Dietro l'angolo

CASALINGA DISPERATA?...


Ore 10 di una solitaria mattina qualunque in casa Tesi: squilla il telefono e una voce femminile, una delle solite che "allietano" le giornate di chi lavora in casa,  mi chiede se sono io la signora tal dei tali e se può farmi qualche domanda sulla mia "condizione" di casalinga...CONDIZIONE?!? Sarò prevenuta, ma mi sembra di percepire un leggero tono compassionevole nella sua voce, quasi fossi precipitata in un baratro senza fondo o con un piede nelle fossa e l'ansia istantaneamente mi assale....si comincia bene! Lotto con la voglia di sbattere giù il telefono (non si può, che diamine, anche lei sta lavorando in fin dei conti) e le chiedo che vuole sapere  di questo mondo ormai  sconosciuto ai più. Ebbene, pare le interesserebbero i miei disagi (!), i miei rimpianti (?), le mie rivendicazioni(?!) e, perchè no?, magari anche qualche piccola frustrazione ...in questi sondaggi, si sa,  tutto fa brodo....ma sarò abbastanza disperata per lei ???...Sto decidendo di offendermi e farglielo capire senza tanti complimenti, quando all'improvviso qualcosa mi riporta indietro nel tempo e in un attimo mi rivedo al liceo. La mia classe doveva svolgere una ricerca, all'interno di uno dei tanti gruppi di studio che erano di moda allora, sulla CONDIZIONE DELLA CASALINGA alla fine degli anni '70...insieme a un disponibile  amico dell'epoca, armati lui di registratore Philips, nero, ingombrante e  a tracolla (ma quanti anni sono passati?...) ed io di penna e taccuino con una decina di domande campione, fermavamo le signore per strada e chiedevamo loro se volessero collaborare ad una ricerca scolastica. Ricordo che le signore in questione rispondevano sempre molto volentieri, disponibili a parlare delle loro necessità e dei loro desideri, soprattutto le più anziane, contente di avere finalmente un'opportunità, per quanto modestissima,di esprimere la loro opinione. Noi registravamo fedelmente con scrupolo giornalistico e con l'entusiasmo dei diciott'anni e proseguivamo il giro: continuammo per diverso tempo e...udite, udite! gli unici a fare  qualche difficoltà nel rispondere erano proprio i mariti, quando c'erano, che tendevano a liquidarci velocemente...Altri tempi, naturalmente, altre scelte, altre donne, altri uomini, forse, ma per la frazione di un secondo un pensiero molesto mi attraversa con la velocità della luce : ma siamo sicuri che per le poche casalinghe superstiti di oggi, tali per scelta o per obbligo familiare, sia cambiato davvero così tanto? Quando mi chiedono la mia professione alla risposta i più  mi guardano stupiti come fossi una mosca bianca,  poi esclamano invariabilmente:" Ah, sta in casa...allora non lavora!"...Ecco, in quei momento davvero mi viene da pensare che gli anni non siano mai passati, o trascorsi invano e mi sento pericolosamente vicina alla cosiddetta età della pietra!Comunque alle 10 di mattina, con la casa che è un disastro e l'intervistatrice scettica al telefono non ho tempo per l'analisi sociologica del fenomeno, anzi, ripensando alle mie domande di tanti anni prima  mi dico di avere pazienza: è proprio vero che chi la fa l'aspetti, così cerco di rispondere il più educatamente possibile secondo l'esempio delle mie signore di allora e poi riattacco il telefono, un po' amareggiata. Spero soltanto  che in un futuro prossimo, finalmente,  non  sia più necessario che la mia "condizione"diventi oggetto di indagini  da parte di nessuno...