Tele Gibuti

NON DORMIVO, RIFLETTEVO (2)


In secondo luogo, altra osservazione ricorrente, “qual è il senso di Telegibuti? Perché impegnare energie in una cosa che, se non procura amici, crea sicuramente inimicizie e antipatie?” Ho la fortuna e forse anche l’abilità di saper fare più mestieri – da quelli manuali a quelli intellettuali – e non dipendo da Tizio o da Caio: quando tutto manchi posso fare altro. Sono pertanto in condizione di dire quello che penso assumendo le mie responsabilità: non è poco. Il blog testimonia, sia pur dall’esilio, la mia presenza: sono in molti a volermi fuori da tutto o a volersi appropriare di ciò che faccio, salvo poi sputarci sopra quando le loro manovre non riescono. Ho imparato molte cose dall’esperienza ed ho capito che innanzitutto è importante esserci, poi Dio provvede. Non sono così convinto che il blog procuri solo inimicizie e non credo di essere il solo a condividere i pensieri espressi nei post: c’è più d’uno che si riconosce in quel che scrivo. Il problema reale, quello su cui sto riflettendo, è il passaggio da una semplice condivisione alla compartecipazione. Non credo nelle formule consuete: creare un movimento, poi un’associazione e quindi un posto dove la gente va a giocare a carte. Viviamo in tempi diversi e sento la necessità di sperimentare altro. (continua)