Terzo Millennio

Giustizia per Roberto Collina


Il 21 settembre, a Salerno, è sucessa una terribile tragedia che, ancora un volta, è stata tenuta segreta, se non insabbiata completamente, sia dalle Istituzioni che dai soliti giornalisti bastardi che in nome del potere e non della verità sono capaci di nacondere qualsiasi notizia che possa risultare sconveniente al potente di turno.Per l'ennesima volta vili figuri, nascondendosi dietro un distintivo, hanno commesso un omicidio bello e buono, ai danni di un povero ragazzo il cui unico torto è stato quello di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato. Un ennesimo caso "Federico Aldrovandi" con la differenza che almeno in quella occasione c'è stato un seguito (anche se posticcio). Per il povero Roberto Collina (questo il nome del ragazzo salernitano), 40 anni, un passato problematico ed una mamma troppo anziana ed acciaccata per poter tentare di chiedere giustizia, la storia è finita la sera del 21 settembre, con la sua morte, su un lercio marciapiede.Ma facciamo un passo indietro.Il 21 settembre a Salerno è grande baldoria! E' la ricorrenza di S. Matteo, protettore della città. Da sempre, in occasione della festività, la città intera si riversa nelle strade del centro, per l'occasione chiuse al traffico, per vedere la statua del Santo più altre 5, portate in processione fino al Duomo. Finita la funzione religiosa inizia la festa laica che prevede ovviamente manifestazioni con fuochi di artificio a conclusione della serata. In questo clima di gioia e festa i giovani presenti in città sono davvero migliaia. E quella sera, come tutti gli altri, anche Roberto Collina era sceso in strada per festeggiare. Salerno è una piccola realtà provinciale e si conoscono un pò tutti. Come me, quasi tutti quelli della mia generazione conoscevano quel ragazzo esuberante ma non violento. Quel ragazzo che aveva avuto qualche problema in passato ma che adesso stava bene. Quel ragazzo solo che, dopo la perdita del padre, aveva avuto un forte shock emozionale che lo portava ad essere un pò "particolare". Non era raro vederlo per strada ballare o cantare nei luoghi di maggiore frequentazione dei salernitani. Non era raro vederlo fare complimenti a delle ragazze. Ma lui, Roberto, non era violento o cattivo. Non aveva mai fatto del male a nessuno. Era innocuo. E a Salerno lo sapevano tutti. La sfortuna ha voluto che quella sera incrociasse un poliziotto fuori servizio che di Salerno non era. Un napoletanto che aveva portato la famiglia, una moglie e due figli, a vedere la festa di S. Matteo. Ma questa non può essere comunque una giustificazione alla cieca violenza cui ha dato vita questo novello Superman, che si naconde dietro una patacca.Non sono chiari i motivi per cui questo "giustiziere della notte" ha ravvisato nel povero Roberto una minaccia all'incolumità della sua famiglia, sta di fatto che lo ha affrontato con violenza e senza qualificarsi come poliziotto (lo farà soltanto dopo). Dalle parole ai fatti il passo è stato breve e, dopo una breve colluttazione tra i due, è intervenuto un ulteriore poliziotto in borghese. A quel punto, nonostante il ragazzo si fosse fermato, i due poliziotti hanno continuato a picchiarlo selvaggiamente. Anche quando è andato a terra, il povero Roberto ha continuato subire una gragnuola di calci e pugni. Il tutto tra l'indifferenza generale di centinaia di giovani che in quel momento erano nel luogo del diverbio. Dulcis in fundo, in condizioni già gravissime, la vittima veniva tenuto con la faccia schiacciata sul selciato mentre gli ammanettavano le mani dietro la schiena, nella classica posizione, pericolosissima (e lo sanno tutti), che porta all'asfissia. E così è stato, probabilmente. Nonostante il ragazzo era in evidente stato agonizzante e nonostante un primo intervento di un operatore del 118 aveva consigliato di levargli le manette in quanto già in condizioni gravissime, i due assassini hanno sostenuto che il "ribelle" stava fingendo. Solo dopo il decesso, avvenuto così, su di un marciapiede lercio, tra centinaia di persone indifferenti, i due poliziotti hanno tolto le manette. A tragedia già compiuta. Ma la cosa ancora più scioccante per chi ha assistito è stata la completa apatia dei giovani presenti. Con il corpo inanime di Roberto a pochi passi, la gente continuava a consumare il proprio panino o il proprio drink. Qui finisce la storia del povero Roberto Collina. Morto a 40 anni circa, solo, su un marciapiede sporco, tra l'indifferenza della gente. Ma sarebbe più corretto dire "assassinato". Assassinato da due balordi, più balordi di quelli che dovrebbero arrestare che, forti di un distintivo che non meritano, hanno deliberatamente  e volontariamente massacrato una persona a calci e pugni che ha avuto l'unico torto di essere un pò sopra le righe. I giornali locali hanno dedicato si e no un paio di articoli alla vicenda. E sulla rete nazionale il caso non è arrivato proprio. Hanno subito deciso che un caso così era meglio insabbiarlo. Ancora oggi non si sa se ci sono delle indagini in corso se è stata operata un autopsia ecc. ecc. Come ho già detto Roberto era un ragazzo solo, di famiglia indigente. E la povera mamma troppo anziana ed acciaccata per poter urlare la propria rabbia e per cercare di far valere i propri diritti.E soprattutto di far avere giustizia al povero figliolo.Quello che spero è che qualcuno, leggendo questo post, possa raccogliere il mio appello e possa cercare di fare luce su quanto è successo e soprattutto cercare di capire perchè, con centinaia di testimoni che hanno assistito al massacro, non c'è ancora un indagine avviata.Ciao Roberto! Forse ora troverai quella pace che in vita non sei mai riuscito ad ottenere