UNHOLY

UNA SERA COME UN'ALTRA


Buio pesto. Mi sveglio e so che fuori c’è poco sole. Crampi allo stomaco e mal di testa: forse dovrei cominciare a prendere sbronze in serie, almeno svegliarsi così avrebbe senso…Un altro giro in macchina, un altro paio di strade imboccate a caso, solo perché paiono portare lontano dalla confusione e dalle luci. Scivolare senza fretta per stradine larghe un francobollo, costeggiate da fossi invasi dai rovi, qualche sporadico lampione dalla confortevole luce arancione a segnare incroci in mezzo al niente, crocicchi per streghe. Una volta tanto non spingo sull’acceleratore come se avessi fretta di arrivare da qualche parta, come se scappassi da chissà cosa o ci fosse qualcuno ad aspettarmi. Niente “Steel Tormentor”, solo un finestrino abbassato che mi costerà un male boia alla spalla. La serata è stata deludente ma forse non infruttuosa. Non faccio conti, non guardo le carte che ho in mano: fisso la strada che non mi porta da nessuna parte, che pare eterna. Curioso come sembra che certi attimi si dilatino all’infinito e con loro lo spazio che li circonda.