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Titolo originale: Apocalypto
Regia: Mel Gibson
Sceneggiatura: Farhad Safinia ,Mel Gibson
Fotografia: Dean Semler
Musiche: James Horner
Montaggio: Kevin Stitt ,John Wright

Durante la fase finale e più turbolenta della grande civiltà Maya, un uomo, la cui idilliaca esistenza è stata brutalmente sconvolta dalla ferocia degli invasori, intraprende un viaggio irto di pericoli in un mondo dominato da paura e oppressione, dove lo attende una fine straziante,  Quando gli eventi precipitano, spinto dall'amore che nutre per la sua donna e la sua famiglia, il nostro protagonista, tenterà di tornare a casa, con una fuga finale molto avvincente nella foresta piena di intrighi e pericoli, per riuscire a salvare il suo mondo e la sua vita.

Apocalypto verrà ricordato sicuramente più per lo scalpore che ha suscitato, che per la valenza filmica dello stesso. Gibson utilizza la violenza come massimo veicolo espressivo in alcune scene, la stessa violenza che pare assolutamente forzata, ed alcune volte anche inutile. La sceneggiatura sembra un po’ affrettata  non all’altezza, e priva di quel pizzico linearità che avrebbe destato più interesse per lo spettatore. Il regista tenta in qualche modo di riprendere il filone stilistico della sua precedente opera “The Passion”, con l’utilizzo della lingua aramaica, ed in Apocalipto l’uso del dialetto maya lo “yucateco”, utilizzando i sottotitoli. 

C’è da dire però che con numerose scelte sicuramente coraggiose, Gibson dimostra di essere un grande regista, e che sa dove mettere la macchina da presa, le numerose scene della fuga nella foresta sono riprese con maestria, riesce a dirigere splendidamente un cast di attori non professionisti, cosa sicuramente notevole