Dietro l'angolo

CREPI IL LUPO!


Il fascino di Monna Lisa ( raccontino fuori gara per Scrivolando )Fin da quando era un ragazzino solitario con i calzoni corti, che giocava a palla nei campi sbucciandosi i ginocchi fra i rovi e i cespugli di ortiche, aveva già questa idea fissa della Gioconda: durante una lezione l'insegnante aveva mostrato ai suoi allievi una foto del famoso dipinto e per lui era stato amore a prima vista...una strana sensazione di rimescolio interno, un formicolio in tutto il corpo che da quel momento in poi avrebbero sempre caratterizzato i suoi incontri con la dama dal sorriso più enigmatico del mondo. Fu proprio allora che decise che da grande sarebbe stato un pittore, un bravissimo pittore, cosicchè un giorno avrebbe potuto essere in grado di riprendere alla perfezione nei minimi particolari, fin nelle linee più impercettibili del volto, la donna dei suoi sogni. E così era stato: era divenuto un artista nel suo genere, un mago dei pennelli, richiesto in tutto il mondo, famoso anche per il carattere impulsivo e avventuroso che non finiva mai di sorprendere perfino chi lo conosceva bene...non si sottraeva mai a nessun rischio e pericolo, pur di ottenere ciò che gli stava a cuore. E anche ora, nonostante gli anni trascorsi, il sorriso di Monna Lisa che lo aveva rapito da bambino continuava a stregarlo ed intrigarlo come allora a tal punto da fargli decidere un'impresa che per i più non avrebbe avuto alcun senso: non pago di poter rimirare la sua bella di giorno assieme alla folla di visitatori che assiepava quotidianamente le sale del Louvre, concepì la stravagante idea di poter passare una notte da solo con lei, senza doverla dividere con nessuno e lontano dal clamore dei visitatori invadenti e rumorosi!... Era una follia, ma questo era un tratto distintivo del suo carattere e non poteva farci niente, così il giorno prescelto, quello della Befana, s'intrufolò con tele e pennelli fra la marea di turisti e studenti in contemplazione e, pochi minuti prima della chiusura, senza pensarci due volte e senza un piano ben preciso, si nascose indisturbato in uno sgabuzzino in prossimità della sala e si acquattò in silenzio, aspettando la notte. Non si trattava di nessun complotto ai danni del famoso dipinto,sia ben chiaro: desiderava soltanto trovarsi da solo al suo cospetto per poter tentare di riprodurre intimamente quei tratti che lo avevano fatto innamorare...sarebbe stata la notte più bella della sua vita! E quando sul museo scese il silenzio e ogni luce fu spenta, eccolo davanti a lei, il cuore in gola dall'emozione, lo sguardo rapito, le mani sudate che non riuscivano quasi a reggere il pennello...la Gioconda lo fissava con quel famoso sorriso che aveva incantato intere generazioni, le mani leggiadramente appoggiate l'una sull'altra, negli occhi chissà quale pensiero, quale interrogativo...che mai avrebbe pensato di lui, che gli avrebbe detto se solo avesse potuto...! Trascorse la notte in muta e ininterrotta conversazione con la dama del ritratto, senza aver nemmeno tentato di riprodurre una piccola linea del suo volto, un tratto delle mani, un panneggio delle vesti...ipnotizzato e affascinato dalla infinita gamma di emozioni suscitate in lui... e quando fu l'alba e i primi rumori e voci cominciarono ad animare il museo che si stava preparando ad una nuova giornata di visite, si rese conto che avrebbe dovuto nascondersi al più presto nel suo rifugio improvvisato, se non avesse voluto farsi sorprendere dai sorveglianti prima di mescolarsi ai visitatori e uscire. Era difficilissimo staccarsi dal dipinto, ma necessario...e proprio nel momento in cui, raccolte tele e pennelli, si volse in un ultimo saluto adorante, per un attimo, ma solo per un fugace istante, ebbe la netta e precisa impressione, inspiegabile, che le leggiadre labbra di lei s'increspassero e, sornione, gli sussurrassero qualcosa...non emisero alcun suono, nemmeno il più impercettibile a orecchio umano, ma lui non si stupì affatto e fu immediatamente sicuro di aver compreso...”Crepi il lupo...!” mormorò in risposta con un sorriso grato, prima di dileguarsi, appagato, nella luce rosata dell'alba.