Dietro l'angolo

ROSATEA, DETTA TEA


Lavorava al Cambusa, alla periferia del paese proprio a fianco dell'autostrada. Era spuntato quasi dal nulla in modo sospetto qualche anno prima, un locale dall'aspetto stravagante di un veliero in un'area abbandonata da tempo, ma a dispetto del nome e dell'apparenza pretenziosa dentro era solo una modesta tavola calda.L'ambiente era anonimo e squallido e Rosatea, detta Tea, serviva sempre gli stessi clienti, quasi tutti camionisti e qualche automobilista di passaggio. Né giovane né vecchia, era sfiorita precocemente dall'abitudine: sognava di viaggiare, ma continuava ad appassire lì, giorno dopo giorno.Soltanto ogni sera, appena Lui entrava puntuale alla stessa ora, per un attimo riprendeva vita.Bastava che porgendogli il piatto gli sfiorasse la mano e la sua corolla volava in orbita.Non avrebbe saputo spiegare il perchè: era arrivato all'improvviso, non ne conosceva nemmeno il nome e non l'aveva quasi degnata di uno sguardo, eppure per lei era diventato il sorso d'acqua fresca quotidiano, indispensabile per sopravvivere.Avrebbe voluto sentire dalla sua voce qualcosa di più della solita ordinazione, farsi coraggio e chiedergli di portarla via di lì, subito, dovunque andasse, ma sapeva che non ci sarebbe mai riuscita: lei non era così. Si limitava a sperare nel calore della sua mano durante quello sfiorarsi casuale e a sorridere. A volte i miracoli accadono.Non accadde nulla, invece: forse non è più tempo di miracoli. Così com'era arrivato un giorno Lui sparì senza una parola, sempre all'improvviso, impalpabile come un sogno.Una piccola storia banale come tante, fatta di niente, eppure ogni sera a quella stessa ora Rosatea, detta Tea, continua a sorridere e a sognare, instancabile viaggiatrice nella cambusa del suo veliero.