Creato da GreatFang il 01/05/2006
behind blue eyes...Script for a Jester's Tears
 

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« IN GIRO...Messaggio #39 »

UNA SERA COME UN'ALTRA...

Post n°38 pubblicato il 28 Maggio 2006 da GreatFang

Un po’ di mal di testa e molta indolenza. Un buco, come una sensazione di vuoto, un malessere che mi lascerò scivolare addosso. Nessuna grande bevuta ieri sera, almeno non per me. Qualcun altro doveva festeggiare e così a fatto: dopo mezzora era nuovamente da ritiro della patente, qualcuno è arrivato già in condizioni pietose. Ma quei due…

Se ne stavano lì, imbesuiti davanti al video poker, belli pieni, urlandosi a distanza ravvicinata consigli e maledizioni, tirando pacche alla macchinetta che li più delle volte li derideva e lo faceva ancora di più quando, a fronte di puntate non indifferenti, concedeva loro un misero fiotto di monetine. Due come tanti, lui e lei: l’uno, capelli unti tirati indietro, un catenaccio d’oro al collo, il naso schiacciato di chi pare averne preso un bello dritto in faccia; fasciata in una sorta di completo/tutina mal contenente troppa abbondanza  l’altra, mesch (?) e una tinta bionda agli sgoccioli, pressata da una ricrescita scura e avanzata. Infondo perché osservarli, ascoltare tutto il casino e le urla impastate? Pur essendogli ad un metro di distanza, intento ad osservare un titanico derby su un calcetto scassato, avrei potuto benissimo ignorarli, come di solito faccio con questa interessante quanto variegata genia, tuttavia…

Il piccolo avrà avuto 4, forse 5 anni, capelli corti corti, veloci da lavare e da asciugare, occhietti vispi e tanta noia addosso. Si aggirava attorno ai genitori, alle volte tentando di prendere parte al gioco, abbarbicato su uno sgabello da bancone, alle volte chiedendo al padre monetine per i videogiochi lì vicino. Invariabilmente la risposta, nei modi e nei termini, era la stessa: si ritrovava la faccia del padre a pochi centimetri dalla sua, sputacchiante gli urlava di non rompere i coglioni. Afferratolo per un braccio scuotendolo gli diceva di starsene zitto e fuori dalle palle, fermo, altrimenti avrebbe combinato danni, il peggiore dei quali, suppongo, sarebbe stato quello di sconcentrare lui e l’abbondante consorte da questioni ben più importanti. Deterrente contro eventuali disobbedienze, naturalmente, la minaccia di una buona dose di sberle. Via, coda tra le gambe, a sedersi da qualche parte, zitto e buono. Soprattutto zitto.
Ogni tanto tornava all’attacco, invariabilmente con lo stesso risultato.

Di tutta questa patetica e nauseante scena, che mi rendo conto non esser riuscito a rendere bene, mi è rimasta impressa la violenza di quei modi e di quella voce e più di tutto il motivo di tanta “ira”. Mi sono buscato i miei begli scappellotti a quell’età (pare non mi abbiano raddrizzato poi troppo…) e anche io ho preso la mia buona dose di parole. Ma la rabbia ed il fastidio nella voce di quel tizio e l’indifferenza della donna sul momento mi hanno fatto venir voglia di fiondargli la testa dentro la macchinetta che amavano tanto. Passati in rassegna gli sguardi della mia combriccola mi sono accorto di non essere l’unico a nutrire simili desideri.

Arrivati altri bambini il piccolo trovò di che distrarsi, nell’attesa che i genitori perdessero abbastanza soldi da poter tornare a dedicargli maggior (e si spera miglior…) attenzione.

Lungi da me dare giudizi…anche se la voglia è tanta… È solo una scena che ho visto, che non mi è piaciuta e della quale ho preso nota.

Io la mia idea ce l’ho, chi legge si faccia la sua.

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Commenti al Post:
pauline7
pauline7 il 29/05/06 alle 22:43 via WEB
che miseria..
 
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