Creato da MaskAngel il 16/05/2012

The Mask

Storie di maschere

 

La maschera "apotropaica"

Post n°5 pubblicato il 22 Maggio 2012 da MaskAngel
 

La maschera non necessariamente deve essere indossata da un
soggetto... come nel caso di questo genere di maschera.

Essa veniva considerata un oggetto dai poteri magici: era infatti abitudine antica, ultimata la costruzione di una casa, di una stalla o di un campo, porre sull'architrave o sulla chiave di volta dell'arco, una maschera in pietra o in terracotta per tenere lontani malocchio e spiriti maligni.
Spesso era una figura demoniaca, con fauci aperte, lingua di fuori, e vistose corna sulla fronte. Visione,questa, quasi sicuramente derivante dalla magna-grecia, anche se comunque tutti concordano nell'attribuire alla maschera per la sua aggressività e il suo aspetto demoniaco una funzione "apotropaica" (dal greco "apotrèpo", allontanare; "apotraipos", che allontana i mali), termine che gli
antichi attribuivano ad oggetti deformi e grotteschi, in grado,
cioè, di distogliere lo sguardo nemico.

         

 
 
 

Dioniso - il dio e la maschera

Post n°4 pubblicato il 21 Maggio 2012 da MaskAngel
 

Dioniso

Dioniso è una delle più affascinanti e contraddittorie divinità della mitologia greca.

La maschera, per i greci e i romani, era uno dei simboli più praticati per indicare Dioniso. Perché la maschera è ambigua e Dioniso è il dio che, per eccellenza, sfugge a ogni definizione univoca, a ogni etichetta stereotipata. E’ al tempo stesso maschio e femmina, divino e animale, umano e immortale. Può essere dolce e crudele, sereno e folle, gioioso e furente, affettuoso e invasato. Può portare l’uomo all’entusiasmo, carezzandolo col dono del vino e un momento dopo può annientarlo con violenza bestiale e implacabile. Estasi è il gioco che ci propone: andare fuori di testa secondo l’accezione moderna o essere posseduti dal dio, secondo gli antichi. Puoi essere condotto verso la beatitudine ma puoi anche attraversare la porta che schiude un mondo da incubo, dove l’umano si perde per sempre, sconfinando nella dimensione parallela del delirio.

Durante una delle sue tante scappatelle, il sommo Zeus concepì un bimbo di nome Dioniso, con una povera mortale di nome Semele, che volle vedere a tutti costi il suo vero volto e rimase folgorata e incenerita da quella rivelazione. Dioniso nacque in quell’istante, nella vampa del fulmine: il signore dell’Olimpo lo trasse fuori dall’utero di Semele, mentre diventava cenere fumante. Così Zeus diventò la seconda madre di Dioniso: si squarciò una coscia e mise dentro il feto, come in un’incubatrice, ricucendosi la pelle con fermagli d’oro. Quando fu maturo, Dioniso venne liberato dalla gamba del padre, e presentato al mondo come suo figlio. Non l’avesse mai fatto, il possente Zeus! Si scatenò la terribile gelosia di Era, sua moglie, che voleva uccidere Dioniso a tutti i costi! Zeus, in tutta fretta, nascose il bambino a Nisa, in una grotta profonda e oscura. Ma non servì a niente. Era liberò dal profondo del Tartaro i possenti e orrendi Titani e ingiunse loro di ammazzare Dioniso, Come implacabili segugi, i Titani rintracciarono il bambino divino. Per distrarlo e attirarlo fuori dalla caverna gli lanciarono dei giocattoli: una trottola, una bambola snodabile, una palla, una mela, dei dadi e uno specchio. Dioniso uscì dalla spelonca e cominciò a guardarsi nello specchio. I Titani si dipinsero il volto di bianco, con del gesso. Prepararono le armi: lunghe lame affilate, nodosi bastoni massicci e le loro mani potenti e rapaci. Mentre si specchiava gli piombarono addosso. Mente la prima lama stava per decapitarlo, il dio vide con stupore che nello specchio non c’era la sua immagine: vi osservò riflesso il mondo! - Che bel gioco! - esclamò, mentre la sua testa veniva spiccata dal busto e le sue membra strappate ad una ad una dalla furia dei Titani. - Dunque questo mondo, gli uomini e le cose di questo mondo, non hanno una realtà in sé, sono soltanto una visione, un’ allucinazione divina e nello stesso tempo quelle immagini sono corporee, sono il pulsare del sangue, l’alito del respiro, il fluire dell’energia del Cosmo. Sono forme apparenti ma non perché esiste una verità ultima, nascosta, vera che le trascende. Sono illusorie solo nel loro credersi separate , isolate dal grande unico gioco divino, fantastico e violento, che invece le contiene! Sì, che bello spasso, divertente! Mentre il coltello degli assassini calava su di lui, Dioniso smembrato appariva prima come un giovane, poi come un vecchio, poi ancora neonato e poi ancora adolescente. E ancora una volta i Titani lo aggredivano e lo facevano a pezzi. Allora Dioniso si trasformava in leone e ruggiva scuotendo la fulva criniera e poi in un cavallo che s’impennava, mentre il sudore biancastro gli ricopriva il mantello nero lucido. E ancora i sicari lo bloccavano e lo massacravano ma lui diventava un serpente che s’attorcigliava al loro collo, strangolandoli, e poi in una tigre che li azzannava e li artigliava. Infine si mutava in un grande toro che li caricava, buttandoli a gambe all’aria! Furibonda Era, vedendo che i suoi assassini non riuscivano nel compito, scese di corsa dall’Olimpo e urlò, in modo agghiacciante, nelle orecchie di Dioniso/toro. Finalmente, tramortito, il toro crollò sulle sue zampe. I Titani, cauti, s’avvicinarono e lo squartarono. Presero il suo corpo fatto a brani, lo misero in un calderone e lo cucinarono come fosse uno spezzatino, che venne dato in pasto a tutti gli uomini. Quando Zeus scoprì l’omicidio, incazzato come una belva, fulminò all’istante i Titani e ricompose il corpo straziato del figlio, restituendolo alla vita.”

 
 
 

La maschera nella rappresentazione teatrale

Post n°3 pubblicato il 19 Maggio 2012 da MaskAngel
 

Nell'antichità si pensa dovessero coprire l'intera testa. Il volto era fatto di tela stuccata o di legno leggero o di sughero dipinto. La parrucca di pelo, di lino o di materia affine. Non ci è giunta nessuna maschera teatrale in originale ma, grazie a numerose riproduzioni in marmo, terracotta e metallo, e grazie ad affreschi e mosaici, possiamo farci un immagine precisa del loro aspetto.


In origine anche le maschere teatrali erano maschere di culto perchè portate in onore di Dioniso nelle sue feste e nel corso delle rappresentazioni drammatiche a tali feste collegate. In Atene a partire dalla seconda metà del VI secolo a.C, parallelamente all'affermarsi di tre tipi di spettacolo, la tragedia , il dramma satiresco e la commedia, si svilupparono anche i diversi tipi di maschere teatrali. Le maschere nel teatro greco avevano la duplice funzione di caratterizzare il personaggio e da fungere da cassa di risonaza sonora per amplificare la voce e rendere più udibili i dialoghi e nella rappresentazione teatrale, cosi come nel corso di cerimonie sacre, cela il volto di chi la indossa, ma trasforma in modo fondamentale anche la sua essenza, permettendogli di perdere la propria individualità e di assumerne un altra che gli è completamente estranea. Allo stesso modo in cui il sacerdote muta il suo essere con la maschera, l'attore si confonde istantaneamente con il personaggio del dramma; per tutta la durata della rappresentazione la maschera diventa il suo volto, specchio del carattere nel quale egli si è mutato.

Nell'ambito della commedia la maschera si trasforma con l'andar del tempo da maschera grottesca e demoniaca per eroi, dèi e uomini, a maschera realistica di carattere, fino a diventare maschera di tipi fissi; il vecchio, il giovane, lo schiavo ecc. Raffigurazioni di maschere di commedia si trovano in gran numero fino alla tarda romanità.

 
 
 

Etimologia

Post n°2 pubblicato il 18 Maggio 2012 da MaskAngel
 

I tentativi di ricostruire la trafila etimologica di "maschera" non hanno finora prodotto risultati di assoluta certezza. Due le ipotesi principali, non del tutto reciprocamente incompatibili. La prima prospetta la derivazione da una forma preindoeuropea "masca" «fuliggine, fantasma nero, larva». La seconda, invece, suggerisce la derivazione da masca «strega», voce regionale di area ligure e piemontese a cui appartengono anche i derivati "mascaria" «incantesimo, stregoneria, magia» e "mascassa" «stregona, stregaccia».
Alcuni studiosi hanno suggerito una derivazione dell’etimo dalla locuzione araba maschara o mascharat, buffonata, burla, derivante dal verbo "sachira", deridere, burlare, importata nel linguaggio medievale dalle crociate. Tuttavia tale vocabolo è già presente in alcuni testi anteriori alle crociate. Altri vedono un possibile accostamento con il termine pregallico "baska" da cui abbiamo il verbo francese rabacher, fare fracasso.
Da notare che il sostantivo italiano "persona", usato per designare ogni «individuo della specie umana, senza distinzione di sesso, età, condizione sociale e sim.» (Vocabolario Treccani), deriva dal latino lat. pers_na, voce di origine probabilmente etrusca, che significava propriamente "maschera teatrale".

 
 
 

Le origini

Post n°1 pubblicato il 17 Maggio 2012 da MaskAngel
 

Maschera in pietra del Neolitico 7000 a.CSin dall'età arcaica si configura come un'efficace mezzo di comunicazione tra gli uomini e le divinità, innanzi tutto per combattere l'oblio della morte. Si ipotizza utilizzata principalmente per usi religiosi, spesso affiancata da pitture corporali, tatuaggi e scarnificazioni, uno strumento che permette di alienarsi dalle convenzioni spazio-temporali, al fine di proiettarsi all'interno di un mondo ‘altro', divino, rituale, mistico.

Colui che indossa la maschera perde la propria identità per assumere quella dall'oggetto rituale rappresentata

 

 

 

 

 
 
 
« Precedenti
 

MaskAngel

 

 

 

 

 

 

 

 

§

§

/      \

/            \

..............................................................

"...mascherarsi e sopravvivere a certe situazioni che la realta' ci pone

mascherarsi e' cercare di essere cio' che vorremo
e  non siamo convinti che se fossimo diversi
avremmo piu' rispetto ...piu' stima ...piu' fortuna ecc...

mascherarsi e' nascondere la parte che noi riteniamo piu' fragile
..o piu' negativa della nostra personalita'

mascherarsi  e' proteggersi
cercando di essere cio' che non si e' e forse non si sara' mai!

mascherarsi e' un gioco ...nel farsi scoprire ..solo se lo si vuole
e da chi lo si vuole

mascherarsi e' una liberazione per essere cio' che mai saremmo a
volto scoperto

mascherarsi e da furbi..sciocchi arroganti
pervasi...critici...giusti
o da ingenui ..semplici ...ordinari..anonimi...vili?"

 

      <<<<<<<<<<<<<<>>>>>>>>>>>>>

 

 

 

 

 


 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

I MIEI LINK PREFERITI

Citazioni nei Blog Amici: 2
 

ULTIME VISITE AL BLOG

antoniogazianogiusidapolitoxninipcfilippopatodpiepaolo58Flov10paola.cesatifra67ciannucciluigi1963rennafabioAnnaabbchiara.petrolatiBaxlemisterpokemon
 

ULTIMI COMMENTI

spettacolare....complimenti bellissimo...
Inviato da: diamant_noir
il 18/07/2012 alle 01:49
 
mi piacciono! è bellissimo qui
Inviato da: navighetortempo
il 13/07/2012 alle 18:55
 
caparbio scritto! E' bellissimo complimenti
Inviato da: navighetortempo
il 02/07/2012 alle 21:50
 
particolari i vostri scritti
Inviato da: navighetortempo
il 24/06/2012 alle 17:51
 
... grazie e complimenti per le tue pubblicazioni ...
Inviato da: MaskAngel
il 09/06/2012 alle 12:16
 
 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 


 

 

 

 

 

"La donna è maschera per se stessa.
Il suo corpo è ciclico, è materia vivente che produce materia vivente, crea e conforma altri corpi. Apertura, dilatazione, espulsione."

 

<<<<<<<<<<<<<<>>>>>>>>>>>>>>

 

 

 

 

 

 


 

Indosso la maschera
della felicità apparente
dove chi mi guarda
vede allegria e felicità...

Indosso la maschera
della felicità apparente
dove il cielo è sempre azzurro
i prati sempre in fiore...
le colline sempre verdi

Indosso la maschera
della felicità apparente...
dove ti tendo sempre la mano
sono sempre pronto a sostenerti

Indosso la maschera
della felicità apparente.
dove chi sa leggere i miei occhi
vede e sà...
che è solo apparente
la maschera della felicità...

 

 

<<<<<<<<<<<<<<>>>>>>>>>>>>>>

 

 

Nel viale della vita
quante maschere ho usato
...per amore, per dolore,
per tristezza, per felicità:
MASCHERE!
Quale uso oggi?
Non è facile scegliere
anche se vorremmo usarne
solo una.
Com’è strana la vita
nel dubbio della scelta...
puntualmente sbaglio!
Come fare…
Ritorno nel viale della vita,
cerco di osservare,
noto che ci sono tutte le maschere
cerco la prevalenza,
e incontro la maschera della... diffidenza.

 

 

 

<<<<<<<<<<<<<<>>>>>>>>>>>>>>

 

  Maschera apotropaica

 

 

 
 

 

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963