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Post N° 153


Proprio in questi giorni l’Iran ha confermato l’arresto di Haleh Esfandiari (Direttrice del Dipartimento Medio Oriente del Centro «Woodrow Wilson» di Washington) formalizzando anche l’accusa: aver tentato di rovesciare il sistema islamico al potere in Iran.Esfandiari, che aveva lasciato  l'Iran nel 1979 dopo la rivoluzione khomeinista  era tornata alla fine del 2006 per visitare la madre malata. Lo scorso gennaio le venne sequestrato il passaporto, i parenti raccontano poi di numerosi interrogatori precedenti la sua scomparsa. Adesso le autorità confermano la detenzione della donna 67enne nel carcere di Evin, la tv iraniana nel dare la notizia ha sostenuto che Esfandiari e il Centro Wilson hanno tentato di complottare per rovesciare il governo iraniano, ponendo in essere una rete «contro la sovranità del Paese». Altre notizie riportano il sospetto che la donna possa essere una “spia israeliana”.Chissà se Emergency e co. avrà tempo e modo di occuparsi della questione, dico, vista l’energia spesa per indignarsi dell’arresto di Hanefi da parte del governo Afgano. Magari potremmo fare un forfait e dedicare la stessa eco mediatica del caso Hanefi a tre (3) altri prigionieri un po’ meno illustri: la Esfandiari (statunitense detenuta in Iran),  Alan Johnston (inglese rapito a Gaza) , Gilad Shalit ( Sabre, israeliano rapito al confine con la Striscia) .  Mica per far delle polemiche, giusto così, per una par condicio della detenzione coatta,  magari anche per dire con un po’ di ingenuità che un essere umano detenuto ingiustamente va difeso da tutti  con tutte le forze.Sia esso amico di Strada, degli Stati Uniti o di Israele.