Tallund

Sfantasy Magazine


E' un gran peccato. Il sito fantasymagazine potrebbe essere bello, accattivante. Potrebbe far pensare e riflettere, potrebbe dimostrare come il fantasy è qualcosa di più che un semplice genere per dissociati, nerds o adulti con eterni istinti infantili. E invece no. Una valanga di articoli sui vampiri che vanno tanto di moda o una serie infinita di recensioni di film sui supereroi x-man (il peggio del peggio di hollywood) o il faccione di Russel Crowe il nuovo Robin Hood made in USA. O peggio ancora, le winx (le piccole fatine anoressiche della TV), l'orco buono Shrek, e il capolavoro (del market-capitalsimo) di Geronimo Stilton. Ma allora perché non il Fantabosco? Almeno è fatto con cura da artisti competenti. E allora, mettiamoci anche i Flinstones. E i puffi, dove vogliamo metterli? In fondo sono una specie di Na'vi, no? E buttiamoci dentro anche qualche notiziario del TG1 (più fantasy di quello!).Non dico di non aver mai letto nulla di interessante sul sito in questione, anzi. Le rubriche, gli approfondimenti e le interviste spesso sono appetitose. Ho letto recensioni di libri che sono dei veri gioielli (sia recensione che libro).Quello che a me piacerebbe (ma, infondo chi sono? non sono neanche iscritto al forum di fanatsymag), è un sito che presenti un fantasy (e fantascienza, why not) di alta qualità. Mi chiedo: è giusto inserire tra un articolo sugli x-man e xena (la principessa guerriera di mediaset) un'intervista a un certo Terry Pratchet? O sotto una recensione dell'ultimo libro di Stilton, un trafiletto su Michael Moorcock? Si dirà: e ai più piccini, chi ci pensa? Di sicuro, rispondo io, è meglio non pensarci affatto che propinare loro libri e film scadenti, squallidi, inutili. A costo di perdere qualche vistitatore, non è meglio di Geronimo Stilton parlare chessò del Cavaliere Inesistente? Non è, quest'ultimo, altrettanto fantasy e scritto leggermente meglio?Ripeto, trovo che fantasymagazine potrebbe avere grandi potenzialità di ridare la giusta importanza alla letteratura di genere, e invece manda (quasi) tutto alle ortiche.