TheNesT

La Noia e la Nausea


Maledizione. Mi lascerei scivolare addosso volentieri questa domenica passata a lavorare, in attesa che arrivi il mio turno di godermi la mia vita, che non chiedo altro e non mi sembra in fondo di chiedere troppo. Invece il mio turno non arriva, il mio semaforo passa da giallo a rosso, poi di nuovo giallo e ancora rosso e non riesco mai a passare, mi superano i tram, le vecchiette con i cani guinzagliati (ma si dice guinzagliati? beh, se si dice sguinzagliati non vedo ragioni per cui non dire guinzagliati!), e intanto la fila delle mie aspirazioni si allunga dietro di me, istericamente appesa al clacson. Un paio di loro ha deciso di cambiare fila, e di superarmi a destra indicandomi ad ampi gesti quali siano i loro migliori auguri, e io non riesco a fare a meno di sentirmi frustrato. Maledizione. Se solo facessi il pittore, lo scrittore, almeno potrei dire che tutto questo arrovelarmi intorno alla sconfortante piattezza della mia vita non è altro che l'immedesimarmi nello spleen maledetto che ispirò Moravia e Sartre. Potrei dire almeno qualcosa. Ormai nemmeno le giustificazioni che mentendo avevo somministrato a me stesso ricordo più. Il senso di tanta attesa, di tanto rimanere qui perché non c'erano le condizioni per poter scegliere altrimenti. Nemmeno la rabbia, mi è rimasta. Solo questa sensazione, la noia, e la nausea.