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Monti e la curva di Laffer

Post n°6 pubblicato il 10 Aprile 2012 da The_BlaCK_is_BacK

Laffer negli anni 70 mise a punto uno studio che poi è diventato uno dei capisaldi dedli studi di economia in cui dimostra che uno Stato dopo aver raggiunto il tetto massimo di tasse da prevelevare ai cittadini e alle aziende,inizia a crollare.Come dicevo questo studio è la base della moderna economia,nel grafico è visibile come Laffer mette in relazione l' aliquota di imposta (asse delle ascisse[X]) con le entrate fiscali (asse delle ordinate[Y]). La curva come vedete si presenta a forma di campana.
Dimostra che all'aumentare dell'aliquota le entrate fiscali aumentano fino ad arrivare al punto max, individuato nel punto di massimo della curva, oltre il quale ogni aumento dell'entrata fiscale porta una diminuzione delle entrate incentivando l'evasione e l'elusione.
Adesso la domanda che mi pongo è questa:la corte dei conti ha già stabilito che siamo ben oltre il peso massimo sopportabile da aziende e cittadini,allora come mai Monti continua a fare leggi che poco hanno a che afre con l'equità sociale?Ne dico una,l'altro giorno Monti ha fatto approvare dal Parlamento italiano una legge che esonera le "Fondazioni bancarie dal pagamento dell'Imu.Questo vuol dire che mentre un comune cittadino dovrà pagare(da calcoli provvisori) intorno ai 1000 euro per la prima casa,e 3500 per la seconda,le fondazioni bancarie non pagheranno un euro.....Sapete l'anno scorso qual'è stato l'utile per le fondazioni bancarie??? Un MILIARDO e 400 milioni di euro.Di che giustizia sociale va cianciando il grigio e tedioso Monti?E sopratutto se lui è a conoscenza che siamo già oltre il limite di non ritorno per quanto riguarda la pressione fiscale,per quale motivo continua nella sua opera di distruzione.Gli studi di Laffer dimostrano che  le entrate ad un certo punto diminuiranno,vuoi perchè ci sarà un aumento dell'evasione,vuoi perchè a nessuno converrà lavorare solo per pagare le tasse.I soldi ci sono signor Monti ma tutti debbono pagare,anche quelli che sembra siano i suoi padroni,perchè non c'è giustizia sociale fin quando imprenditori  e cittadini saranno costretti  atogliersi la vita perchè non si può più andare avanti...L'articolo 18 poi è l'ennesima presa in giro per gli italiani,tutti i giuslavoristi concordano nel dire che non produrra niente......E allora cosa accadrà quando le entrate dello Stato diminuiranno?Le tasse aumenteranno di nuovo?E più le tasse aumentano e meno saranno le entrate,questo è dimostrato.Allora la domanda è:qual'è il suo obiettivo signor Monti?

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Commenti al Post:
suasar
suasar il 10/04/12 alle 19:40 via WEB
Già quale è l'obbietivo di Monti?lo vorrei conoscere
 
 
The_BlaCK_is_BacK
The_BlaCK_is_BacK il 10/04/12 alle 22:04 via WEB
il bilancio in primis,con poco uguaglianza
 
nuvolepasse.ggere
nuvolepasse.ggere il 10/04/12 alle 20:07 via WEB
più diminuiranno le entrate e più tasse ci saranno,speriamo che a gente si ribelli a questo.
 
 
The_BlaCK_is_BacK
The_BlaCK_is_BacK il 10/04/12 alle 22:04 via WEB
speriamolo pure,ma qualche dubbio ce l'ho.....grazie
 
iscrizioni.gratis
iscrizioni.gratis il 10/04/12 alle 21:30 via WEB
io so solo che è diventato impossibile andare avanti,la mia azienda sta licenziando molte persone
 
 
The_BlaCK_is_BacK
The_BlaCK_is_BacK il 10/04/12 alle 22:05 via WEB
molti sono sul lastrico,è un dato di fatto
 
sykofante
sykofante il 10/04/12 alle 21:35 via WEB
giusto oggi evocavo la teoria del Leviathano, lo stato come un mostro che mangia tutto, che divora e consuma tutte le risorse a portata di mano. Lo Stato cresce e cresce e per alimentare se stesso succhia tutto quel che è risucchiabile.Maggiore è la percentuale del settore pubblico e maggiori sono le tasse e l'inefficienza del sistema. Se poi ci mettiamo l'ingordigia - a loro insaputa- dei professionisti della politica, dei figli, degli amici e degli amici degli amici... la voragine si allarga. Le vie sono due: imparare a fare a meno di tutto perchè niente ci serve (è il primo lusso) e passare dal PIL, prodotto interno lordo dove si vive per lavorare, al BIN, ben-essere interiore netto, dove si lavora per vivere e si ha più tempo per amare la vita...
 
 
The_BlaCK_is_BacK
The_BlaCK_is_BacK il 10/04/12 alle 22:10 via WEB
Si sarebbe bello passare dal pil al bin,in fondo ci penso spesso,ma il problema è....in uno Stato come il nostro è un'idea attuabile?mi spiego,anche se noi abbiamo un pezzo di terra una casa acqua luce e coltiviamo quello che mangiamo,solo per reggere il peso economico di queste poche cose,non basterebbe il raccolto per pagare le tasse,e quindi si torna sempre al punto di partenza...grazie
 
sykofante
sykofante il 11/04/12 alle 08:48 via WEB
un'opzione è la decrescita suggerita da Latouche, magari partendo da una sperimentazione con i bilanci di giustizia proposto da Alex Zanotelli... sono un buon aiuto per cominciare a fare il punto personale e da lì ri-partire...decolonizzando il nostro modo di pensare...
 
 
The_BlaCK_is_BacK
The_BlaCK_is_BacK il 12/04/12 alle 15:01 via WEB
Ciao Sykofante,decolonizzare il nostro modo di pensare è un bellissimo concetto,mi chiedo solo un paio di cose,è per tutti?E' possibile?...grazie gentilissima
 
akenaton611
akenaton611 il 12/04/12 alle 18:13 via WEB
Buonasera...mi chiedo se esista veramente una alternativa valida a questo "regime capitalista"....quale altra via ci puo' portare a salvare quel poco che è rimasto della "povera" Italia.....non c'è piu' fiducia ..la gente si è stancata...e in questo clima da "primavera di Praga" l'aria sta diventando irrespirabile per tutti..........ti auguro una serena serata.......................Antonello
 
 
The_BlaCK_is_BacK
The_BlaCK_is_BacK il 12/04/12 alle 19:24 via WEB
Sinceramente akenaton,non credo esista una via facile per liberarci da questo regime politico,ma se ci uniamo tutti insieme possiamo fare molto...grazie gentilissimo,buonasera a te Black
 
INSURMOUNTABLE
INSURMOUNTABLE il 12/04/12 alle 19:23 via WEB
Grande post complimenti . Ero anch'io a conoscenza di questo assioma di Laffer , evidentemente il buon Monti no . Dici il vero . ciao
 
 
The_BlaCK_is_BacK
The_BlaCK_is_BacK il 12/04/12 alle 20:10 via WEB
grazie INSURMOUNTABLE,io penso che anche lui sia a conoscenza della cosa,ma non gli interessa molto,gentilissimo felice sera....
 
hscic
hscic il 13/04/12 alle 08:53 via WEB
Non per difendere i bancari...ma le fondazioni bancarie non sono le banche...sono una loro emanazione avente lo scopo d'operare nel sociale, nella cultura, nell'aiuto ad Enti meritori (vedi biblioteche, musei, enti culturali ecc..). Certo le banche scaricano dalle tasse e fanno immagine....ma distribuiscono soldi a gratis, facendo di fatto beneficenza. Mi pare strano che abbiano un utile....semmai, se lo hanno, bisognerebbe vedere che se ne fanno di questo utile. Se la dotazione di una fondazione produce un utile che poi viene distribuito in beneficenza, tassare i suoi immobili è un dare la zappa sui piedi a quella parte di collettività bisognosa che beneficia dei soldi delle fondazioni.
 
 
The_BlaCK_is_BacK
The_BlaCK_is_BacK il 13/04/12 alle 11:30 via WEB
MI SPIACE MA TI SBAGLI DI GROSSO...UNA COSA E' LA FACCIATA CHE ALCUNE ORGANIZZAZZIONI SI DANNO....altro è la realtà dei fatti....LE FONDAZIONI DI FATTO SONO LE PROPIETARIE DELLE BANCHE esse furono istituite nel 1990 con la legge-delega Amato-Carli, che rispondeva all’esigenza di sottrarre le banche italiane dal controllo pubblico per ricollocarle integralmente sul mercato, quotarle in Borsa e renderle allettanti per gli investitori stranieri. Gli istituti creditizi italiani, che sino a quel momento erano istituti di diritto pubblico, furono quindi trasformati in società per azioni, mentre per le casse di risparmio si adottò la via delle scorporo dalle aziende bancarie e fu sancita la loro trasformazione in Fondazioni. Quest’ultime assunsero la configurazione di holding pubbliche che detengono il pacchetto di controllo della banca partecipata senza tuttavia poter realizzare alcun tipo di attività bancaria: per esse vige il divieto di esercitare fini di lucro. L’azione delle Fondazioni bancarie ruota intorno ad un organo fondamentale, chiamato d’indirizzo (conosciuto anche come consiglio generale, comitato d’indirizzo o commissione centrale di beneficenza). In esso sono concentrati i poteri principali come l’approvazione e la modifica dello statuto, la nomina e la revoca dei componenti degli altri organi, l’approvazione del bilancio e le scelte strategiche. La sua composizione è caratterizzata da una prevalenza di membri espressi dagli enti del territorio (tranne la Regione) in cui sorge la Fondazione. In sostanza, istituzioni come Comuni e Province giocano un ruolo essenziale per la struttura gestionale delle Fondazioni. Il quadro che ne deriva evidenzia quindi una complessa ragnatela di poteri. Poiché le banche sono controllate da alcune fondazioni di riferimento, di conseguenza il ruolo degli enti territoriali risulta determinante anche per la definizione degli assetti negli istituti di credito. Si consideri inoltre il peso esercitato dalle Fondazioni in due colossi bancari italiani: in Intesa-Sanpaolo il 9,8% è in possesso della Compagnia di San Paolo, il 4,6% di Cariplo e il 4,1% della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, mentre in Unicredit il 4,6% è detenuto da Cariverona e il 3,6% dalla Cassa di Risparmio di Torino. Per comprendere meglio tale dinamica, è utile esaminare un esempio. Cariverona è primo socio di Unicredit, poiché ne controlla il 4,6%. Su una trentina di membri del consiglio generale della Fondazione, ventidue sono nominati dagli enti territoriali: quattro dal sindaco di Verona, uno il primo cittadino di Legnago, uno il presidente della Provincia di Vicenza, uno il sindaco di Feltre e gli altri sono indicati dalle Camere di Commercio locali. Poiché i casi citati sono tutte realtà amministrate dalla Lega e le Camere di Commercio risentono della lottizzazione imposta dal governo regionale (quindi da Zaia), si capisce come i piani alti della fondazione veronese, e di conseguenza anche di Unicredit, siano pesantemente condizionati dalle volontà del Carroccio. Tuttavia è possibile leggere il fenomeno anche invertendo i termini della questione. I consiglieri di amministrazione di Unicredit possono esercitare forti pressioni sugli esponenti politici locali in modo da ottenere un assetto a loro favorevole grazie alle scelte operate dagli enti territoriali in seno alle Fondazioni. Il passaggio cruciale è quindi, ancora una volta, rappresentato dal rapporto che intercorre tra la politica e i poteri finanziari. Le banche italiane, rispetto agli istituti creditizi degli altri Paesi, hanno mostrato una discreta tenuta. Tuttavia, nonostante la crisi che sta falcidiando l’industria italiana, sono impegnate principalmente in operazioni finanziarie di intermediazione tra titoli, mentre lesinano l’erogazione del credito ad imprese e famiglie. Le amministrazioni locali, tramite le Fondazioni, potrebbero cercare di ristabilire il controllo della sfera politica su quella finanziaria. Tuttavia il quadro è desolante e la situazione attuale lascia presagire ben altri esiti: la politica continua a genuflettersi dinanzi il mondo della finanza.
 
   
The_BlaCK_is_BacK
The_BlaCK_is_BacK il 13/04/12 alle 11:35 via WEB
DAL WEB
 
sykofante
sykofante il 17/04/12 alle 09:04 via WEB
Dürenmatt scrive che rapinare le banche e da dilettanti, i veri professionisti ne fondano una... Ciao Syk
 
 
The_BlaCK_is_BacK
The_BlaCK_is_BacK il 18/04/12 alle 23:09 via WEB
Dürenmatt aveva proprio ragione,ciao Syk felice sera a te.....
 
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