UNHOLY

COSI' TANTO PER PARLARE A VANVERA...


Sono mediamente presuntuoso. Data questa mia presunzione ogni tanto mi metto a "riflettere”: un parolone che uso quando, con una bottiglia di birra i mano, il culo sulla sdraio e i piedi sulla fioriera, cazzeggio a ruota libera guardando il cielo e l’erba.Desiderare.Ho sentito dire spesso che desiderare è un errore, tanto più quanto più è “distante e irraggiungibile” l’oggetto del nostro desiderio. C’è chi consiglia di non desiderare niente ma sono troppo ignorante in materia di certe filosofie orientali per permettermi una disquisizione “forbita” sull’argomento. Vivere è una questione di chimica e fisica interlacciate da regole matematiche, così mi si insegna da più parti,  ciononostante pare spesso che questo meccanicismo non sia sufficiente a sostenere la vita.Credo che desiderare sia il motore della nostra esistenza, opinione non condivisibile, chiaro. Facilmente il vecchio mi direbbe:”è tutta una questione di bisogni riproduttivi: dobbiamo perpetuare la specie, tutto il resto è di contorno”…il vecchio sa il fatto suo quando argomenta con la biologia (maledetto evoluzionista!!! ahahah)…eppure…Io sono solo uno che scarabocchia su un blog o su un pezzo di carta ma mi viene in mente che, forse solo una sciocchezza, l’uomo non aveva bisogno di volare ma ha sempre desiderato farlo, l’ha sempre sognato…forse, sicuramente!, saremmo in grado di vivere benissimo anche senza poter volare, eppure qualcuno l’ha desiderato talmente tanto da riuscirci…cosa vuol dire? Probabilmente niente, I’m just a bard of fools, you know, ma credo che desiderare ci faccia sentire vivi, ci faccia essere vivi. Ogni cosa ha un suo perché e le ragioni biologiche ed evolutive sono più che valide: dimostrabili e riproducibili (suppongo). Possiamo smontare ad ogni passo la magia di questo mondo eppure, forse solo per la paura che tutto si riduca a una serie di legami di carbonio, desideriamo e quando lo facciamo siamo vivi davvero.Desiderare?Alle volte desiderare è come morire un po’Cercare forme perfette per pensieri incompiutiLe frasi si accavallanoVuote nella loro ridondanzaE io mi perdo in questo Fissando il vuoto che si stende tra me e le parolePensieri che durano un attimoChe mi scivolano dalle ditaMentre tento invano di afferrarli per la codaAlle volte desiderare è come morire un po’Lasciare indietro quello che eri Contratto e teso nello sforzo di raggiungere  qualcos’altroMagari aprendo gli occhi a metà del voloSolo per scorgere l’abisso vuoto sotto la tua panciaE inorridireAnnaspare e dimenarsi come uno che  affoghiTentando di arrivare a tutti i costi all’altra spondaPerché se cadi nel mezzo non sei più nessunoNon sei più niente e mai lo sarai più(Essendo così presuntuoso mi permetto anche di usare un quadro di Dalì come immagine! tiè ghghgh)