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I DATI DEI PEDOFILI IN CARCERE.


Al fronte della nuova emergenza pedofilia il Ministero di Giustizia ha dato i numeri ufficiali sui detenuti pedofili italiani. I pedofili incarcerati sono al momento ben 1.322. Tra questi 400 stranieri e ben 98 donne (ma qualcuno non diceva, parlando dei casi di abusi nelle scuole materne italiane che non esiste la pedofilia al femminile? - mah forse ricorderò male io). La regione che ospita nelle proprie carceri il numero maggiore di predatori di bambini è la Lombardia. Seguono Sicilia (204), Piemonte (145), Lazio (112) e Campania (106). 289 sono in attesa di giudizio e 129 sono appellanti, 71 ricorrenti e 819 hanno una condanna definitiva. 14 sono invece internati. L’età invece è la seguente: 323 nella fascia tra i 30 e di 39 anni, 321 tra i 40 e di 49 e ben 262 tra i giovani nella fascia 21 – 29 anni. Un dato a margine ha a che fare con internet: 5 miliardi di dollari è il giro di affari del business della pedofilia.

 

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Pedofilia on line

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offre la possibilità di segnalare
immediatamente i siti pedopornografici,
evitando di commettere reati durante la navigazione.
Esperti informatici dell'Associazione Meter provvederanno automaticamente ad inoltrare la denuncia del sito alle autorità competenti.

Ass. Meter Onlus

 

 

 

La giustizia

 

Per leggere l'intervista
 fatta da OFELIA770 a
Simone Di Maggio
autore dell'libro

copiate e postate sui vostri blog
se ne dà l'autorizzazione
cortesemente inserite
anche di chi è l'intervista.

Ofelia770

 

 

01

 

 

Riconosciuto innocente dopo 30 anni di carcere.

Post n°23 pubblicato il 19 Novembre 2008 da Shardana10

Melchiorre Contena 30 anni fa l'inferno può essere fatto di sbarre che sembrano imprigionare perfino il cielo, di muri spessi e grigi e di cancelli di ferro che rinchiudono in uno spazio immobile e claustrofobico anche i sogni e il dolore. Ma l'inferno è soprattutto nella lucida consapevolezza di essere vittima del furto più atroce, quello della libertà. E di vivere l'interminabile divenire di giorni grigi, sempre uguali, al posto di qualcun altro. Questa è la storia del calvario di un uomo che ha vissuto trent'anni all'inferno prima di vedersi restituiti, in nome del popolo italiano, la dignità e l'onore. Ma è anche la storia di una donna, sua moglie, che gli ha sempre creduto e che ha combattuto con una forza sovrumana una battaglia che sembrava impossibile. Questa è la storia di Melchiorre Contena, pastore di Orune, e di sua moglie Miracolosa Goddi. Il 18 luglio scorso la corte d'assise d'appello di Ancona ha messo fine a un incubo durato trent'anni, spazzando via l'accusa terribile di sequestro di persona e omicidio che aveva sprofondato Melchiorre Contena nel buio universo chiuso del carcere. E' l'epilogo di una complicata e contradditoria storia giudiziaria che ha visto pronunciarsi per quattro volte i giudici di merito e per due quelli di legittimità. Senza contare due pronunce in risposta alla richiesta di revisione del processo. La sentenza finale, quella che stabilisce che Melchiorre Contena è innocente, arriva però quando l'orologio del tempo ha scandito anche l'ultimo giorno della pena.

L'avvocato romano Pasquale Bartolo, che ha difeso con passione il pastore orunese, è avaro di parole. Per lui l'importante è che sia stata restituita la dignità a Melchiorre Contena e alla sua famiglia: «Con un'epressione un po' brutta dico che Contena e quella donna straordinaria che è sua moglie hanno diritto a un "ristoro morale". Sulla vicenda giudiziaria non voglio fare commenti perché non è mio costume farli, anche se è impossibile non fare alcune valutazioni. La prima è che i sistemi giudiziari sono ragionevolmente garantisti quando si vive il processo in maniera diretta, mentre è molto facile sbagliare quando si giudica solo sulle carte. Devo anche riconoscere alla magistratura di essere capace di censurare i propri errori. E questo, fino a qualche anno fa, era impensabile». Ora, anche per gli altri sette imputati, si apre la porta della riabilitazione. Dopo trenta lunghissimi anni.

Fonte Nuova Sardegna

 
 
 

Post N° 22

Post n°22 pubblicato il 18 Novembre 2008 da shardana0



PERCHE’
A VOLTE UN SEMPLICE CLIC PUO’ SALVARE UNA VITA

 

Ciao! Vi chiedo un favore, e ci vuole solo un minuto.

 

Il sito on-line della  RICERCA CONTRO IL CANCRO AL SENO e' in difficoltà perché  non ci sono abbastanza persone che accedono al  sito ogni giorno per raggiungere un numero di accessi che permetta loro di ottenere, dagli sponsor, una donazione per almeno una mammografia gratis per donne che non se la possono permettere.

Ci vuole meno di un minuto per andare sul sito e cliccare sul bottone 'donating a mammogram' SENZA  NESSUNA SPESA.
(E' il bottone rosa nel mezzo della pagina con scritto it´s free)

Non vi costa nulla. Gli sponsor che sostengono il sito usano il numero di accessi giornalieri per donare una mammografia in cambio della pubblicità che appare sul sito.

Questo è il sito:
http://www.thebreastcancersite.com/clickToGive/home.faces?siteId=2

Fate girare tra la gente che conoscete. Se potete diffondete con tutti i mezzi possibili. Grazie!



Dal Blog 8 marzo - Inviato da: solosorriso

 
 
 

Post N° 21

Post n°21 pubblicato il 17 Novembre 2008 da Shardana10

per andare al sito clicca sulla scritta

 
 
 

Razzismo o imbecillità dilagante?

Post n°20 pubblicato il 13 Novembre 2008 da Shardana10

Puniti i vigili del pestaggio allo studente di colore

PARMA. Lacune nell'organizzazione del servizio e condotta e comportamenti censurabili dal punto di vista disciplinare. Questi, in estrema sintesi, gli esiti dell'indagine interna condotta dalla Polizia Municipale di Parma e consegnata ieri al sindaco della cittadina emiliana Pietro Vignali, sul caso di Emmanuel Bonsu, il giovane ghanese che accusa gli agenti di averlo picchiato ed insultato con frasi a sfondo razziale, li giovane, alla vista di sette uomini in borghese che lo avevano fermato, era fuggito. Quei sette erano vigili che, quando lo hanno raggiunto, lo avrebbero colpito più volte provocandogli una frattura e apostrofandolo con frasi del tipo "sporco negro". La relazione, letta ieri in Consiglio Comunale dallo stesso sindaco di Parma, sottolinea che «tralasciando di valutare episodi e circostanze che possono avere rilevanza penale, in quanto di esclusiva competenza dell'Autorità giudiziaria, l'indagine ha rilevato condotte e comportamenti a carico del personale operante che, sotto il profilo delle norme organizzative e funzionali vigenti, possono determinare censure ai fini disciplinari». Gli agenti coinvolti, di conseguenza, sono stati trasferiti al Nucleo attività tecniche ed è stato attivato l'iter dei procedimenti disciplinari. «L'indagine interna è servita non solo per fare chiarezza ma anche per tutelare l'immagine del Corpo della Polizia Municipale che ogni giorno si impegna per la sicurezza di tutti. Il fatto di cui stiamo parlando è un fatto episodico - ha poi concluso Vignali - ho assoluta fiducia nel Corpo dei vigili di Parma». Alla fine della storia dieci vigili indagati dalla Procura.

Accusato a torto di furto straniero costretto a denudarsi

BERGAMO. Un giovane immigrato è stato costretto dal controllore di un autobus a spogliarsi completamente davanti a tutti perché accusato di avere rubato un cellulare. E anche se alla fine il telefonino non è stato trovato, il controllore gli ha preso del denaro dal portafogli e l'ha dato alla ragazza derubata. È successo davanti a decine di passeggeri e di persone in attesa alla fermata sull'autobus delle linea 8 dell'azienda di trasporto di Bergamo Atb. Una ragazza si è accorta che il suo cellulare non c'era più e ha accusato del furto un giovane immigrato. Il controllore ha allora fatto arrestare l'autobus alla fermata, ha fatto mettere la scritta "Fuori servizio" e ha fatto aspettare le persone che dovevano salire. Quindi lo ha costretto a spogliarsi, restando a torso nudo e con i pantaloni abbassati. Il tutto rivolgendogli frasi del tipo «guarda che ti mando all'ospedale», «metti le mani qua che ti spacco le dita», mentre diversi passeggeri cercavano di scagionare il giovane, dicendo che non aveva compiuto alcun furto. Il controllore ha allora costretto il giovane anche ad abbassarsi le mutande sotto gli occhi stupefatti dei testimoni. Il telefonino sparito non è stato trovato, ma il controllore si è fatto dare il portafoglio del ragazzo e gli ha preso 70 euro che ha dato alla giovane derubata, dicendo all'immigrato: «poi te li fai ridare dai tuoi amici i soldi». Il tutto è raccontato nel reclamo che alcuni dei passeggeri hanno presentato all'Atb. L'azienda ha fatto sapere che «sono in corso accertamenti per verificare eventuali responsabilità, anche alla luce delle segnalazioni arrivate». Il giovane immigrato alla fine se n'è andato e di lui non si sa più niente.

 
 
 

I diritti dei rifugiati….

Post n°19 pubblicato il 10 Novembre 2008 da Shardana10

Ma chi sono i rifugiati? I rifugiati sono persone con un fondato timore di persecuzione sulla base della loro razza, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale o opinione politica. I rifugiati sono costretti a fuggire dai loro paesi a causa di guerre, conflitti civili, politici o per violazioni dei diritti umani. Insomma, persone che sono state sradicate nei rispettivi paesi. L'articolo 14 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani riconosce alle vittime di violazioni dei diritti umani di poter lasciare liberamente il loro paese e a cercare rifugio altrove.

Ma spesso i vari governi vedono i rifugiati solo come una minaccia o un onere, e non rispettano questo principio fondamentale e non fanno assolutamente nulla per proteggere i rifugiati. Anzi alcuni governi hanno sottoposto i rifugiati ad arresti arbitrari, negando loro quei diritti sociali ed economici chiudendo le frontiere. Nel peggiore dei casi, il più fondamentale principio della protezione dei rifugiati, sono stati violati, e i rifugiati sono stati rimpatriati con la forza in paesi in cui hanno dovuto affrontare la persecuzione.

Ogni anno cresce enormemente il numero di rifugiati in tutto il mondo dopo un rilevamento annuale è emerso che alla fine del 2007 ci sono stati 11,4 milioni di rifugiati e altri 26 milioni di sfollati a causa di conflitti o persecuzioni. Il rapporto annuale Global Trends 2007 afferma che nel 2007 il numero di rifugiati è salito a 67 milioni di persone. Di queste 16 milioni di loro sono persone che scappano da un conflitto o da persecuzioni politiche, il 15,15% in più rispetto al 2006, mentre gli altri 51 milioni sono ‘sfollati, anche interni al proprio paese. A determinare l’ incremento del numero di persone in fuga dalla propria terra hanno influito molto la situazione di Iraq e Afghanistan. Aumentato, del 6,5%, anche il numero degli “sfollati” a causa di violenze di vario genere: oltre 26 milioni nel 2007. Dopo la Colombia e l’Iraq, la nazioni col maggior numero di sfollati sono la Repubblica Democratica del Congo, l’Uganda e la Somalia.

In aumento anche le richieste si asilo: 647.200 nel 2007 sono state presentate singole domande di asilo o lo status di rifugiato ai governi. Negli ultimi decenni, le Nazioni Unite collaborate da varie agenzie hanno fatto parecchio per aiutare gli sfollati che fuggono da un conflitto, tuttavia, non è mai stata trovata una soluzione politica globale. Le agenzie Onu e le Ong che si occupano di rifugiati chiedono da anni che l’Europa si doti di una legge comune per la gestione e la tutela dei richiedenti asilo. Una richiesta rimasta inascoltata per lungo tempo, e che comincia ora un lungo percorso: la Commissione Europea ha presentato infatti un piano europeo per una politica sull'asilo.

Ma attualmente la responsabilità di garantire asilo politico ricade in modo sproporzionato sui paesi in via di sviluppo che, nonostante le loro risorse limitate, sostengono l’onere di ospitare un grande numero di rifugiati. Oggi sarebbero meno della metà, solo 32 milioni, i profughi che ricevono attualmente assistenza. Per questo è indispensabile una maggiore solidarietà internazionale per ripartire l’onere della protezione e soprattutto per affrontare cause e conseguenze dei flussi di migrazioni e di profughi, per poter garantire ai rifugiati la tutela che meritano per aiutarli a tornare un giorno a casa in sicurezza e dignità.

Ritenendo il diritto di asilo una questione di vita o di morte che non può essere pregiudicata da singoli interessi, oggi con i nostri post intendiamo dar voce a tutti i rifugiati. Chiediamo quindi di bloccare le violazioni dei diritti umani in tutti i paesi del mondo. Chiediamo una maggiore protezione per i rifugiati e gli sfollati e la fine degli abusi quando raggiungono una minima sicurezza. Chiediamo alle Nazioni Unite e ai governi di tutto il mondo di osservare i propri obblighi di proteggere i rifugiati e di rispettare i loro diritti - a prescindere da dove essi provengano o dal paese dove essi intendono rifugiarsi.

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: Shardana10
Data di creazione: 26/09/2008
 
 

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