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Post N° 152


“Qual è il suo sogno adesso?”“suonare tanto, tanto, tano Bach. Ovunque, in Francia, negli stati Uniti, in Italia, ovunque..”  “ (…) Il nostro lavoro è già un sogno, il mio augurio può essere soltanto quello di scrivere ancora tante lettere di democrazia che sono i dischi. Dischi dischi e dischi…” Così Ramin Bahrami, “soldato delle note”, come lui stesso si è definito, chiude questa mattina  una suggestiva intervista dedicata al disco “l’arte della fuga” , esecuzioni di Bach inaspettatamente volate al 52° posto nella classifica POP .In un dolcissimo italiano cadenzato e melodico, il trentenne musulmano di Teherann ha spiegato l’universalità del luterano compositore di Turingia, la modernità delle sue note rigorose, la semplicità con cui le sue armonie si possano prestare a rivisitazioni senza snaturarsi, e con la stessa amorosa passione ha parlato di politica, di tolleranza e rispetto, dei suoi concerti come “biglietti da visita per la pace” . Non nasconde neppure la sua opinione sul presidente iraniano e le sue teorie antisemite: “Gli ebrei sono come nostri fratelli maggiori. Nostri e dei cattolici, nutro per loro e la loro cultura un profondo rispetto” … “consiglierei ad Ahmadinejad di rileggersi Zarathustra, se comprendesse le sue parole di tolleranza e pacificazione, cambierebbe, e non parlerebbe più così”.Probabilmente il consiglio rimarrà inascoltato, o non sortirà gli effetti sperati, però le note di Bach sono davvero bellissime e l’augurio che potremmo fare a lui e al mondo è quello di tornare a suonarle presto in un Iran democratico.QUI, nell'attesa, un altro, emerito "bacchista"(?)