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Hic et Nunc

Post n°57 pubblicato il 02 Giugno 2011 da lab79

Bussano. Mi arrivano i tuoi messaggi come echi della tua voce che mi cerca, che mi ha cercato, non più di qualche minuto fa. Ti telefono. Ma nel tuo mondo sei tornata ai tuoi doveri, il tuo lavoro, il tuo tempo. Nel mio ora non ho più tempo, mi alzo e inizio a camminare, inseguendo i minuti nell'orologio, e sulla strada il tram. Tempo di attesa: 7 minuti. Troppi. Accelero imprecando e calcolando mentalmente che un'ora, poco più, dovrebbe bastare. In un qualche luogo mi fermo a mangiare, forse ora ti potrò sentire, ed ecco il telefono squillare. Ciao, come va. Qui fuori quasi piove, e qui ha già smesso ormai da un pò. Mi manchi e si ti amo, ma questo lo sai anche tu. Vado che ricomincio, la pausa è ormai finita, ora vado anch'io che la mia giornata inizia solo ora, ci risentiamo quando puoi. Cammino nella pioggia bagnandomi i piedi, perchè questo ombrello non basta mai, e corrono in fretta ma già in ritardo gli autobus, le macchine, i motorini traballanti sul pavé. Non penso a niente tranne a te. Trattengo il fiato ed entro e con la cravatta al collo e il fiato corto e la cefalea inizia il giorno anche per me. In piedi e con gli occhi persi dentro il vuoto schermo del pc, mi lascio assaltare dalle telefonate, le email, i fax, le domande idiote e le richieste assennate dei clienti. Passano le ore, non mi chiedo nemmeno se fuori ancora piove, se è buio o se c'è ancora sole, o se davvero posso prendermi una pausa per un caffé. Squilla il telefono e rispondo automatico Buonasera Sono Io In Cosa Posso EsserLe D'Aiuto. Aiuto. Ma questa volta sei tu, Sono a casa, Ciao come stai . Occupato piuttosto, ma dimmi oggi com'é andata. Bene dopotutto anche se sono stanca, e si ti capisco ma scusami ho un'altra chiamata ti chiamo dopo e Ok va bene anche se tu sai bene che così non sarà. Cenerai da sola davanti alla tv, studierai un poco perché gli esami non finiscono mai, e dopo qualche ora ancora mi telefonerai. Volevo solo raccontarti una cosa ma non puoi starmi a sentire, già sento il telefono che squilla e Scusami è una serata pesante Non ti preoccupare lo so a più tardi. Più tardi quando il mio giorno alla fine finisce il giorno se n'è già andato. Ti chiamo Amore finalmente ma tu ormai stai dormendo, vinta dalla stanchezza. Dai amore vai a letto che è tardi: E' notte ormai da un pezzo e le ore sono poche e tu devi riposare. Mugugni un poco e Buonanotte e Buonanotte anche a te. Mi avvio verso il letto ma nel letto di questa sera tu non ci sei. Mi fermo un poco a scrivere queste parole, che tu non leggerai, e mentre ti penso penso che ci amiamo, qui ed ora ma separati nello spazio e nel tempo, persi in un universo nel quale ogni cosa accade contemporaneamente in ogni quando e in ogni dove, una bolla di tempo infinita che si lascia percorrere ma non attraversare, che si allarga, ed allargandosi fa si che ogni punto della sua superficie pur restando fermo si allontani sempre più, fino a sparire dietro l'orizzonte. E i nostri cuori restano fermi a sognare l'altro dall'altra parte del nostro mondo, certi di essere certi all'altro, qui ed ora. Da sempre, e chissà. Per sempre.

 
 
 
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