da: CRIMINAL MAGAZINETue 16 March 2010 10:50:16 Direttore: Bernardo Ferro Roma, 16 marzo 1978 : Strage di via Fani
Il 16 marzo 1978, il presidente dell'allora Democrazia Cristiana italiana, On. Aldo Moro, venne sequestrato a Roma al quartiere Monte Mario in via Fani da un commando delle Brigate Rosse e gli uomini della sua scorta vennero barbaramente trucidati, sono trascorsi 29 anni. Vorrei invitarvi a leggere questa lettera. Questo è il testo della lettera inviata a Repubblica dai familiari delle vittime di via Fani: scritta il 16 marzo 2007“Gentilissimi, siamo i familiari dei carabinieri e degli agenti della Polizia di Stato caduti il 16 marzo 1978 nella oramai famosa “Strage di via Fani”, occasione in cui fu rapito l’Onorevole Aldo Moro e trucidata senza nessuna pietà tutta la sua scorta.Martedì 27 febbraio u.s. alle 23.40, Studio Aperto, il tg diretto da Mario Giordano, ha presentato uno speciale dal titolo ''Il ritorno delle Brigate rosse'', condotto da Claudio Martelli, che ricostruiva la nascita delle Brigate Rosse con una lunga intervista ad Alberto Franceschini, fondatore storico del gruppo terroristico nel lontano 1970 insieme a Renato Curcio. All’interno dello speciale un’intervista al Franceschini veniva realizzata proprio a via Fani, luogo in cui furono uccisi cinque servitori dello Stato. Tale proiezione ci ha riportato indietro di trent’anni, a quel terribile giorno in cui le nostre vite si fermarono insieme a quelle dei nostri cari, ci ha inorridito vedere un terrorista accanto alla lapide che ricorda l’eccidio, ci ha disgustato sentirlo parlare di Brigate Rosse proprio in quel luogo di “memoria storica” per la Nazione tutta.Silenziosamente sino ad oggi, in quanto educati dai nostri caduti nel rispetto delle Istituzioni e nel credo cristiano, abbiamo taciuto sui vari accadimenti degli ultimi tempi. Abbiamo silenziosamente osservato Sergio D'Elia, ex terrorista di Prima linea, essere eletto segretario di presidenza della Camera dei deputati, abbiamo fissato l'ex terrorista Susanna Ronconi essere nominata alla Consulta nazionale delle tossicodipenze, abbiamo assistito l'ex brigatista Barbara Balzerani, né dissociata né pentita, ottenere la libertà condizionata nonostante il parere negativo espresso da noi familiari al Magistrato di Sorveglianza (parere che data la nostra discrezionalità non è mai stato dato in pasto alla stampa), ed ora, infine, siamo costretti ad assistere all’esaltazione mediatica dell’ex BR Franceschini proprio sul luogo in cui vennero uccisi gli uomini della scorta di Moro (come purtroppo vengono ormai ricordati i cinque agenti, precipitati nel limbo della dimenticanza comune).Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, tramite il Segretario Generale del Quirinale Donato Marra, in occasione dell’invito al figlio dell'ex sindaco di Firenze Lando Conti, ucciso dalle Br, a sospendere il suo sciopero della fame iniziato per protestare contro la presenza nelle Istituzioni di ex terroristi, affermò “…il bisogno di mantenere viva nell'opinione pubblica e tra le forze politiche la memoria della gravità dell'attacco portato dal terrorismo alle istituzioni democratiche e il ricordo di quanti le hanno difese con coraggio e determinazione fino al sacrificio della vita”.Orbene, viste le dichiarazione del Capo dello Stato riteniamo indecoroso e realmente indecente proporre tali interviste, come quella rilasciata dal BR Franceschini nello speciale di Studio Aperto, effettuate nei luoghi della “memoria”. Intervista di cui nessuno ci ha dato notizie in merito, che ci ha colpito così forte al cuore, non solo per la presenza dell’ex terrorista, ma anche per il totale stato di abbandono di quel luogo che dovrebbe rappresentare anche per le generazioni future un punto di riferimento storico. Abbiamo avuto sempre la massima discrezione, nel rispetto dei valori e delle Istituzioni, assistendo in cristiano silenzio al ritorno, in primo piano, degli ex terroristi. Li abbiamo guardati presentare libri, tenere convegni, salire in cattedra, entrare a far parte delle Istituzioni stesse, assistere, infine, all’ennesima loro “escalation mediatica” in puro stile “al-qaediano” sul proprio ricordo di quegli anni, come se quella stagione avesse avuto per protagonisti, agli occhi dei telespettatori, i soli componenti della lotta armata.Concludiamo questa lettera aperta con un quesito a cui, come sempre, non ci aspettiamo risposta, ci chiediamo, infatti, come reagirebbe l’attuale Governo ed i suoi rappresentanti ad un’intervista dell’ex SS Erich Priebke sulla storia del nazismo effettuata sul luogo della “strage delle Fosse Ardeatine”?Con sdegno, rammarico e commozione i familiari della Strage di via Fani.Ileana Lattanzi (vedova del Maresciallo CC Oreste Leonardi)Maria Rocchetti (vedova dell’App. CC Domenico Ricci)MariaPia Zizzi ( sorella del Brig. della P.di S. Francesco Zizzi)Ciro Iozzino (fratello dell’Ag. della P. di S. Raffaele Iozzino)Angelo Rivera (fratello dell’Ag. della P. di S. Giulio Rivera)”E questa è la risposta di Napolitano:“Caro Augias, la lettera indirizzatale dai famigliari dei carabinieri e degli agenti della Polizia di Stato barbaramente uccisi dalle Brigate Rosse a via Fani, nel corso del brutale rapimento dell'on. Moro, mi trova pienamente concorde. Anche nel mio messaggio di fine anno volli esprimere un chiaro richiamo al rispetto della memoria delle vittime del terrorismo e dunque al rispetto - in tutte le sedi - del dolore dei loro famigliari. Rinnovo perciò il mio fermo appello perché di ciò si tenga conto anche sul piano dell'informazione e della comunicazione televisiva. Il legittimo reinserimento nella società di quei colpevoli di atti di terrorismo che abbiano regolato i loro conti con la giustizia dovrebbe tradursi in esplicito riconoscimento della ingiustificabile natura criminale dell'attacco terroristico allo Stato e ai suoi rappresentanti e servitori e dovrebbe essere accompagnato da comportamenti pubblici ispirati alla massima discrezione e misura.” (CHE SFORZO..... :o/...) MI PIACEREBBE SAPERE, CHE COSA ABBIAMO IMPARATO DA TUTTO CIO'....