Esisto e Resisto

IL LIBRO DEL VUOTO


"Espongo in questo Libro del Vuoto la Via di Heiho di Niten Ichi-ryu. 'Ku' significa 'vuoto'; 'Ku' è ciò che non si può conoscere. Naturalmente il vuoto è il nulla. Praticando la forma, si percepisce il vuoto. Questa è la natura di 'ku'. In genere, quando non si può capire qualcosa, si tira fuori 'ku' ; ma questo non è veramente 'ku'. Questo è ignoranza. Se un bushi sulla Via di Heiho non comprende il suo dovere, questo è 'non-Ku'. Quando si ha avuto un cattivo insegnamento, o si seguono falsi princìpi e non si riesce a risolvere i problemi essenziali, chiamare questo 'ku', non è far uso del vero significato.Per un bushi, conoscere a fondo la Via di Heiho, studiando le altrediscipline, comprendendo chiaramente il suo dovere senza coltivare ambizioni nel cuore, affinando la saggezza e la forza di volontà, sviluppando l'intuizione e il potere dell'attenzione, giorno e notte, quando i veli dell'illusione sono scomparsi, allora avviene la comprensione del vero 'ku'. Finché uno resta ignaro della vera Via è convinto di essere nel giusto perché crede nell'insegnamento di Buddha, o in qualsiasi altra fede del mondo. Ma quando assume il punto di vista della vera Via e vede la realtà del mondo dalla giusta prospettiva, si accorge quanto divergano quelle vedute a causa dei pregiudizi dell'individuo e delle errate posizioni di partenza. Giungi alla corretta considerazione prendendo per base la sincerità di spirito e l'onestà interiore; pratica Heiho quotidianamente; sforzati di percepire correttamente e chiaramente la realtà. Fai di 'ku' la tua Via e che la tua Via sia 'ku'. Il dodicesimo giorno del quinto mese del secondo anno di Shoho." Questo era il quinto libro...e tutti e cinque libri parlano in sostanza  della via di Haiho, l'arte, la via del guerriero. Un praticante di tale via era un esperto di  armi e tecniche di combattimento, ma la sua vera forza, non era nella spada e nella destrezza  manuale con cui sapeva maneggiarla, ma nella fermezza interiore e nel distacco. Un samurai era tale solo agli occhi altrui, non ai suoi, non ne aveva, era  gia' morto. Per un samurai non c'era un domani, non c'era un ieri, non c'era nemmeno il presente, c'era solo il qui e ora, era il qui e ora, era il Ku. Il Ku era tutta la sua vita, tutta la sua esistenza, tutti i suoi ieri,  oggi, domani."Un colpo, una vita" una massima tratta dal celeberrimo libro "Lo zen ed il  tiro con l'arco". Un colpo, una vita; tutta la vita, tutta l'esistenza in un  solo colpo, qui e ora. Questo era il senso, il significato, non c'e' il combattente,  non c'e' il combattuto, non c'e' il combattimento, c'e' solo il qui e ora, un colpo,  un colpo solo che e' tutta la vita, tutta l'esistenza del combattente, del  combattuto, del combattimento. Non provava avversione ne' timore per l'avversario, cosi' come non provava attaccamento per la sua o altrui vita. Un samurai non aveva una vita,  perche' non c'era nessuno a possederla. Il samurai agli occhi altrui era il peggior  nemico che si potesse incontrare, non aveva niente da perdere, a cominciare dalla cosa  piu' preziosa, la sua stessa vita. La via di Heido era una via del distacco, una via di centratura interiore,  una via del qui e ora, una via quindi realizzativa. Non a caso Zen e samurai vissero profonde correlazioni. La spada, le tecniche, i combattimenti, divenivano solo aspetto esteriore, manifesto, fenomenico, di una fermezza, di una costante, di un distacco che era tutto interiore.