Dietro l'angolo

RACCONTO


Il virus del raccontare e raccontarsi, quando colpisce, è difficile da guarire e non conosce cura: non resta altro rimedio che lasciarlo sfogare, sperando in una rapida e indolore risoluzione...!
                      
                            AD OCCHI APERTI Fu quella notte che decise di aprire gli occhi. Sentì che doveva indagare la propria solitudine, ogni silenzio, ogni assenza, ogni singola dolorosa rinuncia...E' difficile guardarsi dentro,più facile è guardare dentro gli altri lucidamente, con razionale distacco. Quando era cominciato? La mancanza di complicità, la voglia di intimità troppe volte cercata e negata, l'urgenza di inventarsi continuamente qualcosa su cui dirottare l'attenzione...ma soprattutto era consapevole della gravità di quella nuova crisi perchè caratterizzata dalla totale assenza di umorismo, il collante che li aveva tenuti insieme per tanti anni alleggerendo la loro vita coniugale. Ridere insieme, saper ridimensionare in tal modo l'uno i difetti dell'altra, un vanto per entrambi di cui si erano fregiati a lungo...Poteva mutare tutto senza preavviso, quasi un repentino cambio di identità, oppure il responsabile era un progressivo processo di deterioramento, impercettibile dapprima, lento ma inesorabile, che deformava il loro rapporto proprio come l'artrosi andava deformando le sue consunte  articolazioni? Il bisogno di capire stava diventando un'ossessione che la vita quotidiana non riusciva a lenire, un veleno che intossicava la sicurezza della sua intera esistenza.Con gli occhi spalancati frugò fra le ombre familiari della stanza alla ricerca di un'àncora di salvezza: domani, si diceva affidandosi fiduciosa al futuro, domani andrà meglio...lui tornerà a casa la sera,ci guarderemo... e rideremo insieme come un tempo, ci faremo beffe  dei lunghi silenzi e ogni vuoto si colmerà...Sapeva bene, invece, che non sarebbe stato così. Fuori, per strada, il colpo secco dello sportello di un'auto sbattuto con forza parve sottolineare questa sua certezza: chiuso,finito...basta. Non restava altro da tentare. Perchè, allora, il bisogno di illudersi sovrastava perfino la disincantata consapevolezza dell'avvenuto distacco? L'illusione è falsa e perciò pericolosa, tieni sotto controllo le emozioni, se non vuoi restarne ferita ...tuttavia, ragionava,  questa stessa sofferenza non è indice di pulsione amorosa?...Si girò sul fianco sinistro voltandosi verso il marito che le dormiva accanto e lo guardò: dove lo portavano i suoi sogni in quelle ore consacrate al riposo? si chiese e  immediatamente si rispose:ancora più lontano da me.  Il prendere coscienza di questo ulteriore distacco notturno minò dolorosamente i sentimenti appena ritrovati: no, non è così che funziona l'amore, non a senso unico, bisogna essere in due per viverlo...Si accorse che lui si era svegliato e la osservava con occhi attenti: "Stai bene?" le disse allungando una mano...Il calore di quel contatto la colse all'improvviso come una rivelazione e lasciò che fluisse liberamente riempiendo gli spazi vuoti dentro di lei: seppe allora in quel medesimo istante, con assoluta certezza,  che un giorno a venire, non domani forse, magari neanche il giorno  dopo e neppure quello successivo, qualsiasi direzione avessero preso le loro vite, in qualche modo  sarebbero tornati a ridere insieme.