" Nel secolo precedente, il Meridione d’Italia rappresentò un vero e proprio eden per tanti svizzeri, che vi emigrarono, spinti soprattutto da ragioni economiche, oltre che dalla bellezza dei luoghi e della qualità della vita. Luogo di principale attrazione Napoli, verso cui, ad ondate, tanti svizzeri, soprattutto svizzeri tedeschi di tutte le estrazioni sociali, emigrarono, con diversi obiettivi personali. Verso la metà dell’Ottocento, nella capitale del Regno delle Due Sicilie quella svizzera era tra le più numerose comunità estere" CLAUDE DUVOISIN, Console svizzero, 2006 Non solo prima di Garibaldi nelle Nostre Terre, il Reame delle Due Sicilie, non c'era emigrazione, ma c'era anche un flusso ben ordinato di immigrazione di alta professionalità.Fatti tacere gli ultimi sussulti di resistenza contro l’annessione ai Savoia, a metà degli anni ’70 del XIX secolo, inizia la diaspora di massa dalle terre del Sud spinta dalla speranza di una vita migliore.Nel ‘700 e per tutta la prima metà dell’800 il Meridione d'Italia, e in particolare Napoli, rappresenta un vero e proprio richiamo economico per tanti svizzeri. Ginevra, Neuchâtel, Zurigo e Friburgo alimentano il flusso migratorio verso il Mezzogiorno: Mercanti, negozianti, banchieri, tessitori, funzionari, impiegati, domestici si aggiunsero a quelli che vi erano già. La colonia elvetica in divenne la più numerosa. E la più gradita. Gli svizzeri emigrano mossi dal richiamo di buone prospettive per chi investiva in attività produttive (facilitazione nell’acquisire la cittadinanza, premi per merito da parte dei sovrani) ; prospettive incoraggianti offerte altresì dalla dinamicità dei traffici marittimi della realtà partenopea. Emigrano numerosi, a tal punto che, verso la metà dell'Ottocento, nella capitale del Regno delle Due Sicilie, la comunità svizzera era la più numerosa fra quelle straniere presenti a Napoli. L'immigrazione elvetica a Napoli era gradita non solo per l’ intraprendenza degli operatori economici, ma soprattutto perché proveniva da un paese neutrale, che non aveva mire espansionistiche o contenziosi dinastici e territoriali da rivendicare nel regno borbonico.I principali fattori che determinarono il successo dell’industria tessile degli Svizzeri in Campania furono : - l’incondizionato appoggio del governo borbonico; - il sostegno del sistema bancario svizzero ,che aiutava quelle imprese anche con l’emissione di azioni in patria; - l’abbondanza di manodopera locale addestrata da parte di istruttori appositamente fatti venire dalla Svizzera; - la forte richiesta del vasto mercato interno del Regno delle due Sicilie; - la grande possibilità di esportazione verso i paesi del bacino del Mediterraneo.Cotonifici, filature, pasta, cioccolata, architettura, banche ... alcune imprese arrivariono a impiegare 1300 operai (Giovanni Giacomo Egg - di Ellikon(Zurigo) che, per primo, aveva creato un impianto completo di filatura e di tessitura a Piedimonte d’Alife, in Provincia di Caserta; i cotonifici Giovan Giacomo Meyer o meglio la Meyer &Zollinger a Scafati, fondati nel 1825, che arrivarono ad occupare quasi 1200 operai). L'altra componente significativa della comunità elvetica, almeno fino al 1861, è rappresentata dai reggimenti svizzeri al servizio dei Borbone, che vanno a costituire le milizie scelte dei sovrani del Regno, a loro fedeli fino alla fine.Quasi tutti gli Svizzeri di Napoli militari, commercianti, banchieri, industriali, restarono saldamente legati alla sorte della corte borbonica. Così, nei rivolgimenti risorgimentali, mentre altrove - a Milano, a Bergamo, a Brescia, a Venezia, a Roma - ci saranno numerosi Svizzeri che combatteranno per la causa carbonara, gli Svizzeri del Regno delle due Sicilie resteranno, invece, fedeli alla causa borbonica. Nel 1848 gli imprenditori e i banchieri svizzeri di Napoli appoggiarono infatti, senza riserva, il "loro" re, permettendo a Ferdinando II di rimanere saldo nel governo.
Gli Svizzeri "Napoletani"
" Nel secolo precedente, il Meridione d’Italia rappresentò un vero e proprio eden per tanti svizzeri, che vi emigrarono, spinti soprattutto da ragioni economiche, oltre che dalla bellezza dei luoghi e della qualità della vita. Luogo di principale attrazione Napoli, verso cui, ad ondate, tanti svizzeri, soprattutto svizzeri tedeschi di tutte le estrazioni sociali, emigrarono, con diversi obiettivi personali. Verso la metà dell’Ottocento, nella capitale del Regno delle Due Sicilie quella svizzera era tra le più numerose comunità estere" CLAUDE DUVOISIN, Console svizzero, 2006 Non solo prima di Garibaldi nelle Nostre Terre, il Reame delle Due Sicilie, non c'era emigrazione, ma c'era anche un flusso ben ordinato di immigrazione di alta professionalità.Fatti tacere gli ultimi sussulti di resistenza contro l’annessione ai Savoia, a metà degli anni ’70 del XIX secolo, inizia la diaspora di massa dalle terre del Sud spinta dalla speranza di una vita migliore.Nel ‘700 e per tutta la prima metà dell’800 il Meridione d'Italia, e in particolare Napoli, rappresenta un vero e proprio richiamo economico per tanti svizzeri. Ginevra, Neuchâtel, Zurigo e Friburgo alimentano il flusso migratorio verso il Mezzogiorno: Mercanti, negozianti, banchieri, tessitori, funzionari, impiegati, domestici si aggiunsero a quelli che vi erano già. La colonia elvetica in divenne la più numerosa. E la più gradita. Gli svizzeri emigrano mossi dal richiamo di buone prospettive per chi investiva in attività produttive (facilitazione nell’acquisire la cittadinanza, premi per merito da parte dei sovrani) ; prospettive incoraggianti offerte altresì dalla dinamicità dei traffici marittimi della realtà partenopea. Emigrano numerosi, a tal punto che, verso la metà dell'Ottocento, nella capitale del Regno delle Due Sicilie, la comunità svizzera era la più numerosa fra quelle straniere presenti a Napoli. L'immigrazione elvetica a Napoli era gradita non solo per l’ intraprendenza degli operatori economici, ma soprattutto perché proveniva da un paese neutrale, che non aveva mire espansionistiche o contenziosi dinastici e territoriali da rivendicare nel regno borbonico.I principali fattori che determinarono il successo dell’industria tessile degli Svizzeri in Campania furono : - l’incondizionato appoggio del governo borbonico; - il sostegno del sistema bancario svizzero ,che aiutava quelle imprese anche con l’emissione di azioni in patria; - l’abbondanza di manodopera locale addestrata da parte di istruttori appositamente fatti venire dalla Svizzera; - la forte richiesta del vasto mercato interno del Regno delle due Sicilie; - la grande possibilità di esportazione verso i paesi del bacino del Mediterraneo.Cotonifici, filature, pasta, cioccolata, architettura, banche ... alcune imprese arrivariono a impiegare 1300 operai (Giovanni Giacomo Egg - di Ellikon(Zurigo) che, per primo, aveva creato un impianto completo di filatura e di tessitura a Piedimonte d’Alife, in Provincia di Caserta; i cotonifici Giovan Giacomo Meyer o meglio la Meyer &Zollinger a Scafati, fondati nel 1825, che arrivarono ad occupare quasi 1200 operai). L'altra componente significativa della comunità elvetica, almeno fino al 1861, è rappresentata dai reggimenti svizzeri al servizio dei Borbone, che vanno a costituire le milizie scelte dei sovrani del Regno, a loro fedeli fino alla fine.Quasi tutti gli Svizzeri di Napoli militari, commercianti, banchieri, industriali, restarono saldamente legati alla sorte della corte borbonica. Così, nei rivolgimenti risorgimentali, mentre altrove - a Milano, a Bergamo, a Brescia, a Venezia, a Roma - ci saranno numerosi Svizzeri che combatteranno per la causa carbonara, gli Svizzeri del Regno delle due Sicilie resteranno, invece, fedeli alla causa borbonica. Nel 1848 gli imprenditori e i banchieri svizzeri di Napoli appoggiarono infatti, senza riserva, il "loro" re, permettendo a Ferdinando II di rimanere saldo nel governo.