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Post n°2 pubblicato il 15 Ottobre 2007 da TempestaConfusa
Seduti ognuno al proprio posto, li osservo e penso se riusciranno a comprendere il mio disagio di essere in quel luogo o forse il mio disagio di essere. Un disagio immotivato, assurdo, che io stesso condanno. Mi sento diverso, sofferente ed incapace di svolgere i miei compiti, sia quelli semplici che quelli difficili. Ma la sofferenza che provo nella quotidianità mi infastidisce, mi brucia, mi offende. Col passare del tempo reagisco e mi integro con tutti loro, divento quasi brillante, ecco ci riesco ancora una volta a reagire, ad essere normale, ma dentro nulla cambia o quasi. Il pensiero che tutta questa normalità sia così sofferta non mi abbandona. |
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