The Mask

Le maschere dell'Africa


Esistono in Africa centinaia di tipi diversi di maschere, ma tutte ricoprono un ruolo di straordinaria importanza nella vita della tribù e tutte, indipendentemente dall’uso a cui sono destinate, rivestono un carattere sacro e accompagnano gli avvenimenti più importanti della vita dell’uomo e della collettività.Molto spesso si pensa alla maschera africana identificandola con la testa appesa al muro in un museo o in una casa privata e non più verosimilmente ad una creatura viva con un corpo che danza. Infatti quale che sia la maschera , essa rappresenta sempre il corpo, il luogo fisico nel quale abita lo spirito e che gli permette di partecipare alla festa e manifestarsi in modo visibile. Per questo l'identità di chi indossa la maschera è nota solo allo stretto numero degli adepti, e dato il significato spirituale delle maschere, non tutti i membri della società sono autorizzati a indossarle. Spesso questo onore è riservato agli uomini, e in particolar modo agli anziani o comunque alle persone di alto rango. Il processo per cui da sempre la maschera cela un'identità per manifestarne un'altra, qui non riguarda l'esteriorità della persona, ma la sua essenza: chi danza indossando la maschera non è più se stesso, ha temporaneamente ceduto il suo corpo allo spirito che alla maschera si lega. Questo legame tra danzatore, maschera e spirito inizia già durante la costruzione della maschera stessa. Chi la costruisce è a sua volta un iniziato, la sua azione è un'azione sacra e tutto il processo di costruzione, manipolazione e manutenzione delle maschere non può essere compiuto se non da iniziati che ne assicurano il mantenimento della potenza spirituale. Le forze spirituali evocate dalle maschere sono attive appena esse entrano nel villaggio, per questo gli abitanti spesso le temono. Esse svolgono anche un ruolo sociale fondamentale: sono garanti delle istituzioni, identificano i malfattori e li espongono al pubblico disprezzo, proteggono la società da ogni forma di disordine e propiziano la fertilità di donne, animali e terra.
A volte, come nel caso delle maschere "Gelede" del Benin, servono come elemento ausiliario nell’insegnamento; la maschera rappresenta i valori tradizionali che così vengono trasmessi con molta autorevolezza ma anche con un aspetto ludico che consente di trattare argomenti altrimenti ritenuti sconvenienti o scabrosi.
Le maschere sono presenti in tutti gli avvenimenti importanti, sono l’elemento portante della ritualità che assicura la buona riuscita di ogni avvenimento fondamentale nella vita dell’individuo e del gruppo. Ci sono danze di maschere per il rito della circoncisione, ci sono danze di maschere per la cura di malattie, ci sono danze di maschere per i riti funebri in cui le maschere hanno lo scopo di porsi in contatto con lo spirito del defunto ed evitare che questo nuoccia ai congiunti. Si credeva, infatti, che esso separandosi dal corpo errasse attraverso i luoghi a lui cari: compito dei membri del gruppo era, allora quello di renderlo a loro propizio. Ogni qualvolta l’individuo si trova in un momento di rischio, in un “ luogo di passaggio” in cui rischia di perdersi, le maschere lo guidano e lo sostengono con la loro potenza. Come anche nei riti agrari, le maschere, spesso di origine antichissima, hanno un ruolo fondamentale. A loro è affidato il rinnovamento, la purificazione e la rigenerazione di tutto l’insieme dei viventi, siano essi umani, animali o piante. Esse garantiscono il mantenimento di quell’ordine naturale senza il quale non possono esistere fertilità e benessere.La forma di una maschera africana è in generale riconducibile al volto di un uomo, o al muso di un particolare animale. Questa figura complessiva viene tuttavia resa in una forma altamente stilizzata. L'assenza di realismo si può ricondurre alla concezione comune a tutte le culture dell'Africa Nera, per cui la maschera deve rappresentare lo spirito del soggetto e non la sua apparenza esteriore. Un caso estremo è dato da maschere come le "Nwantantay "dei Bwa del Burkina Faso, che rappresentano gli spiriti volanti della foresta; poiché questi spiriti non hanno un aspetto esteriore, la maschera ha una forma completamente astratta, puramente geometrica.
Nel continente africano la produzione artistica di maggiore interesse è concentrata nel territorio che si estende dal Mali fino allo Zaire (la cosiddetta Africa Nera). La struttura principale delle maschere africane è in genere in legno; più raramente si impiegano pietre morbide come la saponaria, oppure pelle o tessuto. Il materiale viene lavorato (per esempio intagliato o scolpito) e spesso dipinto, con carbone vegetale, ocra o altri pigmenti di origine naturale. Alla struttura principale possono essere applicati elementi decorativi in altri materiali, come pelo, corna, denti, conchiglie, semi, iuta, paglia, guscio d'uovo (soprattutto di struzzo) o piume. Queste applicazioni servono talvolta a rappresentare in modo più efficace elementi anatomici del soggetto (per esempio, pelo animale e paglia sono spesso usati come capelli o barba, e corna o zanne possono servire da denti).Le maschere sono fra i prodotti artigianali africani più amati dagli occidentali; se ne trovano praticamente in tutti i negozi e mercati per turisti delle principali località africane, e in molti negozi europei e nordamericani che propongono articoli cosiddetti "etnici". Di conseguenza, la produzione di maschere (come di altri oggetti artigianali) è diventata una vera e propria industria in molti paesi africani. Le maschere "commerciali" (o "turistiche") che si trovano nei mercati e nei negozi sono idealmente riproduzioni più o meno fedeli di maschere tradizionali delle diverse etnie. Questo legame originario con la tradizione si va comunque progressivamente indebolendo a favore di considerazioni economiche, la modernizzazione che in gran parte dell’Africa ha portato ad abbandonare i saperi tradizionali, se nondimeno la diffusione di religioni monoteiste che interrompono il legame di sacralità tra il mondo spirituale e quello naturale e per finire le guerre, onnipresenti in Africa, che sradicando intere popolazioni dal loro habitat ne distruggono in modo brutale e traumatico tradizioni e credenze. La logica del mercato rende anche sempre più difficile identificare la reale provenienza (sia geografica che stilistica) di maschere e altri prodotti artigianali; per esempio, nel grande mercato di Okahandja, in Namibia, si vendono quasi esclusivamente maschere prodotte in Zimbabwe che riproducono (a basso costo e con materiali di seconda scelta) stili originari di molte diverse regioni dell'Africa nera. “ Poiché all’inizio non avevamo maschere che ci proteggessero, gli alberi uscirono dal bosco sacro e vennero al villaggio; da allora divennero le nostre maschere”. Queste parole si riferiscono all’uso delle maschere da parte dell’etnia Bwa