The Mask

La Venezia "libertina"


Culturalmente la Venezia del fine 600-700 conobbe una stagione d'oro, basti pensare ai ben 17 teatri costruiti per una popolazioni di soli 140.000 abitanti. Le rappresentazioni teatrali erano molto seguite, ma le maschere usate in questo contesto erano tutt'altra cosa rispetto alle maschere indossate invece nella vita di tutti i giorni durante il carnevale. Erano più uno strumento che non il fine travestimento.Attraverso il mascheramento si poteva celare la propria identità e quindi partecipare più facilmente al clima festoso e mondano che regnava in quei tempi.La gente andava in giro mascherata, eccitata dalle possibilità che l'anonimato poteva fornire: non solo avventure amorose, ma anche fingersi un nobile e scavalcare cosi stratificazioni sociali molto rigide, oppure per un nobile mischiarsi nel popolo senza perdere la reputazione oppure ancora entrare nelle case da gioco senza essere riconosciuti, protetti dagli sguardi indiscreti, soprattutto quello dei creditori.Il mascheramento era utilizzato dai nobiluomini "barnabotti" (i patrizi poveri) per chiedere l'elemosina agli angoli delle strade, oppure lo usavano le donne, per gli incontri segreti con i loro amanti o dagli uomini per introdursi, mascherati da donne, nei monasteri.  
Il Carnevale (fenomeno già presente in molte società) quindi, acquistava a Venezia un significato particolare e diverso. Rappresentava qui la "scusa" per mascherarsi e poter partecipare al clima festoso e mondano della città. Ecco perchè a Venezia il carnevale è arrivato a durare anche parecchi mesi. Mentre altrove la maschera rappresentava un personaggio o uno stato d'animo, a Venezia serviva solo a nascondere.