Tallund

Il Grande Fratello Nano


Seguendo la logica del bipensiero del Partito, lo definirei un "capolavoro orrendo". Un capolavoro perché Orwell ha previsto con terrificante chiarezza quello che sarebbe stato il mondo del futuro: il potere dei media e di chi li gestisce (noi italiani ne sappiamo qualcosa?) e di come questi possano schiacciare ogni minima traccia di libero pensiero. Orrendo, perché non c'è la minima traccia di speranza e, questo, ahimè, non riesco a sopportarlo, gente. Sono, difatti, un lettore/scrittore con un grosso difetto: voglio, pretendo, il lieto fine. Mi accontento di una vaga speranza, che sia pure solo un miraggio, un'utopia, una lontana fantasia. Prendi i protagonisti, buttali nel fango, torturali, racchiudili in prigioni di fango sotto terra ma, alla fine, devi dargli una possibilità, uno spiraglio di luce. In 1984, non c'è niente di tutto ciò. La speranza non c'è né all'inizio, né a metà, né alla fine del libro. Il nero più assoluto.P.S. Il Ministero dell'Amore, luogo dove si praticano le torture, non poteva non ricordarmi il Partito dell'Amore, luogo dove si coltiva l'odio. Mr.B, il Pagliaccio, si sarà ispirato al libro di Orwell? Poco probabile, il Pagliaccio non sa neanche cosa sia un libro, non riesce neanche a pronunciare quella parola astrusa: "Libvro... l... lbiro... b... bliro..." . Forse a ispirarsi al capolavoro di Orwell sono stati coloro che gli stanno dietro e che lo manovrano come un fantoccio? O forse, semplicemente, è qualcosa implicita nella natura umana quando viene a contatto con il potere?