Tele Gibuti

IL TEMPO DI VENDOLA


E’ stata pubblicata su www.coratolive.it una lunga analisi della situazione politica attuale con alcuni propositi di mutamento dello scenario elaborata dall’avv. Francesco Stolfa. Il testo, che spazia dal livello nazionale a quello locale, contiene molte osservazioni condivisibili e altre su cui ci si può confrontare. Condivido l’idea che questo sia il tempo delle persone come Vendola, delle persone cioè che fondano un Partito personale o giù di lì e che dicono di essere cattolici sì ma a modo loro, socialisti sì ma a modo loro, comunisti sì ma a modo loro, che dicono di essere questo e tanto altro tutto insieme ma a modo loro. Ritornare pertanto a parlare di “cattolicesimo liberale” o “migliorismo” significa parlare di due cose che hanno profonde e ben riconoscibili radici ma che negli effetti oggi sono troppo confuse, proprio perché ognuno tira la coperta dalla sua parte. Il risultato è che per molti, me compreso, sentire Vendola (non è l’unico esempio possibile) darsi delle “etichette” o delle “patenti” induce un certo disappunto: egli sarà quel che dice, ma io mi sento diverso. Ed è proprio su quel “sentirsi diverso” che in molti hanno preferito andarsene in esilio, a Gibuti oppure a casa propria, ritenendo sbagliato arrogarsi il diritto di stabilire chi è “ortodosso” e chi no, ma al tempo stesso non condividendo l’opportunismo di chi mette la maschera a seconda della parte da recitare. In sostanza l’appello alla riscoperta e valorizzazione delle radici può essere una pia esortazione, ma non funge alla costruzione di uno scenario diverso. Già e poi perché lo scenario dovrebbe essere diverso se alla gente – alla maggioranza dei cittadini – piace così? Il governo attuale è l’unico governo – a livello pressoché mondiale – che è riuscito a mantenere un consenso elevato, vincendo regionali, amministrative ed europee… nessun altro ci è riuscito. Il Presidente del Consiglio poi è talmente forte da essere il produttore e il datore di lavoro di Fazio, Saviano, Benigni e tanti altri… Voglio dire egregio Avvocato, se ci sentiamo diversi dagli altri perché a cambiare dovrebbero essere gli altri e non noi? Perché noi siamo nel giusto e gli altri no? E' pressoché impossibile risolvere il problema per via deduttiva, partendo dai massimi sistemi, e non rimane che la strada dell’induzione, affidandoci all’intuizione dell’individuale. E qui arriviamo a ciò che si dovrebbe fare giorno per giorno per cambiare le cose dal basso e arriverei a parlare del Sindaco della nostra Città e di tante altre cose… ma ho già scritto troppo e a Gibuti oggi c’è il sole.