Ultreia et Suseia

Il segreto della Necropoli


SchedaTitolo: Il Segreto della NecropoliAutore: David WishartCasa Editrice: Mondadori (Collana: I Classici del Giallo. n. 981)Anno: 2003Non ho un posto preferito per acquistare un libro, di solito sono loro a trovarmi nei luoghi e nei modi più insoliti. Il volumetto che ho tra le mani da qualche giorno per esempio, si è fatto letteralmente portar via dall'edicola della Stazione Tiburtina, quella al pian terreno, fronte capolinea autobus, in una mattina in cui, per varie vicissitudini, mi ero ripromessa di non acquistare nuovi titoli per un bel po' di tempo. Una rivista però sì, per ingannare l'attesa sul binario 4, una a poco prezzo. La rivista non l'ho presa (almeno quello), ma lui sì. Perchè dopo aver sbirciato il bancone e scartato tutte le ozioni ho buttato uno sguardo all'angolo dove vengono esposti i gialli d'occasione. Quelli fuori catalogo da anni (nel mio caso un decennio abbondante) e finiti lì chissa come, ed ecco come per magia Lui si fa avanti. Con un titolo ed una trama davvero attraenti. Necropoli, misteri, etruschi, romani. Ad una sommaria lettura della quarta di copertina, mi è subito venuto in mente un romanzo di tutt'altro spessore, "Un infinito numero" di Sebastiano Vassalli. Ma l'accostamento si è rivelato alquanto temerario e impossibile.La trama è solo apparentemente esile e leggera, Marco Corvino, un senatore romano, si sta godendo una vacanza nella villa di campagna dell'amico Platelminta, a Cere, l’antica Cerveteri, quando l’assassinio del proprietario di una villa vicina lo costringe a mettersi in azione. Del delitto è stato infatti accusato il suo patrigno Prisco, un uomo assolutamente inoffensivo e Marco deve destreggiarsi tra i numerosi indiziati per scoprire il vero colpevole. L'omicidio sembrerebbe essere causato da un traffico di reperti provenienti dalla ricca necropoli etrusca, ma la vittima era anche un noto seduttore, e il colpevole potrebbe quindi essere un marito geloso o una amante abbandonata. Il caustico Corvino non teme di mettere a nudo gli intrighi della verde terra d'Etruria, per giungere a una verità che affonda le sue radici nell'epoca funesta di Tarquinio il Superbo, l'ultimo re di Roma. In realtà offre interessanti spunti di riflessione sulla riscrittura della Storia da parte dei vincitori e  sul violento piano di acculturazione ed assimilazione forzata effettuato da Roma, nei confronti delle popolazioni e delle culture sottomesse, del tutto simile a quello che accade ai giorni nostri. Basta pensare ai tentativi di "democratizzare" l'area del medio oriente, che l'evoluto occidente sta portando avanti da qualche tempo ed alle reazioni che ne sono scaturite.Il limite di questo autore è, a parer mio, che egli tratteggia il protagonista della storia, un patrizio romano, membro del Senato, come fosse uno sceriffo nel selvaggio west. Il che gli da sicuramente colore e spessore, ma contemporaneamente lo appiattisce troppo a macchietta.