Ultreia et Suseia

Scoperte d'estate!


Proseguendo nella lettura del saggio di Illies, mi sono imbattuta in un poeta dalla personalità oscura e tragica, ma dalla scrittura "imperfettibile nel senso più alto", come scrive di lui Albert Erenstein, Georg Trakl.Affascinata dalla sua vita disordinata e sregolata, che gli ha lasciato addosso una scrittura barocca e intimista insieme, sono andata a spigolare in rete qualche suo testo.Ne riporto una tra quelle trovate, che maggiormente mi ha colpito per la sua apparente ed ingannatrice serenità. INFANZIA  Colmo di frutti il sambuco; tranquila abitava l'infanzia in azzurra cavità. Sul sentiero scomparso, dove bruna ora sibila l'erba selvatica, meditano i taciti rami; il fruscio delle foglie simile a quando l'acqua azzurra risuona tra le rocce. Dolce è il lamento del merlo. Un pastore segue in silenzio il sole, che rotola dal colle d'autunno. Un attimo azzurro è solo più anima. Al margine del bosco si mostra un timido animale e in pace riposano a valle le vecchie campane e le borgate nelle tenebre. Più devoto tu riconosci il senso degli anni oscuri, frescura e autunno in stanze solitarie; e nella sacra azzurrità squillano ancora passi luminosi. Piano, scricchiola una finestra aperta; alle lacrime muove la vista del cimitero decrepito sulla collina, ricordo di leggende narrate; ma talora l'anima si rischiara quando pensa a liete creature, giorni primaverili d'oro antico.  Sono entusiasta di questo volume, 1913. L'anno prima della tempesta, capitatomi per le mani in maniera sì casuale ed imprevista, pagina dopo pagina (sono 303) non smette di regalarmi doni bellissimi e sconosciuti, risvegliando quella curiosità letteraria che assopita da tempo.