervoso ed è legata solo in parte a fattori energetici. Per questo motivo la rapidità è una capacità scarsamente allenabile (può migliorare ma soltanto nell'ordine del 18-20%).

Gli allenamenti rivolti al miglioramento della rapidità variano da sport a sport dato che un ruolo fondamentale è ricoperto dall'esperienza motoria e dalle capacità tecniche dell'atleta. Il risultato di questo bagaglio di esperienze motorie è la cosiddetta capacità di anticipazione che consente all'atleta di intuire, per esempio, la traiettoria e la velocità della palla in anticipo.

La capacità di sprint è invece caratteristica comune a numerosi sport ed il suo allenamento ha una notevole influenza sulla performance.

Prendiamo a titolo esemplificativo una gara di sprint sui 100 metri: la prestazione dell’atleta si compone di tre fasi distinte: nella prima la velocità aumenta (fase di accelerazione 0-30 m circa) fino a raggiungere il suo valore massimo che verrà mantenuto soltanto per pochi secondi (fase di massima velocità 30-70m). Nel tratto finale si assiste invece ad una inesorabile diminuzione della velocità (fase di velocità decrescente 70-100m).
In allenamento la capacità di sprint viene allenata attraverso ripetute di 30-40 metri con partenza da fermo o da corsa lenta. In questo modo si stimola contemporaneamente anche il miglioramento della capacità di accelerazione. Questa prima fase dello sprint è quella maggiormente sensibile alla forza mentre dopo i venti metri la componente nervosa prende il sopravvento. Nella maggioranza degli sport la fase di accelerazione è particolarmente importante (calcio, rugby, basket ecc.).
Durante le ripetute sui trenta metri l’atleta dovrà impegnarsi al massimo, senza riserve. A seconda del grado di preparazione atletica andranno scelti schemi di allenamento diversi. Mentre la lunghezza delle ripetute (30-40 m) non deve subire variazioni significative, il numero di ripetizioni ed eventualmente di serie sarà influenzato dal livello prestativo, dall’anzianità di allenamento e dalle caratteristiche dell’atleta.
Per uno sportivo di medio alto livello l’allenamento della rapidità di sprint può essere così impostato: 2 serie da 6 ripetizioni sui 30 metri con recupero di due minuti tra le ripetizioni e quattro tra le serie.
Ovviamente le prove di velocità devono essere precedute da un adeguato riscaldamento (almeno 15-20 minuti) non solo per prevenire infortuni ma anche per garantire la massima prestazione in allenamento (la temperatura interna dell’organismo dev’essere superiore alla condizione di riposo per garantire la massima efficienza metabolica).
Nel calcio e negli altri giochi sportivi in cui è molto portante curare la fase di accelerazione si possono utilizzare varie tecniche di allenamento più o meno correlate al gesto atletico. Per esempio l’allenamento speciale dello sprint può essere eseguito palleggiando con la palla (basket) o portandola avanti con i piedi (calcio).
La capacità di accelerazione si allena generalmente coprendo distanze comprese tra i 10 ed i venti metri (l’aumento di velocità tra i venti ed i trenta metri è infatti molto basso). Per rendere l’allenamento più divertente si possono effettuare gare di sprint con un compagno iniziando la ripetuta con un paio di metri di svantaggio e cercando di raggiungerlo nei pochi metri a disposizione. Per rendere l'allenamento della velocità più idoneo al gesto atletico si possono anche inserire percorsi a zig zag, dribbling tra birilli, salti di ostacoli, cambi improvvisi di direzione o accelerazioni e decelerazioni di durata variabile alternate da brevi tratti di corsa lenta.

Allenamento della forza e della velocità
La rapidità pura è il parametro più importante nello sviluppo della velocità. Tuttavia occorre prestare attenzione anche all’allenamento della forza soprattutto per migliorare nella fase di accellerazione.

All'inizio di uno sprint è importante avere una buona forza esplosiva (forza max) che viene utilizzata nell’appoggio e nello scarico a terra della potenza muscolare (gioca un ruolo determinante nei primi metri in cui vi è un maggiore tempo di contatto del piede).

E’ difficile allenare e conciliare l’allenamento per la forza con quello della velocità perché lo sviluppo di una tende ad invalidare l’altra.

Il metodo a contrasto è stato ideato per risolvere tale problema. Esistono due diverse tipologie di lavoro: contro tra le serie in cui si alternano serie con carichi pesanti a serie con carichi più leggeri e contro nella serie in cui si alternano carichi pesanti a carichi leggeri nella stessa serie. Queste tipologie di esercizio servono per stimolare maggiormente il sistema neuro muscolare: il carico maggiore comporta un’esecuzione più lenta dell’esercizio mentre il carico minore stimola la velocità di esecuzione, in questo modo si possono conciliare l’allenamento della forza e quello della velocità.

 
 
 

APPROVATO IL NUOVO REGOLAMENTO WTF

Post n°3 pubblicato il 05 Febbraio 2009 da taekwondosbt
Foto di taekwondosbt

La WTF ha concluso le votazioni per le correzioni importanti delle regole di combattimento. Questa votazione è stata fatta col sistema del voto elettronico tramite Internet. La stragrande maggioranza dei membri ha votato per il cambiamento delle regole di combattimento attuali.

I cambi principali sono:
- L' area di combattimento sarà ristretta a 8 x 8 m;
- Nuovo sistema di attribuzione punti: 1 punto per il calcio o il pugno alla corazza, 2 punti per le tecniche di calcio con rotazione, 3 punti per i calci al viso;
- Sarà disponibile il sistema di contestazione immediata dei punti attraverso l'utilizzo di video;
- Abolito il K.O. tecnico con lo stacco dei 7 punti e il limite massimo dei 12 punti;
- Nuovo sistema di ammonizioni: Ogni due ammonizioni viene aggiunto un punto all’avversario dell’atleta sanzionato;
- Installazione di un sistema di video - replay.

Le nuove regole verranno applicate nell' imminente Coppa Del Mondo a squadre del 2009 in giugno!

Un po' più di cambiamenti comprendono gli affari organizzativi:
- La World Taekwondo Accademy (WTA) sarà responsabile della formazione globale del Taekwondo, ricerca e sviluppo.
- Il comitato per l'istruzione della WTF cambiera ilnome in Comitato per l' istruzione, allenamento e sviluppo della WTF.
- Sarà istituito un comitato tecnico per Poomsae.

Le nuove regole saranno presto trasmesse a tutte le federazioni nazionali.
Soltanto dopo questa comunicazione potremmo sapere quando applicheranno queste norme in Italia!

 

 
 
 

Il Volantino del corso di Taekwondo

Post n°2 pubblicato il 15 Gennaio 2009 da taekwondosbt

Il corso è fantastico e il Maestro è mitico!!!

volantino 2008 base copia

 
 
 

Da RivieraOggi del 18/09/2008

Post n°1 pubblicato il 06 Gennaio 2009 da taekwondosbt
Foto di taekwondosbt

Il Taekwondo approda a San Benedetto del Tronto

Sarà il Maestro Khalil Riad ad insegnare questa disciplina olimpica, medaglia d’argento ai giochi di Pechino 2008 per opera di Mauro
Sarmiento

SAN BENEDETTO DEL TRONTO - Il Taekwondo è un’arte marziale coreana, conosciuta ed apprezzata per la spettacolarità delle sue tecniche, il dinamismo e l’efficacia dei colpi. Il termine Taekwondo significa letteralmente “arte del combattimento con pugni e calci in volo” anche se il concetto di “arte” è riduttivo, poiché "Do", in coreano, implica più profondi concetti di natura filosofica. Il moderno Taekwondo, nella sua evoluzione, ha acquisito caratteristiche uniche nel panorama delle discipline orientali, tanto che, dopo essere stato introdotto come sport dimostrativo alle Olimpiadi di Seul 1988, è divenuto sport ufficiale da Sidney 2000. Attualmente, tale disciplina è esercitata, in tutto il mondo, in più di 164 nazioni da oltre 50 milioni di persone.

Il Maestro Khalil Riad è in Italia da 20 anni, ma pratica il Taekwondo in modo professionale da oltre 30 anni. Possiede il diploma di Istruttore e Maestro della WTF (World Taekwondo Federation) e della FITA (Federazione Italiana Taekwondo).

Maestro Riad, dopo tante edizioni olimpiche, solo quest’anno l’Italia è riuscita a conquistare una medagli nel Taekwondo. Quanta importanza dà a un’impresa simile per la diffusione di questo sport nel nostro Paese?

«Moltissima, perché una medaglia olimpica in uno sport così poco conosciuto in Italia (ma praticatissimo all’estero, ndr) dà slancio, visibilità e nutrimento allo sport stesso. Grazie a Mauro Sarmiento, la gente ora sa che esiste un’arte marziale che si chiama Taekwondo e magari avrà interesse a provare a praticarla. C’è da dire, però, che il Taekwondo visto in Tv non è che una piccola parte del Taekwondo globale. Il Taekwondo tradizionale, infatti, è dinamico, aerobico, spettacolare. Ciò che il pubblico ha visto alle Olimpiadi non è neppure il 10% delle potenzialità di questa disciplina».

Solitamente, quando si parla di arti marziali, vengono associate ad una pratica esclusivamente maschile perché più congeniali soprattutto da un punto di vista fisico. A Pechino però abbiamo potuto apprezzare anche combattimenti agguerriti fra donne…

«La maggior parte delle donne non sa che questo sport è adatto a loro. La preparazione del Taekwondo è basata principalmente sullo stretching e sulla scioltezza dell’anca. Notoriamente, le donne sono superiori all’uomo in questo campo. E poi non è vero che per loro è pericoloso. Ha visto come sono protette in gara? Indossano caschetto, corazza, paratibie e parabracci. E, una volta infilati di nuovo i loro abiti quotidiani, non perdono nulla della loro femminilità: sono belle, eleganti, gentili ed aggraziate come tutte le altre donne».

Quali capacità sviluppa a livello fisico e mentale la pratica di una simile disciplina?

«Il Taekwondo migliora molteplici aspetti ed i progressi, sotto il profilo delle capacità coordinative e condizionali, sono quasi immediati. Colui che pratica in modo assiduo il Taekwondo acquista rapidità, coordinazione e resistenza. In più, ottiene ottimi benefici per quanto concerne il controllo del proprio corpo e delle proprie sensazioni e capacità di adattamento e trasformazione».

A causa di gravi fatti di cronaca, si discute sempre più spesso di sicurezza e tecniche di autodifesa. Lei, Maestro, ritiene che il Taekwondo possa essere un’arma efficace per affrontare situazioni spiacevoli che possono accadere nella vita di tutti i giorni?

«Questa è una domanda in cui ognuno dice la sua e la risposta definitiva non esiste. Per quel che mi riguarda, io ritengo, a differenza di molti, che l’autodifesa non debba essere scissa dall’arte marziale. L’arte marziale, in quanto “arte della guerra”, è sia offesa che difesa. Non si possono trattare le due cose separatamente, perché nascono da una stessa matrice, che insegna ad attaccare e a difendersi dagli attacchi. Calci, schivate, uscite, finte, parate e pugni vengono utilizzati per tutti e due gli scopi. E purtroppo spesso ci tocca usarli in occasioni che vorremmo evitare, ma che spesso si presentano a prescindere dalla nostra volontà».

Talora si associa la pratica delle arti marziali a comportamenti aggressivi. Lei ritiene che queste discipline possano sviluppare un lato negativo nel praticante?

«Al contrario. Lo stress della vita quotidiana, i problemi di socializzazione, il nervosismo, la rabbia vengono canalizzati nell’allenamento in palestra e dissolti. La pratica, non solo del Taekwondo ma di tutte le arti marziali, aiuta a scaricare ansie e tensioni che altrimenti coverebbero in noi facendoci vivere male. Nella mia lunga esperienza, ho potuto constatare che, di fronte ad un allenamento a carico sostenuto, problemi familiari, incomprensioni, difficoltà scolastiche e frustrazioni lavorative scompaiono e gli allievi si allontanano da comportamenti aggressivi non socialmente adeguati».

Per altre informazioni su questa disciplina: taekwondosbt@libero.it

 
 
 
 
 

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