Ingiustizie...

«Bambina» di 24 anni respinta dalla scuola


Per una patologia č come se avesse 5 anni di etą Alessandra č nata nel 1984, ma ha ancora bisogno di pannolini, ciuccio, giochi ed un box. Affetta da una patologia che rallenta lo sviluppo psico-fisico, per l'anagrafe č una donna di 24 anni, ma in realtą ha le sembianze di una bambina di 5 anni che non vede e non parla. Ma sente e capisce perfettamente. Ora Alessandra č stata rifiutata dall'asilo che ha frequentato dal 2006, dopo che l'Ufficio scolastico provinciale di Nuoro aveva cancellato dalle scuole per l'infanzia il suo nome perchč maggiorenne. Respinta da tutti gli istituti pubblici, la 'bambina' fu accolta nella scuola materna religiosa parificata «Gallisay» e la frequenza, raccontano i genitori che hanno altri quattro figli, č stata una svolta positiva nel dramma. Purtroppo da qualche settimana si sono chiuse anche le porte della scuola cattolica dove «non ci sarebbero spazi adatti alle sue esigenze». Il Comune, che č stato investito del caso, avrebbe manifestato l'intenzione di ospitare Alessandra nel centro diurno, spazio evidentemente non adatto al caso, perchč frequentato da adulti, anziani, e da persone con problematiche ben diverse da quelle dell'eterna bambiną. Enorme la delusione ed il disagio che stanno vivendo il padre e la madre, costretti a tenere in casa la propria figlia, che invece vorrebbe tornare a stare con i suoi compagni. «Alessandra ha imparato ad ascoltare, a coordinare i movimenti, ha una migliore cognizione dello spazio e si sente parte di un gruppo di bambini» dicono i genitori che sperano nell'aiuto non burocratico delle istituzioni. Nata prematura, Alessandra č diventata cieca per una terapia non appropriata. Vive con il padre che lavora come camionista e la mamma che assiste lei e quattro fratelli. Nella scuola materna di piazza Sebastiano Satta (orario dalle 9 alle 14,30, retta mensile di 180 euro, regolarmente pagata), Alessandra veniva seguita da un assistente specializzato che le ha insegnato a disegnare, ad ascoltare i racconti e, addirittura, a drammatizzarli. Insomma una nuova vita. Ma a settembre, con l'apertura del nuovo anno scolastico, la sorpresa: gli spazi, dove la «bambina» aveva potuto vivere come qualsiasi altro «coetaneo», non sono pił idonei. (fonte Internet)