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IL LIBRO DI NATALE


In questi giorni il mio livello di scazzo sociale è alle stelle. Precisiamolo. Fosse dipeso dall'istinto avrei imbrattato questo blog con almeno tre post inerenti alla crisi. Uno intitolato "L'Italia fra crisi e ansia" tratto da un bellissimo articolo apparso su "La Stampa" ed uno su un decreto legge greco che autorizza i supermercati a vendere i cibi a un terzo del prezzo imposto anche oltre la data di scadenza.Sinceramente non ce l'ho fatta. Ho uno sconforto tale che davvero finirei col martellarmi i maroni io stesso appena premuto il tasto "Pubblica e vai al blog".Oggi vorrei parlare di una delle cose belle che fanno parte della mia vita. Costa pochissimo e mi dà tanto. E' la tradizione del "libro di Natale". Dal 2001/2002 sono diventato un vero e proprio divoratore di libri. Prima non ero un gran lettore, vuoi per l'età, vuoi perché non avevo trovato una dimensione di lettura che andasse oltre Topolino e i grandi fumetti Disney.I classici (grazie anche alla scuola), i thriller, i romanzi d'autore, i manuali, i saggi...Gli autori più disparati. Ma il thriller, in particolare, è quel tipo di lettura easy che, specialmente nei momenti in cui non voglio riempire la testa di nozioni, è perfetta.E qual è il momento migliore per distrarsi e non riempire la testa di nozioni?Le vacanze di Natale.Non sembrerebbe, ma nella vita di tutti i giorni amo essere abitudinario e, nel limite del lecito, tradizionalista. Infatti, durante il periodo che va dalla seconda settimana di Dicembre fino all'Epifania, quando di solito c'è meno lavoro e la voglia di uscire la sera diminuisce, mi dedico alla lettura d'intrattenimento.Fra i tanti autori che ho avuto modo di scoprire, in tanti sono stati in grado di appassionarmi. Due tra tutti: Michael Connelly e Giorgio Faletti.L'ascesa letteraria dell'attore/cantante/compositore/autore astigiano l'ho seguita fin dall'esordio con"Io uccido" che è forse ancora uno dei miei thriller preferiti. Tuttavia, se con gli anni Faletti ha sfornato libri più o meno belli, chi si è mantenuto su standard alti toccando diverse volte l'eccellenza è proprio Michael Connelly.Non citerò la sua biografia (a portata di clic c'è già Wikipedia che svolge egregiamente il suo lavoro). Non posso fare altro che dire, come faccio sempre, "provare per credere". Un'esperienza è sempre meglio provarla che ascoltarla.Dal 2003, le mie vacanze di Natale hanno come leit motiv un libro. Di solito di Connelly. E ogni anno spero che questo momento arrivi presto. E' bello ricordare la sensazione che si ha in quei dopocena passati in camera, possibilmente sul matrimoniale, con la sola luce dell'abat-jour, tanti cuscini, un plade caldo e la compagnia di un libro. Del libro. Il libro di Natale.Questo Natale sarà il secondo in cui, anziché sulla carta stampata, il libro si presenterà in formato digitale. Devo ammettere che avere tra le mani quel librone da 500 pagine che sapeva di carta, con quella bella copertina grande e colorata dava una piacevole sensazione. Per non parlare della soddisfazione che provavo quando, una volta finito, riponevo il romanzo nella libreria insieme a quelli degli anni passati. Leggere un libro digitale ha altri vantaggi: non solo è sempre con te, ma puoi trasportarne anche più di uno senza che il peso dello zaino aumenti (i bit non hanno massa). Lo schermo di un tablet, inoltre, è illuminato si può leggere anche con scarsa luminosità. Si può ingrandire il carattere, modificarlo e acquistare il libro direttamente da casa non prima di aver letto un'anteprima di una trentina di pagine per capire se il testo può soddisfare o meno i nostri gusti.Quest'anno sono stato particolarmente veloce: il libro di Natale designato era "L'uomo di paglia" di Connelly. Siccome l'ho già finito, ed è appena il 9 Dicembre, ho deciso che  partirò col secondo, il penultimo edito in Italia dall'autore americano: "Il respiro del drago".La cosa bella di quest'autore è che in 20 anni di scrittura è stato in grado di dar vita a più saghe, ambientate tutte a Los Angeles che, intrecciate, hanno formato un microcosmo in cui i protagonisti dei suoi libri (solitamente sempre i soliti due o tre) si incrociano e si scontrano con personaggi ricorrenti. Gli ambiti della giustizia, della difesa, del giornalismo creano sempre nuovi incontri/scontri gustosi che riescono ad appassionare come, se non più, di una serie.Oltretutto, la possibilità di poter osservare in prima persona, grazie allo Street view di Google Maps i luoghi descritti dall'autore realizza un sogno che in questi anni di letture natalizie maturavo dentro di me. "Sarebbe figo poter visualizzare i luoghi che lui descrive per poter immaginare la scena esattamente così com'è". Detto, fatto. Ci è voluto un po', ma ne è valsa la pena! Guardare lo street view e pensare "La scena si sta svolgendo proprio in quel punto lì! All'incrocio tra quelle due strade, lungo quel parapetto, in quel bar, in quell'autogrill!". Impagabile. Sapere che ogni anno questo appuntamento si rinnova fedele, puntuale, senza mai scontentarmi mi dà una grande gioia. La gioia delle piccole cose. La stessa che ho nell'immaginare come sarà leggere il nuovo libro, tentando di migliorare l'esperienza con piccoli dettagli come accompagnare la lettura con una bella mug di tisana o di tè ai gusti più svariati. E' un Natale difficile, pesante, che cammina funambolo cercando di non scivolare nel baratro dell'ansia, ma non ho alcuna intenzione di abbandonare certe tradizioni che riempiono per la loro disarmante semplicità. Un libro. Soltanto un libro.