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RADICAL CHIC: IL PARADIGMA


Ascolta la versione audioPerfezionato il significato di questo termine [non lo conoscevo (grazie a Dio), e ho imparato a conoscerlo (purtroppo)], eccomi qui a disquisirne. Per portare tutti al pari partiamo dal basso.“Radical chic è un'espressione idiomatica, mutuata dall'inglese, per definire gli appartenenti alla ricca borghesia o gli snob provenienti dalla classe media, che, al fine di seguire la moda del momento, per esibizionismo o per inconfessati interessi personali, ostentano idee anticonformistiche e tendenze politiche affini alla sinistra radicale o al radicalismo, generalmente avulse o diametralmente opposte ai valori culturali e sociali del ceto di appartenenza. Nell'immaginario popolare tale gruppo si identifica anche per l'esibizione di cultura "alta", per la curata trasandatezza nel vestire e, talora, anche per la ricercatezza in ambito gastronomico e turistico; questo perché spesso distintivo dell'individuo radical chic è l'imitazione superficiale degli atteggiamenti propri a certi artisti controcorrente, atteggiamenti che, banalizzati, divengono etichetta snobistica”.Bene.Specialmente chi vive nelle grandi città avrà senz’altro avuto a che fare con tali individui. A volte vengono anche detti “comunistoidi”, ma non è proprio la stessa cosa. Il radical-chic, se me lo si può passare, è persino peggio.Quando incontri il radical-chic non ti puoi sbagliare, perché ha già fatto la tac. Ha visto e scrutato tutto di te…ma non ci ha capito un cazzo. Tant’è che più ti osserva, più reagisce con fare fintamente basito ai tuoi più normali comportamenti. Esempio:* “Ah, no, domenica pomeriggio alle tre resto a casa, sai c’è la Juve che gioca”.-  “Oddio? C’è...(abbreviazione scrausa di “cioè”) C’è…Che c’è?”* “Eh Eh! Ho capito…Interista, eh?”-  “Ma anche no…Il calcio? Per carità, dio me ne liberi”.E già dopo questa, sei quasi con un piede nella fossa.Non per il calcio. C’è il bello e il cattivo tempo, naturalmente, ma…questa spocchia.Il radical-chic pratica lo sport, certo. Fa corsa, va in palestra e nel tempo libero qualche giro in barca a vela con gli amichetti. E’ sport, eh? Il radical-chic mangia biologico, anzi solo biologico. Spesso anche è vegetariano o vegano o, ma non sarebbe nulla. Il fondo lo tocca, perché a quel punto non sposa nessunissimo pensiero, quando pur pesando 46kg fa “la dieta”. Se provi a cucinarti un’amatriciana non dice niente, ma il suo sguardo è quello di chi ha visto una colonia di topi dietro il lavandino. Poi esce il sabato sera, va al circolo ARCI e tira giù vino e birra a sfondarsi. Peccato che solo un’ora prima era a casa a pesarsi il mandarino. Sarà mai, che mi va oltre la dose giornaliera!Il radical-chic tenta di parlare forbito e, supportato dalla cultura personale che, per carità, può esserci, ci riesce anche discretamente bene. Ma parla sottovoce, tu hai il diritto di non capirci nulla. Bofonchia parole in minore con andatura “marcia funebre” e spesso con cadenze e cantilene urticanti. Perché deve farti vedere che lui è per il “think-slow” e che vive seriamente il problema dell’inquinamento acustico. Peccato che sbatte le porte come se gli avessero ucciso la madre, quando deve alzare la voce per i fatti suoi non bada a spese e se di sesso femminile appoggia i tacchi sul povero pavimento con la brutalità con cui Hitler scagliava schiaffi alle balaustre da cui faceva i suoi discorsi. Per non parlare di quando chiude la portiera della macchina che sembra stia venendo giù il palazzo di fronte. Il radical-chic ha tanti amici. Osvaldo, Elina, Lucilla, Elettra, Ladislao. Se una minimamente si chiama Maria Crocifissa per volere della povera nonna è già scartata in partenza. Si ritrovano tutti alla mostra dell’artigianato o nel ristorantino di campagna millantando incredibili capacità nella conoscenza di vini e pietanze pregiate.“Qual è la vostra specialità?” chiede uno di loro. E l’umile proprietario del luogo gli risponde “Noi famo ‘a coda ala vaccinara”. Silenzio…Vuoto pneumatico. Come fulminati, tutti restano gelati al bordo del tavolo e iniziano gli interrogatori col solo sguardo. “Chi ha organizzato di venire qui?” sguarda Elina. Osvaldo rimpalla: “Non c’entro niente io. E’ stato Ladislao che ha proposto a tutti” il quale pizzicando il bordo esterno dell’occhio destro sguarda: “’A fijo de ‘na mignotta, quanno che s’arzamo da qua, t’aspetto fori!”. Il disgelo arriva quando, ravvisato l’attimo di empasse, il proprietario precisa: “Ma è fatta co l’animali nostri, eh?”.A quel punto tutto si sgonfia improvvisamente. Si può tornare a parlare di globalizzazione e di quanto erano belle le Adidas di Foot Locker, Infine, uno sguardo anche alla società. Il radical-chic ha le idee molto chiare in testa. Il mondo, come citato poco sopra, l’ha ucciso la globalizzazione. I bambini del Sud-Est asiatico non devono lavorare per pochi spiccioli per fare i palloni ai popoli imperialisti.“Bene, bravooooo, bis!”.“Sono d’accordo con te! E ti dirò di più! Anche le banche sono la rovina di questo mondo!”Acutissimi partono gli archi di Psyco.“Ah, sì? E…Dimmi un po’…Cosa faremmo senza le banche? Lo sai che le banche bla, bla, bla…E poi ancora bla-bla, bla-bla, bla-bla…”.Finché quello affianco, gomitandoti leggermente ti dice: “Lo sai perché fa così?". "No". "Lavora per una succursale di Goldman Sachs”.Titoli di coda e jingle.