TheNesT

L'orizzonte degli eventi


Lo sapevo! Avevo intenzione di fermarmi a riflettere un attimo sul 1° maggio, ma mi sono lasciato convincere dalla mia pigrizia a rimandare il tutto a oggi. E invece, ecco che gli avvenimenti del mondo entrano di prepotenza nell'orizzonte dei miei pensieri, e non posso fare a meno di considerarli. Non importa. Dunque è morto il demone, il satana dell'occidente. Più precisamente: è stato ucciso. Spero che nessuno sia talmente ingenuo da pensare che questo abbia risolto qualcosa. Restano però vive le ragioni per cui è nata tale incarnazione del male, cioé le colpe dell'occidente industrializzato, che lo ha creato (o almeno ha reso possibile il suo generarsi), lo ha alimentato e lo ha utilizzato, pensando di poterlo controllare. Capisco le parole di Obama, o meglio, ne capisco le motivazioni, ma dubito che la sola uccisione di un uomo possa rendere il mondo un posto migliore. A differenza della sconfitta del nazismo, identificato nel suo leader e la cui fine corrispose all'eliminazione fisica dell'uomo, questa volta con l'uomo sepolto in mare non si affoga la sua raison d'étre. Incarnava in fondo lo spirito più nichilista e intransigente di istanze di popoli che difficilmente potremo continuare a immaginare illegitime. Continenti interi rimasti ai margini di un benessere del quale però sono costretti comunque a pagare il prezzo.  Per buona parte del secolo breve alcuni di questi popoli hanno trovato uno specchio per i propri sogni nelle dottrine socialiste, infrantosi più tardi e convertitosi in un incubo dai colori orwelliani dove lo stato era dominato da un cupo desiderio di controllo. Nel nostro mondo invece, la crescita economica sembra impossibile da contrastare, il nostro stile di vita sembra non essere mai a rischio. L'ultima crisi però ha svelato gli ingranaggi del meccanismo, e li ha mostrati per quello che sono: fragili. Presuppongono la necessità di usare intere aree del mondo come semplici miniere di materie prime, e nella migliore delle ipotesi, sfogo al surplus produttivo delle nostre economie. Noi, di tutto questo, siamo a malapena consapevoli. Colpevolmente ci lasciamo incantare dalla tv, dal nostro stesso benessere. Siamo persino disposti a difenderlo senza conoscerlo, a immaginare illegitimi i desideri degli altri che bussano alle nostre porte. Basta così, per ora. E' tardi, fatico a contenere in un solo ragionamento tutto il mondo che vedo, troppo per poterlo capire in un colpo solo. Vado a dormire, nella speranza che nei miei sogni l'orizzonte della ragione sia vasto abbastanza da contenere tutto quello che desidero comprendere.