Dietro l'angolo

PASQUA


A tutti voi che in seguito al mio post precedente siete intervenuti numerosi, sia privatamente che sul blog, voglio augurare di cuore una serena Pasqua e, in segno di riconoscenza, fare un piccolissimo "regalo" adatto all'occasione...la storia di una delle più famose e antiche  tradizioni pasquali fiorentine: lo Scoppio del carro!...Se non l'aveste mai visto,buona lettura e buon divertimento!... BUONA PASQUA!
Scoppio del Carro Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
L'esplosione pirotecnica del BrindelloneLo Scoppio del Carro è una manifestazione folkloristica fiorentina. Questa nota cerimonia risale addirittura ai lontani tempi della prima crociata, indetta per liberare il Santo Sepolcro dalle mani degli infedeli.Nel 1097, al comando di Goffredo di Buglione,Duca della bassa Lorena, i crociati, il cui nome derivò dalla crocerossa cucita sulla spalla destra della tunica bianca che ricoprival’armatura, partirono per la Palestina e nell’estate del 1099 posero l’assedio alla città di Gerusalemme che espugnarono il 15 luglio.Secondo la tradizione fu il fiorentino Pazzino de' Pazzi a salire per primo sulle mura della città santa dove pose l’insegna bianca e vermiglia. Per questo atto di valore, Goffredo di Buglione gli donò tre schegge del Santo Sepolcro.Rientrato a Firenze il 16 luglio 1101, il valoroso capitano fu festeggiatissimo ed accolto con solenni onori. Le tre pietre rimasero inizialmente conservate nel Palazzo dei Pazzi e quindi consegnate alla Chiesa di Santa Maria Sopra a Porta in Mercato Nuovo, poi ampliata e rinominata come chiesa di San Biagio fino a quando, nel 1785, questa fu soppressa. Dal 27 maggio di quell’anno le sacre reliquie vennero definitivamente trasferite nella vicina Chiesa di Santi Apostoli dove tuttora sono gelosamente conservate.Gli storici ci hanno tramandato che dopo la liberazione di Gerusalemme, nel giorno del Sabato Santo, i crociati si radunarono nella Chiesa della Resurrezionee, in devota preghiera, consegnarono a tutti il fuoco benedetto comesimbolo di purificazione. A questa cerimonia risale l'usanza pasqualedi distribuire il fuoco santo al popolo fiorentino. Difatti, dopo ilritorno di Pazzino, ogni Sabato Santo, i giovani di tutte le famiglieusavano recarsi nella cattedrale dove, al fuoco benedetto che ardeva,accendevano rispettivamente una fecellina (piccola torcia) per poiandare, in processione cantando laudi, per la città a portare la fiammapurificatrice in ogni focolare domestico. Il fuoco santo veniva accesoproprio con le scintille sprigionate dallo sfregamento delle treschegge di pietra del Santo Sepolcro.Con l'andar del tempo lo svolgimento della festa divenne sempre piùarticolato per cui venne introdotto l’uso di trasportare il fuoco santocon un carro dove, su un tripode, ardevano i carboni infuocati. Non siconosce quando, in sostituzione del tripode, si usarono i fuochiartificiali per lo "scoppio del carro" ma si ritiene che ciò risalgaalla fine del trecento.Alla famiglia Pazzi era affidata l'organizzazione del carro e l'onere delle relative spese. Il privilegio di questa antica famiglia cessò nel 1478,per una provvisione della Repubblica che cacciò i Pazzi dalla città aseguito della famosa congiura ordita da essi contro i Medici. Icospiratori vennero uccisi e la Signoria, per cancellare tutto ciò cheera legato alla famiglia caduta in disgrazia, ordinò che non si facessepiù lo scoppio del carro mantenendo solo, per tradizione, ladistribuzione al popolo del fuoco benedetto, che doveva avvenire fra ilBattistero e la Cattedrale.I fiorentini, però, non gradirono l’abolizione spettacolare dello"scoppio" e cercarono con tutti i mezzi di far revocare la provvisionedel governo della Repubblica, e ciò non tanto per rispetto verso lafamiglia Pazzi ma perché non volevano che l’offerta del fuoco pasqualeritornasse ad essere effettuata alla maniera semplice usataanticamente, senza più la caratteristica e fragorosa cerimonia oramaidivenuta una consuetudine. Pertanto la Signoria ordinò ai Consolidell’Arte Maggiore di Calimala, amministratori del Battistero di San Giovanni, di provvedere ai futuri festeggiamenti così come si usava fare prima della congiura.Nel 1494, scossa dalla predicazione di morale cristiana del frate domenicano Girolamo Savonarola,la città cacciò i Medici e un’altra provvisione governativa restituìalla famiglia de’ Pazzi i suoi antichi diritti e privilegi, compresoquello dell’organizzazione del carro del Sabato Santo. Questo carro erainizialmente molto più semplice di quello attuale, ed a causa delledeflagrazioni e delle vampate che sopportava ogni anno, a cerimoniaavvenuta, doveva essere quasi del tutto ripristinato. Parve quindigiusto ai Pazzi allestirne uno molto più solido ed imponente chedovesse durare per sempre. Fu, dunque, costruito il grande carro deltipo "trionfale" a tre ripiani, che da secoli, se pur più volterestaurato (anche dopo la tragica alluvione dell’Arno del 1966), gode ottima salute.I fuochi di questo carro vengono incendiati da una colomba, o comesi dice a Firenze dalla "colombina", la quale altro non è che un razzodalle sembianze di un bianco piccione.L’antica festa ha sempre richiamato una gran folla di turisti, dicittadini e di numerosi contadini della campagna fiorentina chetraevano gli auspici per il raccolto dal felice esito della corsa dellacolombina sulla corda, che doveva svolgersi senza alcun intoppo.
Il tabernacolo in Santi Apostoli dal quale si accende il fuoco che fa incendiare il "brindellone"Se la cerimonia religiosa ha conservato nel tempo quasi immutato ilmedesimo rituale, l’orario dello scoppio è stato, viceversa, più voltevariato. Attualmente nella mattina di Pasqua, scortato da 150 fra armati, musici e sbandieratori del calcio storico fiorentino,il carro del fuoco pasquale, detto affettuosamente dai fiorentini"Brindellone", si muove dal piazzale di Porta a Prato , trainato da duepaia di candidi bovi infiorati ed arriva al solito posto, in piazza delDuomo, fra il Battistero e la Cattedrale.I bovi vengono prontamente staccati ed un più moderno filo di ferro,che sostituisce la corda sugnata, viene teso a circa sette metri dialtezza, da una colonna di legno, posta per l’occasione al centro delcoro, fino a giungere al carro.Mentre si procede a questa sistemazione, dalla Chiesa di Santi Apostoli, nella piazzetta del Limbo, ha principio il corteo-processione preceduto dal gonfalonedi Firenze e dalla bandiera della famiglia Pazzi, con sacerdoti edautorità, diretto al Battistero dove incominciano le funzionireligiose. Quindi il corteo si trasferisce in Duomo e, alle ore undici, al canto del Gloria in excelsis Deo,viene dato fuoco alla miccia della colombina che, sibilando, va adincendiare i mortaretti ed i fuochi d’artificio sapientemente dispostisul Brindellone; una volta incendiati gli artifici, la colombina devetornare indietro all'Altare Maggiore, da dov'è partita, ripercorrendoda sola il percorso di andata, altrimenti il raccolto dell'anno nonavrà buoni auspici. Per la cronaca, l'ultima volta che la colombinafallì tale "missione" fu il 1966, e a novembre, infatti, ci ful'alluvione.Inizia con fragore il susseguirsi di esplosioni e spettacolipirotecnici (il tutto dura 20 minuti circa) e, sia pure in manierasimbolica, la distribuzione a tutta la città del fuoco benedetto.L’imponente mole dell’antico carro si avvolge puntualmente di nubi escoppi come se l’aria stessa emettesse scintille sempre più luminose.Scintille che ad un tratto non parranno più piccole luci distinte mauna vera pioggia di viola, di rosa, di rosso, di verde, di bianco e diblu. Il profilo del Brindellone scompare del tutto in questocaleidoscopico gioco di colori che, pian piano, unitamente al fumo edagli assordanti scoppi, si dissipa rendendo nuovamente visibili i marmidel Battistero, della Cattedrale di Santa Maria del Fiore e del Campanile di Giotto.