I LIBRI DEL DESTINO

Post n°147 pubblicato il 04 Settembre 2013 da Heart.and.Soul
 
Foto di Heart.and.Soul

 

All'inizio è un semplice bisogno a spingerti in libreria, sul sito dell'editore o nel negozio digitale.
Stai cercando qualcosa.
Hai la mente piena di domande e hai bisogno di risposte per sopravvivere.
Non è un'ossessione, ma quel bisogno è lì in un angolo ed è carico di una forza magnetica tale che non appena riceve il giusto richiamo, affiora prepotentemente e in un attimo è lì, a galla. È il momento in cui quel titolo, quella copertina, quel sottotitolo catturano l'occhio e dilatano le pupille. C'è qualcosa di attraente in quel rettangolino di fogli di carta poggiato sullo scaffale.
Ti avvicini lentamente, come si fa nei corteggiamenti. Prendi tutte le precauzioni del caso perché il primo contatto sia speciale. Accarezzi la copertina e ne giudichi la consistenza. Poi lo prendi in mano come una reliquia. Lo giri, lo apri e (famelico, ma con classe) raggiungi la tanto sospirata "aletta", come la chiamano nel gergo. È la parte interna dove gli editori, a volte in punta di piedi, altre con prepotenza, ti introducono a quella che sarà la storia d'amore tra te e il piccolo gingillo di carta.
E più passano i secondi, più quella sensazione cresce e si amplifica, allo stesso modo con cui prende corpo la distorsione della chitarra elettrica all'inizio di un pezzo rock. Un fischio intenso e assordante che esplode definitivamente nell'accordo iniziale.
Eccolo.
A volte hai sin dall'inizio la sensazione che per le settimane successive non avrai altro Dio all'infuori di lui, altre sai perfettamente che non vi incrocerete ancora per un po'. Magari passerà anche un anno, ma vi ritroverete.
Il libro del destino può seguire entrambe le strade. È indifferente. All'inizio ancora non sai come quelle pagine ti cambieranno. È tutta una scommessa, ma quando l'avventura inizia, ha la forza di una dipendenza.
Più lo leggi, più lo vorresti leggere. È il libro che preghi non finisca mai. Quello che a tre quarti ti fa sentire come quando guardi il tuo film preferito e non vedi l'ora di rimetterlo da capo. È quello che ti suggerisce le risposte in punta di piedi. Le sussurra all'orecchio, ma la reazione è quella di un fiume in piena.
È il libro che ti cambia la vita.
E quante più sono le strade che vorresti percorrere, tanti più libri del destino sembrano comparire lungo il cammino della tua vita. Sono quelli che fanno crescere, che aprono nuovi scenari, nuove possibilità, che danno la forza per andare avanti. È il tassello in più all'enorme puzzle della vita.
Per questo continuo a pensare a tutti coloro che, indolenti alla sola idea di tenerne uno tra le mani, non avranno mai la fortuna di vivere questa gioia. È molto più di un semplice e frettoloso "Sapeste cosa vi state perdendo...".
Diventi ricco senza alzare un dito, solo allenando gli occhi nel monotono percorso sinistra-destra-giù/sinistra-destra-giù.
Sinistra-destra-giù.

 

 
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PUFF!

Post n°146 pubblicato il 01 Settembre 2013 da Heart.and.Soul
 
Foto di Heart.and.Soul

In casa e' arrivato un odore di legna bruciata che mi ha drogato. Corro al balcone. È lo stesso che c'era alla masseria di nonna Rocchina quando ero piccolo! In automatico parte una raffica infinita di immagini, una in coda all'altra.

 

Nonna
Orecchiette al forno
Forno a legna
Zia Ninetta
Cani
Nonno Giuseppe
Canottiera
Bastone
Cappello
Melanzane
Peperoni
Pranzo
Parenti
Vino
Coca-cola
Aranciata
Zio Franco
Cugini
Stradina sterrata
Auto che arrivano
Sorrisi
Estate
Domenica

 

Lento e solitario, il sorriso si allarga sulle guance. Gli occhi si chiudono trasportando la mente in piena catarsi a quei giorni di fine anni '80. Sembra quasi di udire le voci...
"Ma chi è 'sto coglione? Sta bruciando il mondo! Ma dio fa' oh, m'ha impuzzolito tutti i panni!"

 

Puff.

 

 
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SABATO PROSSIMO REMOTO

Post n°145 pubblicato il 28 Agosto 2013 da Heart.and.Soul
 
Foto di Heart.and.Soul

Questa piccola piazza dal sapore antico...Di vecchi lampioni illuminati a led, con la WiFi che aleggia tra i monumenti e i sanpietrini portando con sé la sua  mole di dati e informazioni. Intorno, i pannelli fotovoltaici risplendono sulle vecchie abitazioni rimesse a punto. Piccoli isolotti in legno rivestiti di rampicanti raccolgono i rifiuti differenziati. Dall'altro lato della strada una  navetta in leggero anticipo attende l'ora esatta prima di ripartire. Da quando sono stati rivisti i metodi di manutenzione e il sistema di calcolo dei percorsi, non ci sono più lamentele. Intorno, auto elettriche parcheggiate in posti nominali sono collegate alle  bocchette di ricarica che si auto-alimentano con la luce del sole. Sul sagrato della chiesa hanno appena risistemato le rampe per l'accesso dei disabili: fra oggi e domani tre coppie di tre orientamenti diversi si diranno di sì. Un operaio, colpito da una pallonata, dà un buffetto a uno dei bambini nella piazza. Giocano. Guardano e commentano con meraviglia i diversi colori della loro pelle dandosi il cinque mentre imitano le gesta di un famoso spot pubblicitario.

Nel frattempo, sono qui ad attendere il minibus che mi porterà all'orto. Sposto nella mano sinistra la busta verde con i sementi per recuperare il cellulare in tasca. È un messaggio visuale. Edera ha appena ricevuto via raccomandata "l'assegno". Ci darà una grossa mano specie ora che una piccola cowgirl è appena approdata in città. Tre giorni fa è nata la piccola Vittoria.

 

 
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LA DIGNITA' DEI PIGIAMI

Post n°144 pubblicato il 09 Maggio 2013 da Heart.and.Soul
 

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Diciamoci la verità. I pigiami da uomo fanno veramente schifo. Mai visto uno decente. Quelli dei bambini! Quelli sono veramente fighi! Disegni, colori ben abbinati, magari qualche super eroe qui e là. Peccato, però, che non predisponendo della DeLorean sorge spontanea una domanda: 'Che pigiama indossare?'

Non credo agli attori di Hollywood che dormono sempre a petto nudo. Dai, case hanno?! Quanto spendono di riscaldamento al mese? Se di questi tempi dormo a petto nudo, la mattina mi ritrovo l'Augmentin sul comodino che mi dice: "Tranquillo, friend, mi sono portato avanti col lavoro".

Il problema è che in inverno fa freddo e il pigiama ci vuole. Però, dico io, possibile che o sono robe da ospedale (anonimi, sbiaditi, un po' malati pure loro) oppure un turbinio di abbinamenti tipo marrone e verde vomito, beige e azzurro o grigio topo e arancione?
Se poi si considera poi che per non morire di freddo il povero Cristo deve anche indossare un' impietosa e pesante canottiera, non è facile immaginare il momento in cui Lei ti guarda e, ammaliata da cotanta  vestibilità e da cotanto charme si prende una pausa da Actor's Studio e  dice: "Sai che sei veramente l'anti-sesso?".
Duro colpo. Esistessero gli enzimi dell'autostima in quel preciso istante verrebbero tutti soffocati tipo gas nervino da una soluzione chiamata "tatto della compagna media italiana".
Però è vero, dai: i pigiami da uomo hanno il potere di distruggere anche la libido della premio Oscar per la ninfomania.

Ho avuto la fortuna di realizzare questa cosa molto presto nella mia vita. Già in piena infanzia trovavo imbarazzanti i pigiami di mio padre e di mio nonno e pensavo: "Voglio restare bambino". Ma non per giocare! Per non mettere quella roba lì!
La cosa che mi diverte oggi è mettere a punto il piano di riuso delle maglie e dei pantaloni di tuta che per varie ragioni non indosso più nella quotidianità. Sono diventati tutti pigiami. Per cui, se qualcuno dovesse invitarmi a dormire a casa sua, sappia che mentre passeggio per casa o faccio colazione ho su maglie che mettevo più o meno 10 anni fa.

Il vero dramma, però, si consuma le notti in cui vado a dormire da mia nonna. Si sa, poveretta, è sola e magari qualcuno con cui condividere due chiacchiere la sera davanti a una tisana e alle rubriche di Marzullo non può che fare piacere. C'è da sapere una cosa: mia nonna ogni anno mi regala un pigiama. Sì, non giriamoci intorno: uno di quelli. 
Vorrai mica dire di no? Vorrai mica fare la figura dell'irriconoscente o, peggio ancora, portartelo da casa? Con la coda fra le gambe, zitto zitto mi immolo per la causa. Ma il momento più complicato è il transito davanti alla porta specchio. "Sono io quello lì? Ho potuto fare questo?!". Alla fine mi inganno bonariamente che facendo tutto ciò ho portato a termine la mia buona azione quotidiana.

Grazie al cielo, questo 'problema' viene meno in Estate quando il completino intimo una volta e il pantaloncino della Nike in coppia con la  maglia della Sampdoria 90/91 un'altra, bene o male, salvano capre e cavoli. 
Ma in inverno, faccio un appello alle grandi case di abbigliamento, ridate dignità ai pigiami! Sono importanti, fanno parte della nostra socialità. Il loro riflesso può contribuire ad alimentare o distruggere completamente la nostra autostima. Cosa diranno i nostri figli quando ci vedranno arrivare al tavolo della colazione o con l'acqua in casa o col cagozzo, quando ci vedranno addosso colori che metterebbero in imbarazzo anche la prima Irene Pivetti? Meditate gente. Che poi si capisce se certi dormono male la notte: quando Morfeo ti vede, conciato in quel modo, altro che prenderti fra le sue braccia. Vorrei vedere...

 
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JOSE' MUJICA

Post n°143 pubblicato il 06 Maggio 2013 da Heart.and.Soul
 
Foto di Heart.and.Soul

Ha 78 anni, uno in più di Silvio Berlusconi, ed è uruguaiano. 
Nel suo paese, è Presidente della Repubblica ed è in carica dal 1 Marzo 2010. Un'intera vita spesa per la politica: prima guerrigliero e fermo oppositore della dittatura, poi deputato, senatore e ministro.

Perché parlare di lui?
Innanzitutto perché è un presidente atipico. Per la sua carica percepisce dallo stato uruguaiano uno stipendio di 12.000 dollari mensili. Di questi, il 90% viene devoluto ad associazioni che si occupano di persone bisognose. Vive dunque con circa 1.500 dollari perché, come lui stesso afferma, "ci sono molti Uruguaiani che vivono con molto meno". E' vegetariano e viaggia a bordo di un vecchio maggiolone. La sua vita scorre serenamente in una fattoria alla periferia di Montevideo, anziché nel palazzo presidenziale.

Le sue politiche, nonostante l'età, sono d'avanguardia. E' molto attento al sociale e nonostante nel partito che rappresenta, il Fronte Amplio, diversi esponenti si siano spesso opposti alle sue logiche, è il più amato dalla gente. In passato ha sostenuto la depenalizzazione dell'aborto e la legalizzazione dell'uso di marijuana accompagnata da una normativa che potrebbe essere fonte d'ispirazione anche per altri paesi. Quest'anno metterà a segno l'ennesima svolta: la messa in legge dei matrimoni omosessuali che permetterà anche l'adozione di bambini e la possibilità agli stranieri dello stesso sesso di poter convogliare a nozze in terra d'Uruguay.

Sul fronte della politica estera, non sono nuovi i suoi tentativi di riconciliazione con l'Argentina della Kirchner, nonostante anche lui, negli scorsi giorni, sia caduto vittima della sindrome da "microfono quasi spento" lasciandosi andare ad alcune battute poco felici sull'operato della collega.

Il mondo parla poco di figure di questo tipo e notizie ed aggiornamenti giungono perlopiù da testate indipendenti con sede nel web. Condivisibile o meno, il lavoro di "Pepe" Mujica fa parte di quel movimento progressista che sta raccogliendo sempre più consensi in tutto il mondo: attenzione alle nuove dinamiche sociali, istinto cooperativistico basato su aiuti reciproci volti a proteggere i paesi dalla crisi mondiale, un occhio all'ambiente e allo sviluppo sostenibile e maggiore autonomia rispetto alle politiche totalizzanti degli stati più potenti.

Il futuro parla una nuova lingua che molti ignorano. Sarebbe bene sedersi e iniziare a ragionare su cosa è effettivamente più utile al giorno d'oggi per tutti noi: la ricchezza, la tanto osannata crescita, il consumo o un uso oculato delle risorse a disposizione, una maggiore e più equa distribuzione degli averi basando il tutto sull'unico pilastro che finora è stato ignorato, cioè quello della felicità degli individui?

"It's a long way road" direbbero nell'America a stelle e strisce di qualche pezzo country oppure la solita e ormai quasi retorica etichetta di utopia?

 
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