Terzo Millennio

The hurt locker


Se un film come The hurt locker ha vinto ben sei Oscar, senza per questo far gridare allo scandalo, non vedo perchè Valerio Scanu e Marco Carta dovrebbero suscitare sorprese quando vincono il Festival di San Remo. Con questo cosa voglio dire? Semplicemente che l'assegnazione di un qualsivoglia premio è ormai una scelta unicamente politica e di marketing che nulla ha a che fare con la qualità del prodotto premiato. E da questa logica non poteva essere certo esente l'Academy Awards. Ma perchè dalla notte degli Oscar doveva uscire ultra-premiato questo film?? I motivi validi sono almeno un paio: fare argine allo strapotere di Avatar, che molti ad Hollywood hanno poco digerito ma soprattutto per il messaggio che The hurt locker lancia.Diciamo subito che il film è orrendo. Piatto, senza storia, senza sentimento, senza nessun tipo di pathos, girato con evidenti limitazioni di budget, con una regia molto approssimativa e con l'interprete principale che ha una unica espressione dall'inizio alla fine del film. Con una sceneggiatura (anzi sarebbe più corretto dire senza una sceneggiatura) che sarebbe stato in grado di scriver davvero chiunque. Ma davvero chiunque visto che come ho già detto il film non ha nessuna storia ed è piena zeppa dei soliti falsi luoghi comuni sul conflitto in Iraq. Eppure tra gli Oscar che il film porta a casa c'è miglior regia, miglior sceneggiatura originale e miglior film. Insomma più sporca non potevano farla.Iniziamo dal motivo più futile: Avatar. Sembrava una storia già scritta. Il film più costoso della storia del cinema era destinato a fare incetta di premi. Ma molte delle Major Americane non hanno visto di buon occhio la cosa. Non si poteva lanciare il messaggio che bisogna spendere milioni e milioni per fare un film seppure di qualità superiore almeno da un punto di vista squisitamente dell'impatto visivo. Bisognava stroncarlo il più possibile. E siccome gli americani credono ancora alle favole quale storia migliore designare come contro altare un film girato con un budget relativamente esiguo per di più dalla ex di Cameron. Suona un pò come la rivincita delle brutte, come Davide contro Golia. La povera Bigelow che di fronte alla mega produzione del suo ex marito si oppone solo con la forza della sua bravura. Insomma quel genere di cose che mandano in visibilio gli statunitensi.Questo è servito anche a coprire il vero motivo di tanta generosità verso un film meno che mediocre: il suo messaggio. Che non è quello di film contro la guerra come vogliono far credere. Anzi. Esattamente l'opposto. E' un film esclusivamente contro l'Irak. In un periodo in cui la gente si chiede insistentemente il perchè di tutto questo, The hurt locker fornisce la risposta più consona per la gioia dell'ex amministrazione Bush e perchè no?! Anche per l'attuale amministrazione Obama che per il momento non ne vuol sapere di mollare l'Irak.Il film fotografa la più grossa delle menzogne contemporanee e la propina allo spettatore come verità inconfutabile. Una sorta di documentario adattato a film. Ed è la stessa regista che lo dice visto che anche le tecniche di ripresa sono identiche a quelle dei documentari. Ma cosa mostra di così terribile questo film? Mostra esattamente ciò che non è. Un popolo intero che odia gli americani, un posto dove tutti sono potenziali nemici, una dimensione da barbarie medioevali. Insomma un incubo dal quale tutti vorrebbero scappare. Un incubo che giustifica la presenza dei soldati portatori di democrazia. Peccato che quell'incubo è stato creato dagli stessi americani con la loro invasione. Non era certamente così l'Iraq prima del loro attacco. Era un posto nè meglio nè peggio di tanti altri paesi simili dove vige una dittatura. Sicuramente non era il caos come adesso. Quindi messaggio chiaro per tutti: gli iracheni sono cattivi e bisogna emendarli dal loro essere terroristi. Peccato perchè a dire il vero la Bigelow mi era sempre piaciuta. Un po in sordina ma aveva messo a segno dei piccoli capolavori. Il visionario Strange days ad esempio, sicuramente uno dei film di fantascienza più originale in assoluto. E poi l'adrenalinico Point Break, il  realista e polemico K-19, ispirato alla disgrazia di un sottomarino sovietico nucleare. Con questo film diventa invece strumento involontario della propaganda para bellum più becera che gli U.S.A possano aver fatto dalla Corea in poi.