Tallund

Spaccacranio


L'Arte merita la maiuscola quando è sciamanica, ossia quando guarisce. Prendete per esempio Il Nome della Rosa e American Gods. Umberto Eco e Neil Gaiman, due autori lontanissimi l'uno dall'altro sia per stile che per genere. Due maestri nell'arte della scrittura e dell'affabulazione. Eppure, l'uno è un artista, l'altro è Artista. Ho nominato questi due libri perché sono tra quelli che più mi hanno dato gioia nel leggerli. Ma qui siamo in presenza di un illusionista e di un Mago. L'illusionista Eco capta solo l'eco dei sogni che ha visto, li osserva da comodo spettatore e sa che non sono altro che attori inesistenti. E comunica questa sua superficialità al lettore, ovviamente. In poche parole, Il Nome della Rosa è una bellissima storia che ti accompagna per un tragitto più o meno lungo nella tua vita e poi sbiadisce. Ritorna nella pura illusione da cui era nata. Il Mago, invece, ha una marcia in più. Eco ha un'utilitaria, Neil Gaiman ha un disco volante a energia solare. Gaiman non si limita a osservare il sogno, lo vive, lo sperimenta. Sa che le visioni che sperimenta sono reali, solo esistenti in un altro piano di realtà. E funge da sciamano con il lettore: mette in contatto quest'ultimo con archetipi ed energie dalla potenza illimitata. Una volta terminata la lettura del libro, la visione ha concluso la sua missione, ma non scompare. Rimane nel tutto, un vento stellare che corre libero nel Multiverso. Qual'era la sua missione? La sua missione era un poco splatter: spaccare ad asciate il piccolo cranio del lettore e lasciare che la mente si espandesse illimitata, pronta a sperimentare la grandezza di infiniti mondi.Questo è quello che sto cercando di fare con il mio libro. Non vuole essere un libro "fantasy" (dio quanto sono brutte le etichette). Vuole essere un rituale magico camuffato da racconto.