UNHOLY

Previously Unreleased


Ho alle spalle un bel viaggetto, davanti ancora ferie e tempo da buttare. Come al solito sono le ombre pallide a chiamarmi sulla soglia del sonno e presto mi trovo a fissare il cielo, sulla solita sdraio sgangherata. Penso alle parole di un’amica, ripenso a quante volte mi sono reso conto che forse la gente non ha un’esatta percezione di me. “Non raccontarmi più niente del tuo passato, voglio pensare che sei come ti ricordo…”. Ho fatto cose così terribili? Forse. Forse no. Ho fatto cose di cui poi mi sono pentito, non ho fatto cose che avrei voluto e mi sono pentito anche di questo. Eppure l’idea che certe persone hanno di me alle volte mi lascia perplesso. Quanto ci sia dietro lo specchio di due occhi grigi non lo so nemmeno io, so che più di una persona scapperebbe a vedere tutto, so che più di qualcuno non ha retto e ha preferito la solida apparenza e un tiepido assaggio di quello che poteva essere la realtà, forse solo quella malinconia congenita che talvolta dà noia anche a me o il fatto che, a dispetto delle apparenze, posso essere cinico anche io e posso ferire. L’aria è fresca e umida e le nuvole sembrano veli sottili, traslucidi, mentre passano pigre davanti alla luna. Lentamente i pensieri scivolano lontano, piccoli attimi di quiete che si ripetono.Lascio che la testa mi si svuoti: è l’unica cosa di cui ho bisogno ora. E così strani sogni si allungano in volute di fumo e lentamente scompaiono, perdono ogni significato se non quello di essere per se stessi, mentre li osservo, perso come in un teatro magico.